Questo capitolo è dedicato a , spero che Blaire in qualche modo ti rispecchi almeno un pochino. Detto ciò, scusatemi ancora per l'enormissimo ritardo e gli errori che potreste trovare nel capitolo. Buona lettura❤
«Cosa ci fai qui, Blaire?! Non dovevi essere in Inghilterra?» esclamai, chiudendomi la porta alle spalle. Avevo salutato Tyson in fretta. La lunga occhiata che mi aveva lanciato Blaire non appena ero entrata a casa mi aveva in qualche modo risvegliata da quello stato di torpore in cui mi ero trovata dopo l'incontro con Tyson. All'improvviso, ciò che era successo mi sembrava tremendamente sbagliato ed imbarazzante. Cosa diavolo mi era passato per la testa in quel momento?
«È una storia lunga, Terri.» borbottò muovendo svogliatamente una mano per aria per farmi capire che non ne voleva parlare. Mi diede le spalle e aprì il frigo, armeggiando alla ricerca del cartone del succo di frutta. «Ci sono andata in Inghilterra e ci sono rimasta anche un bel po', ma non era il posto per me.» asserì guardandomi, bevendo poi un lungo sorso.
Sbattei le palpebre per qualche secondo, ancor piú scioccata da quanto alle leggera stesse prendendo la questione.
«Cosa intendi dire con "non era il posto per te"?» mimai infuriata con le dita. «Blaire, lo sai benissimo quanto hanno faticato i tuoi per poterti permettere di studiare a Yale!»I suoi genitori erano dei semplici agricoltori. Vivevano da anni nel Wisconsin e avevano lavorato davvero duramente per permettere alla loro unica figlia di studiare in un'univesità prestigiosa. Quando eravamo in una situazione economica più stabile, mia madre aveva insistito nell'aiutare almeno in minima parte mia zia, nonché sua sorella, nelle spese riguardo all'università. Ma lei si era opposta, assicurando alla sorella che in qualche modo ce l'avrebbero fatta.
Immaginate ora il mio disappunto nel vedere Blaire a casa mia, con un cartone di succo d'arancia in mano e la seria intenzione di abbandonare il progetto per cui i suoi genitori avevano faticato così tanto.
Sbuffai esasperata, mettendomi a braccia conserte ed appoggiandomi al bancone, davanti a lei.
Alla vista della mia postura autoritaria alzò gli occhi al cielo, facendo una smorfia.
«Lo so, non inizare di nuovo con la solita predica da cugina maggiore. Abbiamo la stessa età!»«Esatto, ma certe volte ti comporti come se fossi molto, ma molto più piccola ed ingenua.» ribattei, scuotendo la testa.
Mi lanciò uno sguardo truce.
«Non sono ingenua. Semplicemente cerco di vivere la mia vita come voglio.»Quelle parole immature mi fecero arrabbiare ancor di più.
«Oh, certo. Girovagando per il mondo e mettendoti con ragazzi a caso?» esclamai, raddrizzandomi e stringendo gli occhi in due fessure.«Esatto.»
Avevo sentito male, vero? Non poteva averlo detto veramente.
Scossi la testa con disappunto, passandomi esasperata una mano tra i capelli.
«Non ho parole.»«Calmati, Terri. Sta tranquilla, ho già pensato a tutto io. Meglio se ne parliamo domani però, visto che adesso sarai sicuramente stanca.» Blaire mi si avvicinò, avvolgendomi le spalle con un braccio. Mi rivolse la sua solita espressione da cucciolo indifeso, quella che usava ogni volta che voleva ottenere qualcosa.
Sbuffai. Aveva ragione, ero stanca e arrabbbiarmi non serviva a niente.
«D'accordo, ne parliamo domani. Con una mano le arruffai i capelli, cosa che lei odiava. Infatti si ritirò indispettita.
«A proposito di ragazzi... Quel figo là fuori chi era?» chiese poi alzando ed abbassando le sopracciglia con malizia, aggiustandosi contemporaneamente la chioma biondo scuro. Le diedi una lunga occhiata, notando con sollievo che non era cambiata per niente. Era sempre la stessa ragazza sfrontata che il giorno del mio sedicesimo compleanno si era presentata con tutta la chioma riccia color rosa fluo. Tinta che si era fatta a casa da sé, soprattutto. Sembrava essere dimagrita di qualche chilo, il suo fisico aveva acquisito un'invidiabile forma a pera che neanche il pigiama con i pony rosa che aveva addosso riusciva a coprire.
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My personal trainer [#Wattys2018]
RomanceTerri Jordan, matricola e studente modello, ha sempre odiato le sue forme voluminose, ma non ha voluto mai ammetterlo. Soprattutto non davanti a Tyson Parker, il quale sembra proprio divertirsi un mondo nel stuzzicarla e ridicolizzarla in pubblico...