Capitolo 17 - Di nessun altro

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«Pasticcino!» Tyson richiamò con enfasi la mia attenzione mentre entrava spavaldo in aula. Imbarazzata, abbassai in fretta la testa sul banco, mentre il resto degli studenti puntava lo sguardo su di me.

Dovevo rimanere tranquilla, tra lì a poco la tortura sarebbe finita e me ne sarei potuta ritornare a casa. Lo sentii sedermisi accanto, ma non accennai a muovermi. Ero troppo imbarazzata. Dopo quel che era successo il giorno prima in bagno, mi vergognavo persino a girare per casa. Avevo coperto il segno con un cerotto, ma quella specie di bollino rosso era così grande che una parte restava scoperta. Come se non bastasse, Chuck era entrato in camera mia nell'istante esatto in cui stavo coprendo quell'obbrobrio. Quella visione era bastata per alimentare la sua illimitata fantasia. Ora credeva che fossi stata trasformata in vampiro e girava per casa con una collana d'aglio appesa al collo, invocando santi di ogni genere. Era stupefacente che un bambino della sua età ne conoscesse così tanti.

Sentii uno strano fruscio accanto e me. Qualcosa mi percorse lentamente la pancia, facendomi saltare per aria. Cosa diavolo era stato? Dopo qualche momento di sconcerto iniziale, realizzai che era stato semplicemente il dito di Tyson. Mi sfuggì un sospiro di sollievo. Gli schioccai un'occhiataccia e tentai di accasciarmi di nuovo, ma non fui abbastanza veloce. Tyson mi afferrò per entrambe le spalle e mi costrinse a voltarmi verso di lui.

«Cosa vuoi?» sbottai irritata, accigliandomi.

Un sorrisetto furbo gli si dipinse sulle labbra prima che spostasse una mano sul mio collo, tirando via il cerotto e lasciandomi ad occhi sbarrati. Finse un gemito di sorpresa e si portò teatralmente una mano alla bocca, facendo girare le teste della maggior parte dei ragazzi che ci circondavano. Quel brutto bastardo... Aveva decisamente delle gran doti da attore.

«Cosa ti è successo al collo? Ti ha morso un cane?» scherzò a voce fin troppo alta, facendo scoppiare a ridere gli altri. Una ragazza non molto lontana da noi allungò il collo per scrutarmi meglio. Sgranò gli occhi e si girò subito verso la sua amica.

Sbuffai, allontanando bruscamente la mano di Tyson.

«Già, un cane.» annuii assottigliando lo sguardo. «Pensavo che non fosse niente di che, ma non mi sento molto bene. Forse dovrei andare a fare qualche visita. Magari quel cane aveva la rabbia...»

Lasciai volutamente la frase in sospeso, facendolo rimanere senza parole. Proprio l'effetto che desideravo. Sorrisi, fiera di me.

«A me sembra tutt'altro che il morso di un cane.» sentenziò Ashton, in piedi, a pochi passi da noi. Barcollai sulla sedia, portandomi una mano sul cuore. Da dove diavolo era spuntato fuori? Ma cosa più importante: perché mi stava parlando?

«Ehi, Ashton. Non pensi anche tu che Jordan ci nasconda qualcosa?» gli domandò Tyson, indicandomi col mento.

«Già...» convenne l'altro, pensieroso. Si mise a braccia conserte, puntellandosi il mento per qualche istante. «Non è che stai con qualcuno? Avevo sentito in giro che stavi con uno, prima.»

Rimasi pietrificata. Come aveva fatto a sapere una cosa del genere? Lanciai un'occhiata investigatoria a Tyson, il quale alzò le spalle fin troppo innocentemente.
«In giro da chi?» indagai, tentando di mantenere un tono neutro.

«Nessuno in particolare. Era solo una voce.»

Ashton sembrava sincero. Sicuramente non sapeva chi aveva messo in giro il pettegolezzo.

Ispirai profondamente, tranquillizzandomi. Dovevo rimanere calma. Era l'unico modo per far sparire quei tremendi pettegolezzi.

«Ma quella è storia vecchia! Ora la nostra Jordan esce con un altro ragazzo, che per giunta è molto più figo. L'ha presentato anche ai suoi.» intervenne di punto in bianco Tyson, colpendo giocosamente Ashton su un braccio. Quest'ultimo si sbilanciò per qualche istante, ma subito ritornò alla sua posizione iniziale. Il suo viso era una maschera di incredulità e sorpresa.

My personal trainer [#Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora