37.

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Dopo circa venti pagine, la mia vista comincia ad appannarsi. Brutto segno. Quindi, chiudo il libro sfregandomi gli occhi con una mano. Un dolore atroce comincia farsi sentire sul capo e molto velocemente si propaga per il resto del corpo. Devo chiamare qualcuno. Ma chi? Ed. Nella speranza che risponda al telefono. Ti prego rispondi!! Implora la mia testa, mentre il telefono squilla. Ti prego, ti prego! Mi viene da vomitare. Devo trattenermi. Anche se è molto ma molto difficile. *Questa è la segreteria telefonica di...* spero di non morire prima che richiami. Non voglio. Intanto, la testa, sembra essere come un'arancia nel momento della spremitura. Mi sembra di morire. Il mio stomaco, che ora è sottosopra, sembra dar retta al cervello. Mentre arriva un conato di vomito, mi avvio molto velocemente al primo cestino o water o perché no, al primo lavandino, per rilasciare le sostanze che galleggiano nella mia bocca. Ma al posto di sputare quest'ultime, vedo un liquido rosso scuro. Sangue. Sto per morire. Ma non voglio morire!! Ho ancora una vita davanti! Penso in preda al panico. Gaia!!! Zitta! Che poi ti agiti, vomiti, vai all'ospedale e poi muori! Non succederà! Tu non puoi schiattare così! Non devi!
Mentre ritorno a prendermi il cellulare, trovo otto chiamate perse. otto. Chiamate. otto chiamate? otto chiamate! Ed. Cerco di stendermi mentre lo richiamo. Ma niente. Di nuovo in bagno. Missà che dovrò piantarci una tenda, in bagno. La prima cosa che apre la nostra telefonata sono i versi dei conati, che si propagano in tutta la stanza. Sto da culo.
-Che succede!?? Stai bene??!- è tutto quello che riesce a dire.
-ospedale...- è quello che mi esce a stenti dalle labbra.
Molto in fretta, Edward, lascia lo studio di registrazione senza dare spiegazioni e si precipita in fretta e furia da Gaia.
Una volta in casa, si ritrova Gaia nel bagno del piano terra, sporca di sangue dovunque dai vestiti ai capelli. Senza ripensarci due volte, la prende in braccio, senza preoccuparsi delle macchie che il liquido rossastro potrebbe procurare ai vestiti, e la porta immediatamente al pronto soccorso più vicino.
I medici, appena i due giovani si presentano all'interno della struttura, fanno accomodare la ragazza in una barella e fanno sedere Edward in sala attesa, all'oscuro di tutto.
♡♡
Quando mi risveglio, mi ritrovo in una stanza d'ospedale, tanto per cambiare. I miei vestiti, che ho macchiato con i miei schizzi, sono sostituiti da un pigiama che prude. I dottori, sono tutti illuminati, quando mi vedono sveglia. Che è?? Stalker?? Se pensano che io non li veda si sono veramente sbagliati. oppure.... io vedo il mondo Invisibileeee! Fuck yaehhhhhhh! Sono una cacciatrice. o forse no. Più probabile è la seconda.
-Dov'è Ed??- dico, quasi automaticamente.
-Quel Giovanotto??- dice un infermiera che assomiglia vagamente a mia nonna. Mi fa paura.
-Sì... lui- rispondo.
-È rimasto tutto il tempo in sala attesa per sapere tue notizie! Quello si che è uno da sposare! Altro che mio marito Chuck!- oooooookkk. Comincia a farmi veramente paura.
-Bhè... ora dov'è?-
- credo che sia ancora seduto lì- fa cenno la donna al dottore -vuoi vederlo??-
-Se voglio?? Certo che lo voglio!-
-Ah... voi giovani e l'amore- borbotta l'altro medico mentre mi fa l'occhiolino -Dorothea! Vai a chiamare il ragazzo!-
-Vadooo!- dice precipitandosi fuori dalla stanza.
-Ragazzo!!- la sento urlare -la tua lei si è appena destata!-
Non faccio in tempo a sentire altro che il mio lui è già vicino a me. Mi sta accarezzando i miei poveri capelli dall'aspetto orrendo.
-Hey- sussurra.
-ciao- dico, baciandogli la guancia. Lui ricambia. Ma sulle labbra.
- non farmi più questo scherzi chiaro??-
-non è colpa mia se ho il cervello che funziona così- dico un po ' perplessa.
-allora vorrà dire che cambieremo sistema di cura, dopo che ovviamente avranno trovato il motivo di tutto questo-
- più droga?? Già non reggo le pastiglie abitudinali.. ora me le aggiungono...-
-supereremo anche questa vedrai- dice baciandomi la fronte.
Lo spero. Lo spero vivamente.

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