Capitolo 35 - Posso spiegare

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«Nonna, per favore, ascoltami quando ti parlo.» Nonna Dorothy era dall'altra parte del tavolo, con il pc tra le mani, adeso al petto . Aveva lo sguardo inferocito di una belva pronta all'attacco e non sembrava affatto intenzionata a cedere quell'aggeggio. «Voglio prenderlo solo per vedere alcune cose.» cercai di rassicurarla, ma non c'era verso di farle cambiare idea.

«No, sono sicura che mi cancellerai l'account su "FattiInCasa.com" se te lo do.» rispose, sistemandosi velocemente gli occhiali sul naso.

Sospirai. Ero al limite della pazienza, ma dovevo per forza sistemare quella questione il prima possibile. «Nonna! Ti hanno praticamente quasi incarcerata perché hai drogato 5 anziani e hai l'orto pieno di marijuana! Non puoi più navigare su quel sito.»

«Penso dovremmo toglierle del tutto il pc, sinceramente.» proferì all'improvviso Tyson, il quale mi affiancava ormai da mezz'ora in quel salotto.

«Pensavo fossi un ragazzo intelligente, Tyson. Ti stai mettendo dalla parte sbagliata in questo momento, sappilo.» rispose velocemente nonna Dorothy, guardandolo di traverso.

«Ma tu lo sai che io ti voglio bene, nonna.» cercò di rassicurarla lui con sguardo ferito, ma fu inutile. Nonna Dorothy non voleva proprio separarsi dal suo computer.

Ci mancava solo quello. Grazie all'avvocato di Tyson eravamo riusciti a convincere il giudice in tribunale che mia nonna non era conscia di quel che stava facendo ed era stata aggirata dal ragazzo che l'aveva contattata su internet. Quell'aiuto però era finito per costarmi un sacco. Tyson continuava ad insistere sul fatto che non volesse che lo ripagassi, ma io avevo insistito. Inoltre, riuscire a tenere fuori anche mia madre dalla questione era stato davvero difficile, ma sempre grazie all'aiuto dell'avvocato Silverston, eravamo riusciti a non far trapelare sui media l'identità di mia nonna ed il nome dell'ospizio da lei frequentato. Ora, la parte più difficile era riuscire a convincerla ad abbandonare il suo computer. Se lo avesse avuto ancora a portata di mano, molto probabilmente, nel giro di poche settimane si sarebbe infilata in altri guai.

«Facciamo così.» intervenne Tyson. «Facciamo una sfida.» Con cautela si piegò sul tavolo, appoggiandoci entrambi i palmi e guardando nonna Dorothy dall'altro lato.

Lei di rimando socchiuse leggermente gli occhi con diffidenza. «Che tipo di sfida?»

Tyson sorrise senza scomporsi minimante. Non capivo se stesse cercando di ingannarla o era veramente serio.

«Una sfida qualsiasi. La sceglierai tu. Se vinci, ti lasceremo il computer.» Ci fu un momento di silenzio, dopodichè Tyson continuò «Se vinco io invece, ce lo darai senza lamentele.»

Nonna Dorothy gli lanciò in risposta un'occhiata di sfida. «E sentiamo, perchè dovrei accettare?»

«Perchè in caso contrario non mi muoverò da qui finchè non ci avrai lasciato il computer di tua spontanea volontà.» In un batter d'occhio si rimise dritto, alzando un sopracciglio. «Però in quel caso non avresti nessun'altra scelta.»

«Tu non puoi capire» insistette nonna Dorothy «se ti consegno il mio computer non potrò più guardare il mio Jimmi!»

«Chi sarebbe Jimmi?» chiese lievemente sconcertato Tyson, rivolgendomi un'occhiata.

«Andiamo! Jimmi è quel belloccio che fa parte di quella band famosa di cui sono fan! Aspetta, come si chiamava...» Nonna Dorothy si puntellò l'indice sul mento, pensierosa.

«Come fa a non ricordarsi il nome se ne è fan?» sussurrò perplesso Tyson, cercando di non farsi sentire dalla nonna. Feci spallucce.

«I BTS!» esclamò all'improvviso nonna Dorothy, attirando entrambi i nostri sguardi su di lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 05, 2021 ⏰

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