Capitolo 22 - Tu non lo conosci

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«Da quando tu e Tyson state insieme?»
Ashton si precipitò di soppiatto di fianco a me non appena la lezione finì, facendomi venire un colpo. Alzai lo sguardo dal mio quaderno, per incrociare i suoi occhi azzurri, i quali mi osservavano con un misto di stupore e malizia.

Aprii la bocca per dire qualcosa ma subito mi zittì con un'altra domanda.
«Era lui il tuo ragazzo misterioso, fin dall'inizio?»

Jackson e Miles, che erano seduti pochi posti davanti a me stavano ascoltando tutto. Inoltre Amber Miller, la ragazza più pettegola del nostro corso, aveva fatto girare in giro la voce che andavo a letto con Tyson Parker. La maggior parte degli studenti ora, era intenta a scommettere quanto sarebbe passato prima che mi avesse mollata su due piedi.

Volevo sprofondare nella sedia in cui ero seduta.

«Esatto, ero io.»
Tyson si materializzò accanto a lui, avvolgendogli le spalle con in braccio.

A quelle parole Ashton esordì un sorriso e i suoi occhi si illuminarono.
Rimasi ancora immobile a pensare a quale fosse il modo più intelligente di agire.

«Wow, amico.» Ashton alternò lo sguardo da me a Tyson. «Congratulazioni! Non pensavo che voi due...»

Ci indicò con un dito, accigliandosi.
«No, niente. Sono felice che stiate insieme.» disse infine, sorridendomi.

«Come non lo pensavi? Ti avevo detto che il suo ragazzo era molto affascinante, dovevi arrivarci.» ribattè piccato Tyson, distaccandosi di colpo.

Mi coprii il volto con le mani, imbarazzata. Le loro scenette attiravano sempre l'attenzione di qualcuno.

«Solo perché tu ti consideri affascinante, non vuol dire che anche gli altri lo pensino.» si difese Ashton, imbronciandosi.

Tyson sbattè le palpebre per qualche secondo, incredulo. «Tu, piccolo...» Alzò un pugno per aria, ma si fermò subito.
«Vuoi che la baci qui davanti ai tuoi occhi in modo che tu mi creda?»

«Ok, adesso basta. Io me ne vado.»

Raccolsi i libri in fretta e li infilai nello zaino. Mi feci spazio tra i due con le mani e mi allontanai col capo chino.

Tyson mi seguì di corsa, lasciando Ashton indietro da solo a farfugliare.
«Vuoi un passaggio, pasticcino?»

«Abito a pochi isolati da qui, Tyson. Non c'è bisogno che mi accompagni.»

«Beh, cosa c'è di male se voglio accompagnare la mia ragazza a casa? Ci sono tanti tipi strani in giro.» obbiettò facendo spallucce.

«Tipo te?»

Il suo sguardo passò da sorpreso a malizioso in un batter d'occhio.
«No, io sono ineguagliabile.»

«Wow, non pensavo che nel tuo dizionario esistessero parole come "ineguagliabile".» lo punzecchiai, ridendo sommessamante alla sua espressione sconcertata. Tutti gli studenti che ci passavano affianco in quel corridoio continuavano a gettarci occhiate curiose. Che fastidio.

«Tesoro, il fatto che tu sia la mia ragazza non ti-»

Mi fermai subito sul posto, col fiato sospeso.
«Trevor.»

Quest'ultimo mi guardava con uno sguardo talmente triste che mi fece spezzare il cuore.

«Possiamo parlare?» chiese con una voce così fievolo che temetti di averla sentita solo io.

Strinsi ancor di più le mani alle spalline dello zaino.
«Tyson puoi andare per primo, per favore?»

Tyson sembrò esitare per qualche secondo, supplicandomi con gli occhi di non andare.
"Ti prego" gli feci segno con le labbra, in modo che Trevor non potesse sentire.

My personal trainer [#Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora