bubble (Aimee's pov)

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Sin da bambina, sono sempre stata brava a leggere le persone, a identificare i loro stati d'animo e i loro pensieri, a volte prima ancora che loro potessero accorgersene.

Mamma mi diceva che il mio talento era quello di mettere in ordine tutto il caos che si crea nella bolla interna delle persone.

Io ho invece sempre pensato che la chiave fosse solo saper osservare i comportamenti e attribuirci un significato, cosa che non riesco a fare però con me stessa.

Il trauma che ho subito da piccola ha accentuato questa mia capacità: i pensieri altrui sembravano ingigantiti, amplificati, e tutto sembrava legarsi alla mia esperienza in un modo che faceva male quasi fisico.

Christian è stato difficile da identificare: è diverso da ogni altra persona che io abbia conosciuto, a partire dal modo in cui si mangia le unghie in un ordine ben preciso arrivando quasi alla carne, fino al suo passare da essere in alcuno momenti il muto di Bergamo a non riuscire a stare zitto in altri.

Quando si arrabbia inizia a sparare parole a raffica, sembra una trottola che non si riesce a fermare. Invece quando è deluso rimane semplicemente in silenzio, il suo sguardo però ti taglia come se fosse la lama più affilata mai esistita sulla terra.

Quando è triste, o sconfortato, si chiude totalmente in se stesso, nasconde tutto fino ad esplodere, solitamente con un pianto liberatorio, nei casi peggiori con un attacco d'ansia.

In queste ultime settimane ho viso un lato di lui totalmente nuovo: un lato che dubita di sé stesso, che non riesce a liberarsi ed è schiavo di paranoie enormi. Un lato che sta solo, sempre, anche quando sta con gli altri.

Non mangia abbastanza, non beve abbastanza, non dorme abbastanza, non sorride abbastanza. Anzi, non sorride quasi mai, e la cosa comincia a farmi preoccupare seriamente.

Il giorno del suo compleanno, per quanto stesse ridendo e scherzando, non riuscivo a vedere nei suoi occhi la solita scintilla che brilla quando è felice. E la mia paura più grande è proprio quella: che non sia abbastanza felice.

I ballerini vengono chiamati per una gara di ballo e Chri, per quanto è confuso e distratto, non riesce nemmeno a scegliere l'elemento che vuole.

Si ritrova a ballare intrappolato in una bolla, e ho quasi paura che in questa situazione tutte le sue problematiche e insicurezze possano venire a galla.

Balla da Dio invece, riesce a mettere ogni singola emozione all'interno della coreografia e quasi piango mentre lo guardo.

Impressiona così tanto i professionisti che vince a mani basse, con un sorriso palesemente finto stampato sul viso quando tutti lo acclamano.

Io guardo da lontano e non riesco ad essere felice e serena per la situazione. Perché si, ha vinto, ma a quale costo? Vale la pena vincere stupide gare se poi si sta male dentro?

Vale la pena stare insieme a qualcuno, se non si riesce ad accettare sé stessi?

Mi sono messa con Christian perché pensavo di aver inquadrato la sua bolla, pensavo che fosse una persona serena che potesse darmi la sicurezza di cui ho bisogno.

Ma più passa il tempo, più la bolla sembra scoppiare, più Christian sembra stare peggio di me.

Sta a me ora decidere se vale la pena restare insieme e aiutarci a vicenda, rischiando di cadere, oppure se è meglio andare ognuno per la sua strada, cercando le soluzioni nella propria anima.

Sta a me decidere se lasciarci andare oppure no.

Strawberries and Cigarettes. || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora