«In che senso hai trovato un ulteriore lavoro?»
Il mio tono era abbastanza teso, nonostante non volessi darlo a vedere.«Mamma, in questo modo non avrai più tempo neanche per te stessa!» sbottai infine, incapace di controllarmi ulteriormente.
Dall'altro capo del telefono ci fu solo un lungo silenzio.
«Lascia che mi trovi un ulteriore lavoro part-time.» la supplicai, mentre finalmente mi sedevo accanto a Tyson sul divano.
«Va bene, baderó io a Chuck.»
La telefonata terminò lì, lasciandomi ad osservare assorta il vuoto davanti a me.«Tua madre lavora anche oggi?»
Tyson mi risvegliò dai miei pensieri, ricordandomi della sua presenza. Quasi mi ero dimenticata che fosse di fianco a me. Le sue iridi marroni erano fisse su di me e la sua espressione si fece preoccupata.Mi passai una mano tra i capelli, frustrata da quella situazione che ormai andava avanti da anni o più precisamente da quando "quella persona ci aveva lasciati".
«Sì, ormai non riesco neanche a vederla più. Quei maledetti creditori-» sbottai sovrappensiero, ma mi fermai giusto in tempo. Non era il momento adatto. Non potevo ancora parlare a Tyson di Richard. Non dopo aver scoperto che era anche il suo allenatore.«Quali creditori?»
«No, niente. Non preoccuparti.»
Il viso di Tyson cambió di colpo espressione, diventando preoccupato.
«Se ti serve un aiuto in denaro posso chiedere a mia madre.» Con un mano mi accarezzò la guancia.«Non preoccuparti, Ty.» strinsi la sua mano con la mia.
«Ci servono solo dei soldi in più per alcuni piccoli debiti. Niente di grave.»I nostri debiti andavano ben oltre quel che volevo far vedere, ma non era giusto immischiare anche lui in tutto ciò. Nonostante il mio lavoro part-time ed i turni sfiancanti di mia madre, non era facile ripagarli, dovevo ammetterlo.
Era soprattutto in momenti come quello che odiavo Richard,e la consapevolezza che ormai potesse essere più vicino di quel che immaginassi mi incuteva un certo timore.
«Va bene, ma se vi posso aiutare in qualcosa non esitare a dirmelo.» Tyson mi stampó un lieve bacio sulle labbra, spazzando via i pensieri negativi che continuavano ad annebbiarmi la mente.«Grazie.»
«Ehw, che schifo.» Ci gira mo entaambi in direzione della voce, vedendo Chuck scendere dalle scale con un cesto in mano.
«Ciao, Chucky.» Tyson si alzò in piedi sorridente e con le braccia allargate, pronto ad abbracciarlo.
«Ciao, Tyler.» rispose invece Chuck, indispettito.
«Io non mi chiamo Tyler.»
«E neanche io Chucky!» sbraitó forse per la centesima volta mio fratello, attirando finalmente l'attenzione di Tyson.
Quest'ultimo rimase sconvolto nel vederlo marciare poi verso la cucina, sbattendo i piedi ad ogni singolo passo.
«Perché sembra sempre in pre-ciclo ogni volta che lo vedo?»
La sua faccia era così buffa che mi sfuggì una risatina.
«Penso che tu non gli vada molto a genio, visto come sbagli sempre il suo nome.»«Non è affatto vero! I bambini, in genere, mi adorano.» si difese Tyson, corrucciato.
«Quali bambini? Quelli immaginari non contano, eh.» lo presi in giro. Nel frattempo mi alzai anch'io dal divano, lanciando un'occhiata all'orologio appeso al muro. Erano già le tre del pomeriggio.
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My personal trainer [#Wattys2018]
RomanceTerri Jordan, matricola e studente modello, ha sempre odiato le sue forme voluminose, ma non ha voluto mai ammetterlo. Soprattutto non davanti a Tyson Parker, il quale sembra proprio divertirsi un mondo nel stuzzicarla e ridicolizzarla in pubblico...