Capitolo 30 - L'interrogatorio

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Ciao a tutti, lettori di My personal trainer❤️ È da tanto che non aggiorno, lo so. Spero di potermi far perdonare con questo capitolo, che sono riuscita a completare solo ora nonostante avessi detto che lo avrei pubblicato molto prima. Volevo approfittare di questo capitolo per ringraziarvi tutti. Poco fa ho visto quanti lettori questa storia sia riuscita a raggiungere e ancora non riesco a capacitarmi di ciò. Vi ringrazio tantissimo, non solo per le vostre letture, ma anche per i commenti stupendi che mi lasciate ogni volta. A proposito, cercherò di rispondere a tutti🙈 Grazie ancora❤️

P.S. Ho riletto il capitolo solo una volta e volendolo postare al più presto non sono riuscita a fare tutte le opportune correzioni. Quindi perdonatemi se trovate qualche errore, li correggerò tutti in seguito. Detto ciò, buona lettura e al prossimo capitolo❤️

«Non è decisamente quel che sembra.» Il viso di Ashton sembrò impallidire mentre guardava con occhi sbarrati la persona davanti a sé.

«Lei dice, signor Moore?» l'agente lo guardó con la coda dell'occhio. «Perché a me sembra che sia proprio il contrario.»

Blaire tremava accanto a lui. Tyson, seduto di fianco a me, se ne stava semplicemente in silenzio e sembrava quasi divertito dalla scena a cui stava assistendo. Gli diedi una lieve gomitata ed in risposta il suo sorriso svanì. «Che c'è?» bisbigliò corrucciato, massaggiandosi il braccio.

«Da quel che mi risulta, lei e la signorina Johnson avete violato il domicilio del qui presente signor Parker, stamattina.» continuò l'agente Stielberg, grattandosi la lieve barba rossiccia e guardando il foglio che aveva in mano.

Ashton si portò entrambe le mani sul viso, ancora incredulo. A quella visione, l'agente inclinò un po' il capo, squadrandolo con aria severa. «Sbaglio?»

«Accidenti, non so davvero in che altro modo spiegarglielo.» Ashton sembrava molto vicino ad un attacco isterico. «Ty, diglielo pure tu, cazzo!»

«Signor Moore, si contenga! Questa è la seconda volta che glielo ripeto, non me lo faccia rifare una terza.» Il tono usato dall'agente Stileberg ci fece immobilizzare tutti e quattro. Pareva ancora su tutte le furie ma d'un tratto sembrò tranquillizzarsi. Prese un profondo respiro e si voltò verso Tyson.

«Signor Parker, mi dica lei. È tutto nelle sue mani.» sentenziò.

Tyson lo guardò per qualche secondo e improvvisamente il suo viso si fece inespressivo. «Credo che una condanna di un anno non gli farebbe per niente male.»

Ashton si alzò di scatto dalla sua sedia, torreggiando su di Tyson, che lo squadrava dal basso. «Cosa?! Stai scherzando, vero? Ty, non puoi farmi questo!» Si passò una mano tra i capelli. Sembrava davvero esausto. «Lo sai benissimo che non verrei mai a fare qualche crimine a casa tua!»

«A casa sua?» l'agente Stielberg alzò un sopracciglio.

«Questo non vuol dire che tu non lo possa fare a casa di qualcun'altro allora. Vedi? Sei un soggetto pericoloso, Ash.» ribattè Tyson, mantenendo la stessa espressione.

Ashton sembrava incredulo. Si lasciò scivolare le braccia lungo i fianchi, rassegnato. «Dimmi che è tutto uno scherzo.» Visto che da Tyson non ottenne nessuna risposta, si voltò verso di me. «Terri, digli qualcosa ti prego!»

Pensai attentamente alle parole appropriate da usare. Prima che iniziasse l'interrogatorio dell'agente Stielberg, Tyson mi aveva chiesto di reggergli il gioco, in modo da far spaventare un po' Ashton e fargli capire la gravità della sua azione. «Ecco, agente... Io penso che Ashton non lo abbia fatto con fini criminali.» iniziai, incrociando gli occhi dell'agente che avevo davanti. Se avessi fatto l'errore di guardare Ashton non sarei più riuscita a mentire. «Io lo conosco bene. È una persona molto istintiva e a volte strana.»

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