21.

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L'ospedale puzza. Sa di vecchio e medicine che dall'odore hanno un gusto terribile. Il mio cervello.... l'idiota del mio cervello, è andato in crash. Pure il mio cuoricino, che ora mi sembra di non sentirlo più. Molto lentamente apro gli occhi, per non essere accecata dal lampadario al neon della stanza. I miei capelli, sono raccolti a coda di cavallo, quindi qualcuno deve avermela fatta. Mi fa male la testa.... è il braccio, che è esanime ed è bucato da un ago enorme.
La pelle del mio braccio è cadaverica. Mi sembra di essere morta. Vicino a me, sulla sinistra, si può ammirare una macchina che prende le pulsazioni del mio cuore. Per ora è regolare. Per la barba di Merlino. Ma i miei genitori??? Dove diavolo sono?? Non voglio stare da sola... e soprattutto non qui. Aiutoooo!
Giro molto lentamente la testa verso destra, e vedo Ed, che si è addormentato su una poltroncina color zenzero. È più carino di quanto pensassi,quando dorme. Awwwww. Mi verrebbe voglia di alzarmi e andare li ad abbracciarlo. Ma non posso. Non ne ho neanche la forza. Al massimo riesco a girare la testa solo da un lato.
Resto immobile a fissarlo per svariati minuti. Quando finalmente si sveglia, i suoi meravigliosi occhi azzurri, dove io ci farei il bagno dentro, incontrano i miei.
-Sei sveglia- è la prima cosa che riesce a dire.
-Lo noto- ribatto in modo stanco, quasi sbadigliando -comunque... da quanto sono ridotta così?-
-circa un giorno- dice -i medici hanno detto che hai avuto un piccolo attacco di cuore..tu ne sai qualcosa?? Da quanto soffri di cuore?-
-Io... io non soffro di cuore. Non so... sarà andato in tilt...non ho niente che non vada in me-
-capisco...-
Il silenzio cade. Anche il paziente che mi sta accanto, un ragazzino di quindici anni, sta zitto.
Entra un dottore.
-Sì è svegliata finalmente-
-già... -annuncia Ed, mentre mi stringe la mano.
-Giovanotto, è meglio che tu vada a casa, devi riposarti-
-la ringrazio del consiglio, ma io voglio stare qui con lei se non le dispiace-
-Ahhh... l'amore- dice un infermiera, entrando dalla porta.
-Che ci vuole fare- sorride Ed.
Da quando.... si insomma.... stiamo insieme????? Mi piace. Me gustaaaaa, anche se è una grande bugia.
-Signore.... può uscire?? Dobbiamo fare delle analisi alla paziente-
-certamente, ora vado...- dice -Fai la brava eh- e mi bacia sulla fronte.
-Always- rispondo sorridendo. E se ne va.
Mi prelevano circa mezza boccetta di sangue. Ma chi lo devono dare ad Edward Cullen per caso??? No vabbè. Io e le mie battute. Manco avessi il cellulare diamine!
♡♡♡
Quando i medici hanno finito di torturarmi, entrano i miei genitori.
-Gaia, amore mio, vita mia, per fortuna stai bene!- grida mamma appena mi vede e si fionda su di me.
-Mamma... mi stai schiacciando il braccio- dico coprendo un gemito di dolore.
-oh scusa Gaia- dice lasciando il posto a papà.
-Gaia...- prende la parola papà - noi staremo via un po' di tempo- cosa???? Che cazzo succede??? -partiamo... sei maggiorenne... ci fidiamo di te-
-ma... ma dove andate??-
-Mi hanno trasferito a Mosca... Gaia.... è tua madre non vuole lasciarmi sola-
-e a me... a me chi ci pensa????- grido esplodendo in un pianto sommesso.
-ci penso io a te- suggerisce una voce all'esterno della stanza. Ed.
-Ma Ed... devi ancora finire il Tour!-
-Ma che vada al diavolo! Ho una vita! E se decido che ti assisterò, così farò! Ti ricordo che sono un pochino più grande di te!-
- Ed..... promettici che ti prenderai cura della nostra piccola perfavore-
-È un dovere signora, è per me sarà un piacere- ammette strappandomi un sorriso -devo solo telefonare a Josh, per farmi avere i miei vestiti, e la mia attrezzatura, non ci vorrà molto penso-
-Noi dobbiamo prendere il volo Arthur.... se la caveranno- sussurra mamma, mentre si avvia verso la porta. Si prendono per mano, svoltano l'angolo. Basta. Ho diciotto anni! Sono indipendente... più o meno.

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