Capitolo 14 - Bigliettini e delusioni

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Lane era davvero innamorata di Tyson? Mi scompigliai i capelli, frustrata da quella domanda che continuava a ronzarmi per la testa. Perché continuavo a pensarci? Doveva essere una questione che riguardava solo loro due.

Eppure, avevo passato tutto il pomeriggio a pensare a quella cosa e a lavoro Rayan mi aveva dovuto rimproverare molte volte a causa della mia sbadataggine.

Rientrai in aula che ero ancora scombussolata da quel che era successo. Mi sedetti nel mio solito posto e subito qualcosa attirò la mia attenzione. Sul banco c'era un foglietto con una scritta. Lo presi e sgranai gli occhi non appena riuscii a decifrare quella scrittura maldestra.

Sei davvero carina quando sei sovrappensiero.

-T

T? Mi guardai intorno, alla ricerca del proprietario. Nessuno però stava guardando nella mia direzione. Chi poteva essere? Non conoscevo nessuno con quella iniziale. A parte Tyson... Ma era impossibile che fosse stato lui. Non era tipo da messaggi smielati e bigliettini. Fino a non molto tempo fa non ero neanche convinta del fatto che sapesse scrivere.

No, non era sicuramente lui. E anche se fosse stato Tyson? Cosa avrei fatto? Perché quel biglietto per una frazione di secondo mi aveva fatto sorridere? Dovevo decisamente andare da uno psicologo. Quella situazione mi stava sfuggendo di mano.

Il ragazzo misterioso doveva conoscermi bene però, visto che sapeva dove sedevo di solito. Mi infilai il biglietto in tasca quando vidi il professore entrare e cercai di concentrarmi sulla lezione.

Quando arrivò l'ora di pranzo, decisi di uscire a pranzare nei tavoli fuori in giardino, visto che il sole splendeva alto in cielo e il suo tepore dava una piacevole sensazione sulla pelle.

Stavo tagliando la mia bistecca quando Tyson si sedette proprio di fronte a me, senza neanche chiedere il permesso.

«Ehilà, Jordan.»

Gli feci un cenno col capo in risposta e continuai a tagliare la mia carne con veemenza. Mi sa che avevo sbagliato a prenderla, visto che sembrava molto difficile da spezzettare.

Però non volevo guardare in faccia Tyson dopo quel che era successo alcuni giorni prima, quindi quella carne era molto utile in quel momento.

«Perché-»

«Ciao.»

Al suono di quella voce sconosciuta, alzai lo sguardo dal mio piatto.

Mi imbattei in due dolci occhi verdi brillanti che sembravano quasi sorridermi. Pure il viso del ragazzo era angelico, aveva dei tratti morbidi ed era incorniciato da folti riccioli biondi. Non aveva la barba ed un fisico statuario, a differenza di Tyson, ma nella sua dolcezza aveva anche un non so che di virile.

I miei pensieri si arrestarono. Perché lo stavo confrontando con Tyson? Stavo impazzendo, stavo decisamente impazzendo.

Il ragazzo aveva inarcato un sopracciglio, ma il suo sorriso non era svanito. In quel momento mi resi conto di non avergli risposto.

«Oh, ciao.» esordii con un sorriso.
Scorsi con la coda dell'occhio Tyson guardarci di traverso.

«Non credo che tu mi conosca. Sono Trevor. Mi sono trasferito qui da poco.» Mi allungò una mano che afferrai di rimando.

«Piacere, Trevor. Io sono Terri.» mi presentai, sorridendogli.

«Sì, lo so. E' da un po' che ti ho notata.» sorrise anche lui timidamente.

Tyson, che guardava stranamente interessato la scena, si schiarì la voce.

«Ah, lui è Tyson.» aggiunsi distrattamente, continuando ad osservare Trevor.

My personal trainer [#Wattys2018]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora