I lost myself

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Le mie orecchie sono tappate e la vista leggermente offuscata, mentre sono seduto al tavolo della cucina, con il cibo davanti che non riesco a toccare a causa di una nausea troppo forte, che sento non riuscirei a controllare se mangiassi.

Tutti stanno parlando della puntata, delle varie decisioni, della felicità generale nell'aver preso la maglia del serale da difendere ogni settimana. Ma io non li sento, la mia mente è fissa sull'uscita di Rea.

Dopo tutto quello che abbiamo passato, la sua presenza in casetta era diventata un mio punto fisso: sapevo che lei ci sarebbe stata per me in qualsiasi caso, ed io per lei.

Ma ora che è uscita riesco solo a colpevolizzarmi, a pensare che, se non avessi causato tutto ciò che è accaduto, forse lei si sarebbe concentrata di più sulla musica e in questo momento la troverei davanti a me, mentre mi fa un sorriso rassicurante.

Eppure lei non è qui, a farmi capire con un solo sguardo che andrà tutto bene. E le voci degli altri sono lontane, mentre lo stomaco si contorce ancora di più.

"Chri ci sei?" Mi riporta alla realtà la voce di Aimee.

Allora mi giro e la vedo, in tutta la sua bellezza, perché lei è bella anche quando è struccata e con i capelli raccolti in un crocchio disordinato.

Però ora che la guardo, l'unica cosa che mi viene in mente è la notte di capodanno, il modo in cui l'ho distrutta, come Rea, come me stesso.

Solo che non posso mostrare queste emozioni, quindi come ho fatto in puntata sforzo un sorriso, annuendo per rispondere alla sua domanda.

"Non hai mangiato nulla." Afferma, guardando il mio piatto.

"Non sto molto bene, avrò preso un virus o qualcosa." Le dico io, prendendo la forchetta e iniziando a giocare con il cibo davanti a me.

"Non puoi restare a digiuno. Almeno prova." Ribatte allora lei, accarezzandomi dolcemente il braccio e girandosi per finire il discorso che stava avendo con Luigi.

Annuisco, più a me stesso che a lei, quindi prendo un boccone di pasta e lo mangio, pentendomi immediatamente. Sento lo stomaco raggomitolarsi ancora di più, la pasta risalire e i conati di vomito si fanno troppo intensi.

Faccio in tempo a dire a Mattia che devo andare un attimo in bagno, e appena entro all'interno della stanza rimetto quel poco che avevo ingerito, incapace di tenerlo dentro ancora di più.

Rimango un paio di minuti piegato nel bagno a rimettere, per lo più si tratta di succhi gastrici visto che ho mangiato poco e nulla tutto oggi.

La mia mente è confusa, nemmeno mi rendo conto di quello che sta accadendo e di quali ripercussioni questo avrà su me stesso, sulle mie abitudini, perché ho l'impressione che questa non sia l'unica volta in cui accadrà qualcosa del genere.

Mi sciacquo la faccia e lavo i denti prima di uscire dal bagno e ritrovarmi nella stanza verde, dove trovo Alice seduta sul letto di Mattia. Appena si accorge che sono uscito alza lo sguardo, facendomi un sorriso dolce che ricambio, anche se confuso.

Poi mi fa segno di sedermi accanto a lei, battendo sulle coperte del mio migliore amico, ed io mi siedo rendendomi conto che è l'opzione migliore al momento, visto che tornare dagli altri significherebbe dover mangiare.

"Che ci fai qui?" Chiedo curioso alla ballerina, che non ho ancora potuto conoscere a pieno data la sua timidezza, ma che sembra sempre così dolce e premurosa con tutti.

"Christian, ho sofferto di disturbi alimentari." Afferma, arrivando subito al dunque, facendomi perdere un battito.

"Mi dispiace." Rispondo allora io, abbassando lo sguardo sulle mie mani, cominciando a torturarle.

"Riconosco i tuoi comportamenti."  Continua, con una calma e una premura che rendono più facile affrontare questo discorso orrendo, che cerco di evitare da diverse settimane ormai.

"Non soffro di disturbi alimentari." Metto in chiaro la mia idea sin da subito.

"Scommetto che pensi che sia solo ansia, un periodo che andrà via." Dice lei, girandosi più verso di me. "E potrebbe anche esserlo, come potrebbe essere l'inizio di una delle esperienze peggiori della tua vita." Descrive alla perfezione le mie parole e i miei pensieri.

Prende un respiro, si vede che è difficile per lei parlare di questo.

"Mi spiacerebbe vedere qualcuno passare le stesse cose che ho passato io, ancora di più se questo significa mettere a rischio la permanenza all'interno di Amici. Non voglio permettere che accada." Conclude il suo discorso, poggiando una mano sul mio ginocchio.

"Ho tanta paura di questo." Le confesso, esprimendo per la prima volta pensieri che non ho confidato a nessuno, perché mi sembra la persona giusta con cui parlarne. "E ho paura ogni volta che mangio di vomitare poi tutto, come ho fatto oggi."

"E ti senti in colpa ma allo stesso tempo non riesci ad evitarlo." Dice lei, anticipando le mie parole.

"Già." Sussurro annuendo, ma non riuscendo comunque a guardarla negli occhi.

"So che non parliamo tanto noi due, ma voglio che tu sappia che per qualsiasi cosa io posso aiutarti." Mi rassicura.

Io rimango zitto per un po', quindi lei dà un colpetto alla mia gamba e fa per alzarsi, ma la fermo. Apro le braccia e la stringo, lei ricambia altrettanto forte.

"Grazie." Le dico, abbandonandomi finalmente a un pianto liberatorio che non riesco più a trattenere.

Strawberries and Cigarettes. || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora