One step at a time.

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"Chri..." Sento la voce di Aimee provenire dalla porta di camera mia, dove ogni luce è spenta e io sono ancora sotto le coperte nonostante sia ora di pranzo.

Forse ho pensato che, se la produzione avesse creduto che io stessi ancora dormendo, non avrebbe avvisato Raimondo che fossi pronto a un eventuale incontro. O forse ho troppa paura di alzarmi e dover confrontare tutti i miei compagni riguardo a quello che è successo ieri. Ma dietro la mia mente sono consapevole che il mio più grande timore, al momento, sia il piatto di pasta che mi aspetta sul tavolo.

"Sei sveglio?" Chiede la cantante, e per un momento provo a fare ancora finta di dormire, ma allo stesso tempo è più forte di me l'istinto di risponderle, parlarle, perché è qualcosa che non accade da tanto tempo.

"Si." Sussurro semplicemente, così a bassa voce che non sono nemmeno sicuro lei mi abbia sentito.

Poi però i suoi passi diventano chiari e sempre più vicini, finché non sento il suo peso posarsi sul mio letto. Tuttavia, non ho nemmeno la forza di alzare lo sguardo e incrociarlo con il suo, rimango quindi posato su un fianco, a guardare il letto di Mattia.

Lei sospira, e mi sento in colpa, ma non riesco comunque a cambiare la situazione. Allora prende la decisione di stendersi sul lato libero del letto, trovandosi in questo modo totalmente di fronte a me, provocandomi un brivido freddo.

"Devi mangiare qualcosa Chri." Sussurra di nuovo, portando una mano sulla mia guancia e cominciando ad accarezzarla dolcemente.

Mi stringo ancora di più nelle coperte, sentendo un dolore forte al petto e le lacrime che piano salgono. Non ho fame, voglio mangiare ma è più forte di me: so che se in questo momento mangiassi rimetterei l'intero pasto anche contro la mia volontà.

Scuoto allora ripetutamente la testa, cercando di evitare ancora il suo sguardo, lasciando le lacrime cadere libere sul mio viso. Sento il mio respiro aumentare di velocità, la mia testa scoppiare nel silenzio di questa camera, spezzato dal mio stupido umore che non migliora da settimane.

"Christian, non ti fa bene restare a digiuno, per favore." Alza leggermente la voce, che è spezzata dalle lacrime, Aimee.

Io continuo a piangere, arrivando anche a singhiozzare, mentre lei continua ad accarezzare la mia testa, passando dalla guancia ai capelli e viceversa, facendo crescere in me il senso di colpa per qualcosa che in realtà non posso nemmeno comandare.

"Rischi di andartene se non mangi qualcosa, non deve essere un piatto enorme, ma almeno qualche boccone. Avanti Chri, ho cucinato io, è tutto buono."

Sono consapevole che sia la verità, che Aimee cucina benissimo e che devo mangiare per forza se voglio rimanere nella scuola. Però ho un conflitto interiore che causa tanta, troppa ansia, che rende impossibile ingerire qualcosa senza poi rimetterlo. Non voglio nemmeno pensare al fatto che questo sia qualcosa di più grande di ciò che voglio pensare, che sia qualcosa di serio, che ci sia il bisogno di un intervento professionale.

"Non ho un disturbo alimentare." Affermo, tra un singhiozzo e un altro, avvicinandomi alla cantante e aprendo gli occhi per cercare in lei conforto.

Lei annuisce, mi fa ancora  male vedere sul suo viso quello sguardo di compassione che hanno tutti, ma più di tutto mi ferisce sapere che a causare le lacrime che ora sono anche sul suo viso sono stato io, le mie azioni, i miei problemi.

"Lo so Chri, hai solo tanta ansia. E tanta paura. Va tutto bene. Lo so." Mi rassicura, con una gentilezza che appartiene solo a lei, e una domanda mi sorge spontanea.

"Perché mi parli ancora? Sono una brutta persona." Affermo con un tono basso, dando voce a quelli che sono i miei pensieri dall'inizio della nostra conversazione.

Vedo i suoi occhi addolcirsi nettamene, e la sua mano si ferma sul mio viso, mentre si avvicina sempre di più, lasciandomi un bacio leggero. Mi mancava questo tipo di contatto con lei, non so cosa avrei fatto se avessi dovuto farne a meno per il resto della mia permanenza qui, ma questo bacio mi da la speranza di poter ricominciare da zero insieme a lei, di poter costruire qualcosa di diverso, maturo, necessario per entrambi.

"Non sei una brutta persona Chri. Sei una bellissima persona. Hai solo bisogno di aiuto, e non c'è niente di male. Hai affrontato per tanti giorni questi tuoi problemi da solo, è normale arrivare a compiere sbagli che non avevi intenzione di fare. Non posso essere arrabbiata con te quando tu mi sei stato vicino anche quando ti trattavo nel peggiore dei modi. Adesso tocca a me stare vicino a te. Sei la persona di cui sono innamorata, non puoi essere una brutta persona."

Le sue parole, il suo tono, mi arrivano dritti al cuore. Una sensazione di calore si fa largo nel mio petto. Che sia questo il vero amore?

Non le rispondo a voce, mi limito a darle un altro bacio dolce, che lei ricambia prontamente. Nonostante i miei dubbi, mi alzo e vado insieme a lei a mangiare. Non mangio un piatto intero, ma riesco a fare qualche boccone, con i suoi occhi attenti a controllare che vada tutto bene; la sua mano posata sulla mia gamba, che compie movimenti circolari per calmarmi.

Sembra, per un momento, andare tutto bene. Anche se è ovvio che io abbia un lungo cammino davanti a me, sono quasi sicuro di poterlo affrontare, un passo alla volta.

Strawberries and Cigarettes. || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora