Capitolo 28 - Dovrò vendicarmi

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«Allora... Cosa hai in programma per il compleanno di Tyson?» Non ebbi neanche il tempo di posare lo zaino a terra che Ashton mi piombó accanto.

Sbattei qualche volta le palpebre, inconsapevole di cosa stesse parlando.
«Tra poco sarà il compleanno di Tyson?»

Il suo sorriso svanì di colpo.
«Sì, più precisamente oggi.» Inarcó un sopracciglio, ancora sorpreso. «Come fai a non saperlo? Sei la sua ragazza!»

«Beh, non gliel'ho mai chiesto.» dichiarai con una scrollata di spalle. In realtà lo avevo letto da qualche parte a casa sua quando ci ero andata con Lane, ma non me lo ricordavo di certo. Insomma, non ci avevo fatto molta attenzione. In quel periodo non è che mi interessasse molto la sua vita privata e ciò che lo riguardava.

«Tyson non ti ha accennato niente? L'anno scorso ha organizzato una mega festa per il suo compleanno. Ma questa volta non ha ancora annunciato niente.» Mi squadró per qualche secondo dall'alto in basso. Il suo cervello stava cercando di analizzare la situazione.
«Ho sempre saputo che Tyson era un tipo riservato ma non pensavo lo fosse anche con la sua ragazza. Davvero incredibile.»

Scrollai un'altra volta le spalle con indifferenza.
«Non deve per forza dirmi sempre tutto.»

Come se niente fosse, Ashton si sedette al mio posto. Sembrava che quella conversazione sarebbe durata un bel po'. Mi guardai attorno furtiva, ma per fortuna nessuno stava badando a noi due.
«Qui ti sbagli. In una coppia non devono esserci segreti.»

Quelle parole mi fecero corrucciare. Sembrava più il mio psicanalista che un amico.

«Noi non ne abbiamo.» scattai sulla difensiva prima ancora di rendermene conto. E lui lo notò.
«Sei sicura, Terri?» chiese scettico, inarcando ancor di più il sopracciglio.

«Ehi.» Al suono di quella voce, quasi non saltai in aria per la sorpresa. D'altro canto però, ero felice che Tyson ci avesse interrotto. Sapevo che Ashton aveva ragione, ma non volevo star lì a discuterne con lui. Ciò non avrebbe fatto altro che far aumentare i miei sensi di colpa.

«Ehi, amico. Come va?» Ashton afferró con sicurezza la mano di Tyson, stringendola.

«Tutto bene.» si limitò a rispondere quest'ultimo. Non sembrava molto in vena di discorsi. In pochi secondi si girò verso di me, mi afferró la testa con una mano e mi baciò la fronte. Prima che potessi dire qualcosa le mie guance si tinsero di rosso.

«Ciao, pasticcino.» sussurrò con un sorriso. E che sorriso...

«Allora... Stasera mega festa come al solito?» la voce di Ashton mi riscuoté dal mio stato di trans. Ci voltammo entrambi in direzione di Tyson, attendendo la sua risposta. Non è che io volessi andare a quella festa. Credetemi, non era proprio mia intenzione passare un'intera serata in compagnia di ragazzi ubriachi e puzzolenti. Avevo di meglio da fare nella vita. Però non volevo neanche lasciare Tyson in preda alle tante gatte morte del nostro campus. Era il 15 di novembre, ma Tyson poteva benissimo voler organizzare una festa in una piscina coperta e riscaldata. E certe ragazze adorano quel genere di cose...

Oh, se anche una di loro avesse provato ad avvicinarsi a lui-
«Questa volta no.» I miei pensieri omicidi furono interrotti.

«Come no? Sei serio, amico? Davvero non vuoi festeggiare?» Ashton era sopreso alquanto me da quelle improvvise parole.

«No, festeggeró. Ma solo con la mia fidanzata.» Guardai Tyson di traverso. Quand'è che avevamo parlato della cosa?

Ashton si incupì.
«Non ti riconosco più, Ty.» sbuffó, chiaramente contrariato. Aveva l'espressione imbronciata di un bambino a cui avevano proibito qualcosa.

My personal trainer [#Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora