eighteen plus one (pt.2)

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Mi dirigo in sala prove prima che tutti gli altri possano svegliarsi, prima di ricevere altri mille auguri senza valore, che mi farebbero solo ricordare quanto sto male in questo contesto.

Specialmente, non voglio che Aimee arrivi e mi abbracci, convinta che io sia felice e vada tutto apposto, quando non è così e non sto bene con me stesso.

Nonostante non abbia tante lezioni oggi, decido di trattenermi in sala prove, lavorare sulle coreografie di questa settimana, specialmente perfezionare il compito che mi ha assegnato la maestra Celentano, che non è per niente nelle mie corde.

Cado più volte, cercando di capire finalmente come fare questi cavolo di giri alla seconda, ma continuo a non riuscire.

Quando la frustrazione diventa troppa per poter continuare, mi ritrovo in un bagno di sudore, quindi decido di andare a farmi una doccia. Tuttavia, dopo essere arrivato in casetta e aver evitato tutti, mi addormento sul letto, con la stanchezza che mi assale.

Quando mi sveglio sono le 16, quasi nessuno è in casetta, quindi mi faccio una doccia, metto a posto la stanza e corro in sala, dove dovrei provare con Elena.

Però, quando arrivo, la professionista non è in tuta, anzi, indossa dei jeans e una maglia davvero scomoda per ballare, ma decido di non farci caso, penso che probabilmente si cambierà dopo.

E invece no, mi chiede come sto e mi avvisa che oggi non faremo lezione, che mi ha visto in questi giorni e che vuole farmi un discorso abbastanza differente dal solito.

Mi sale un groppo in gola quando inizia a parlare di supporto psicologico e aiuto mentale, cose che fino a poco tempo fa mi sarebbero sembrate estremamente esagerate, ma che ora sembrano la cosa più vicina a me che si possa manifestare.

"Non sono i pazzi ad andare dallo psicologo Chri, sono le persone abbastanza intelligenti dal capire che devono andare avanti."

Alla fine di una lunga chiacchierata, che risulta con me in lacrime che ringrazio Elena, con la promessa di pensarci, torno in casetta.

Quando mi ritrovo tutti i miei compagni davanti, con la casa decorata per il mio compleanno, a urlare "sorpresa!" con i volti felici come se fossero dei bambini, non riesco a fare a meno di sorridere.

Magari questa mattina li avrei mandati tutti a quel paese, la mia ragazza e il mio migliore amico compresi, ma se voglio davvero farmi aiutare loro sono i primi che devono capirmi.

"Auguri scricciolo." Esclama Aimee, abbracciandomi forte e stampandomi un bacio sulle labbra.

"Sarò anche più piccolo di te, ma qua la scricciola sei te." Rispondo, catturando le sue labbra in un secondo bacio, e poi in un altro.

"Si ok bellissimi ma ora voglio fare gli auguri al mio frate!" Urla Mattia con il suo solito accento barese, poi viene a stringermi in un abbraccio.

"Ti ho fatto il tiramisù!" Esordisce, quando ci separiamo.

"Abbiamo!" Aggiunge Dario, avvicinandosi per abbracciarmi.

"Aimee ha fatto e noi l'abbiamo guardata." Ammette poi Guido, accompagnato dalle risate del resto dei compagni, capitanati da Luigi che ha un posto speciale nel cuore per il ballerino.

"Grazie davvero ragazzi." Affermo, quasi con le lacrime agli occhi.

La serata va avanti in compagnia, tra canzoni, balli, baci rubati, anche imitazioni e un tiramisù davvero delizioso, fatto dalla persona più bella di questo mondo.

Mi sento davvero felice, per un momento non penso a tutto ciò che grava sulle mie spalle, sul mio petto. Per un momento penso solo a divertirmi, non alle ansie e aspettative che ho disatteso. Per un momento mi sento il me stesso che ero tre mesi fa.

Solo per un momento.

Strawberries and Cigarettes. || Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora