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"Aimee non farmi incazzare per favore." Esclamo nervoso, camminando a passo veloce per andare nel giardino sul retro, che spero davvero sia vuoto al momento.

"Christian, sto solo dicendo di non disperarti, che potresti-"

"Che potrei cosa?!" La interrompo in modo brusco, non appena siamo fuori. "Che potrei vincere? Che potrei non arrivare ultimo? Sono gare di tecnica classica e modern, Aimee, io sono un ballerino di hiphop! Non volevo fare il simpatico quando ho detto che non ho nemmeno un unghia di classico." Affermo, con la voce tremante per la rabbia, e per le lacrime che sento arrivare con essa.

Vedo Cosmary intenta a uscire nel giardino dove siamo noi, ma appena il mio sguardo incontra il suo lei sembra accorgersi che la situazione non è delle migliori, allora si volta e torna in casetta.

Magari in questo momento lei sta anche peggio di me, e io sono un insensibile a lamentarmi con Aimee di qualcosa che per ora non mi riguarda. Ma la paura di poter uscire, di vanificare tutti i miei sforzi, di deludere Raimondo e i miei genitori, è troppo forte.

"Ma magari lo terranno in conto, magari Todaro..." Cerca di trovare le parole giuste per confortarmi, ma non sa nemmeno lei cosa dire.

"Todaro non può fare niente, faranno una media di tutte le classifiche e sarò ultimo. Posso anche dire addio al serale." Dico allora io, prendendo un grosso respiro, per poi abbandonarmi finalmente alle lacrime.

Mi accascio sul divano e mi copro il viso, che inevitabilmente si è già arrossato visto il colorito pallido che ha di solito. Odio questa situazione, non solo quella di oggi, ma odio in generale essere diventato così emotivo, così debole.

Inizio a sfregare le mani sulle guance in modo quasi maniacale, cercando di togliere le lacrime che scendono su esse, ma sembra inutile visto che continuano a scendere senza arrestarsi mai.

"Così ti verrà un eritema, smettila." Mi dice Aimee, scostando dolcemente le mie mani, prendendole fra le sue.

Rimaniamo un po' in silenzio, la cantante mi accarezza le dita finché non smetto di piangere. Dopo che i miei respiri si calmano e che il mio cuore sembra aver ripreso a battere a una frequenza normale, lei si mette accanto a me e mi prende nelle sue braccia come una madre fa con suo figlio, come ogni volta che siamo qui.

"Lo sai che a Lecce ha nevicato oggi?" Mi chiede lei tutto d'un tratto. Spezzando il brutto silenzio che si è formato

"Davvero?" Domando, sognante, con la voce bassa e timida. Sono abituato a vedere la neve quando sono a casa per Natale, ma quest'anno non sono a casa e qui a Roma non si è vista l'ombra di un fiocco di neve.

"Già, si è anche poggiata. Una mia mica ha disegnato un cuore nella neve e io ho pensato a te." Ammette, evidentemente imbarazzata, facendo nascere in me un sorriso.

"A Lecce nevica e tu chiedi continuamente fragole alla produzione." La riprendo scherzosamente, dopo qualche momento di riflessione, portandola a ridere di gusto.

Inevitabilmente la sua risata mi contagia, e si mischia alla mia in un modo perfetto, sembrano due suoni fatti per stare insieme.

"Sono fissata con le fragole." Dice poi Aimee, quando torna il silenzio, dopo aver respirato rumorosamente.

"E con le sigarette." Aggiungo io, quando la vedo intenta a prenderne una. Lei mi guarda come un bambino scoperto a rubare caramelle, prima di prendere l'accendino dalla sua tasca.

"Fragole e sigarette." Annuisce, accendendo una delle sue Malboro Gold.

La ammiro, mentre fa un lungo tiro, chiude gli occhi per un paio di secondi e poi butta fuori il fumo, formando una nuvoletta con un odore che mi fa impazzire solo se si tratta di lei.

"Fragole e sigarette sanno sempre di te."

Strawberries and Cigarettes. || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora