Capitolo 19 - Devi decisamente cambiarti

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«Stasera organizzo una festa.» ci informò Ashton esaltato, cingendo con un braccio le spalle di Tyson. «Ovviamente dovete esserci.»

Stavamo ritornando a casa insieme, ormai continuavamo a farlo da un po' di giorni.

Il nostro rapporto si era come rafforzato,  eravamo diventati quasi un gruppo. Tyson continuava a lanciare occhiatacce a Trevor, ma ormai neanche il diretto interessato ci faceva più caso.

Quel giorno però Trevor non c'era. Era dal pomeriggio in cui eravamo andati al cinema insieme che mancava a lezione. Le sue assenze ingiustificate continuavano ad alimentare le mie preoccupazioni. Non facevo altro che domandarmi chi fosse la Rose che l'aveva chiamato e a causa della quale era scappato così urgentemente. Dovevo scoprire di piú sul suo conto.

«Terri?»

Mi girai subito, al suono del mio nome.

«Cosa?» chiesi spaesata, mentre le sopracciglia di Ashton si aggrottavano perplesse.
Oddio, cosa aveva detto?

«Ti ho chiesto se vieni, ma non mi hai risposto.» Allontanò il braccio da Tyson e si avvicinò di qualche passo a me, affiancandomi e continuando allo stesso tempo a camminare.

«Non penso. Non sono un tipo da feste.» rifiutai secca, continuando a guardare la strada davanti a me.

«Eddai.» Ashton mi diede una spinta giocosa che mi fece barcollare. Lo guardai di traverso ma mi ignorò. O meglio, non capì neanche il messaggio.
«Devi venire. Così ci presenti anche il tuo ragazzo.» insistè, facendomi l'occhiolino e sorridendo maliziosamente.

Quel gesto mi fece andare la saliva di traverso. Iniziai a tossire e lui mi diede qualche colpo sulla schiena per aiutarmi. Lo ringraziai, intomandogli di smettere, visto che i suoi colpi si stavano facendo via via piú forti.

Come faceva ad essere così forte, ma al contempo risultare maledettamente tenero?

Mi massaggiai per qualche attimo la gola, schiarendomi la voce.

«Ti ho già detto che non ho un ragazzo.» ripetei per l'ennesima volta sbuffando, ottenendo una risatina da parte di Tyson.

La mia risposta non convinse per niente Ashton, anzi lo fece infiuriare ancor di più. La sua espressione imbronciata era davvero divertente, ma non osavo di certo farglielo notare.

«Non mi importa se dici che non ce l'hai. Tu ci vieni eccome alla mia festa, con o senza di lui.» mi puntò contro un dito, offeso.

Rimasi allibita.
Sembrava davvero non voler accettare un no come risposta e la sua determinazione era davvero ammirevole.

Stavo per pensare ad una scusa qualsiasi per tirarmi fuori da quel pasticcio, ma non mi diede neanche il tempo di pensare, che stava già svoltando.

«Ci vediamo stasera allora, ragazzi.» sorrise raggiante, sventolando la mano per aria in segno di saluto. Poi puntò un dito contro Tyson, ritornando di colpo serio. «E tu assicurati che lei venga. Ho una sorpresa fantastica per voi.»

Le sue labbra si incurvarono di nuovo in un sorriso. Dopodiché si voltò e proseguì a camminare, allontanandosi sempre di piú dal nostro campo visivo.

Sia io che Tyson ci guardammo in faccia, chiedondoci forse la stessa cosa: che razza di sorpresa aveva  in serbo per noi quel pazzo? Conoscendo il soggetto, non avevo idea di cosa potesse essere.

Ricominciammo a camminare, fianco a fianco nello stesso sentiero stretto in cui le nostre mani si erano strette l'una all'altra e i nostri sguardi si erano incastrati.

Mi sentii di colpo a disagio, sentendo una strana sensazione allo stomaco che mi fece spaventare. Non poteva essere. No, no, no. Non poteva proprio essere. Perché mi era venuto in mente quell'episodio?

My personal trainer [#Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora