30.bis

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☆ Capitolo dal punto di vista di Ed Sheeran☆
Durante la notte, dato che non riesco a dormire, vado a vedere come sta Gaia. Entro nella stanza, più silenziosamente che posso. La guardo. Un gattino dormiente, con le cuffiette ormai quasi scivolate via dalle orecchie, ed un libro, aperto in una pagina a caso, ai piedi del letto. Sembra una principessina. Le manca soltanto la corona ed il vestito. I suoi capelli formano una strana aureola sul cuscino. Adoro i suoi capelli. Molto delicatamente, la copro con una coperta di pile azzurro. Come il suo pigiama. Sistemo il libro sulle sue mani , e il suo telefono, che ormai è andato di batteria lo metto nel comodino.Le sistemo per bene la massa arancione che ha in testa. Le bacio lievemente la fronte ed esco, felice, verso la mia stanza.
♡♡♡
Bip - Bip - Bip. Che rumore assordante. La sveglia. L'unica cosa che porta una persona alla vita reale. Apro le persiane in legno d'acero, è lascio che il sole delle cinque della mattina, illumini con i suoi raggi la camera. Mi faccio una doccia veloce, cercando di lavare via lo sporco da tutto il corpo. Mi guardo attentamente le braccia. All'apparenza, sono solo macchie di colore, ma non tutti sanno che i disegni di vario inchiostro hanno una loro storia. Dal giallo, al rosso, alle varie sfumature di azzurro. Be a rainbow.
Apro l'enorme armadio, dove ancora stordito dal sonno, prendo le prime cose che mi vengono in mano. Camicia a quadri rossa e jeans. Ottimo abbinamento. Direi. Veloce come un razzo, mi fiondo in cucina per fare colazione. Chissà se Gaia si è svegliata. Bho. Sopra il tavolo della cucina, sono sparpagliati, mille e millanta (nota autrice... non so se esista lol) quaderni, dove scrivo i testi per le canzoni. Almeno le bozze. Apro il primo quaderno, dove insieme con gli spartiti, vi sono un sacco di macchie di caffè e inchiostro. Ecco come stare svegli tutta la notte. Caffè e chitarra. Prendo una penna e comincio a scrivere sopra questo blocco.
-buongiorno- gaia. Sta canticchiando.
-Vedo che sei felice... meglio così.. comunque ciao- dico, impegnato nel mio lavoro.-hai dormito???- chiedo, staccando la stilo dal blocco degli spartiti.
- si.. ho dormito molto bene....- dice. Credo che stia tralasciando qualcosa... la parte in cui si sveglia coperta, e con il libro chiuso tra le mani. Chiudo la stilografica, e il quaderno, è molto attentamente la fisso. Sembro uno stalker. Spero che non abbia questa impressione di me.
-che c'è??- chiede con un accenno di curiosità.
-i tuoi capelli... hanno qualcosa di diverso- Sotto questa luce mattutina i suoi ciuffi delicati color ginger, risaltano ancora di più, facendoli scintillare e sotto questa luce assomiglia ad un angelo senza ali.
-anche tu... trovi??- dice con una scintilla all'interno delle pupille.
-non mangi??- mi richiamo dal suo sogno, qualunque esso sia.
-si.... cavolo ho una fame- risponde in modo famelico. Sembra che il suo stomaco parli al suo posto. Che cosa inquietante. Gli occhi di Gaia, al sole luccicano come non mai. Sembrano zaffiri. Così brillanti. Sfavillanti. Azzurri.
♡♡♡
-sei pronta??- le chiedo mentre metto in moto l'auto.
-quasi.... devo prendere la borsa, che è sopra il tavolo...- dice.
-sali... vado io a prenderla- propongo, scendendo dal veicolo. Appena entro in casa, la riconosco subito, la borsa. Una borsa semplice, colorata di bianco e firmata "Prada" che giace sulla tavola in mogano. All'interno, metto le pastiglie e una bottiglietta d'acqua, che credo serviranno. La prendo in modo agile e esco dalla villa. Con il telecomando, do l'ordine di far aprire le cancellate, per poter passare con l'auto.
Durante il viaggio, sono perso in un mare di segnaletica. Non voglio prendere un' altra multa... non a casa di un fottuto trattore! (Nota autrice: era guidato da Pratticò) non voglio e non posso!
-allora, oggi avrai l'onore che io ti faccia da guida- dico strappandole un dolce sorriso.
-mmmmmmmhhh... okay..... quindi.... mi porterai anche davanti alla fabbrica della Guinness vero???- ma è fissata??
-può essere.... ma prima è meglio che ti porti a visitare luoghi.... come qualche museo o cose del genere- ribatto guardando la strada.
- anche quello della birra??-
-Va bene! basta che la pianti!-
-grazie- dice, scoccando un bacio sulla mia guancia ricoperta di barba. Non ci faccio caso. Sono troppo concentrato. (nota autrice: i due hano fatto una meravigliosa gita, dove, hanno visitato tanti luoghi remoti della zona)

Quando il sole, ormai è tramontato, ci fermiamo in una locanda, dove approfittiamo per mangiare qualcosa. E per far assaggiare la birra a Gaia. Lei, appena entra si getta come una fionda addosso al banco dei panini, dove ne prende uno con la farcitura al cotto. Da quanto credo. Io intanto mentre aspetto la mia piadina, fumo una sigaretta. Prendo due birre. Una per me e una per la ragazza rossa. Quando arriva, con in mano il suo panino, si getta sul bicchiere.
-allora?- chiedo con curiosità.
-allora che? è la cosa più buona del mondo- conferma finendo il bicchiere.
-vacci piano con quella roba... so cosa vuol dire..-
-non ne dubito- dice mostrando un aperto e caldo sorriso - posso un'altra?-
-va bene.. se proprio insisti- dico. Non mi piace negare i piaceri della vita.

Dopo circa tre bicchieri dei suoi e due dei miei, è arrivata ora di tornare a casa. È sbronza. Gli ho detto di non esagerare! Ma cos'ha in quella testa?? Non lo saprò mai. Quindi l'aiuto sostenendosi su di me, mentre raggiungiamo l'auto.

Una volta parcheggiata la macchina sulla soglia di casa, prendo in braccio Gaia per non farla "strisciare" a mo di lumaca sulla ghiaia. Sta blaterando qualcosa di incomprensibile a me, o a tutti. Neanche lei da sobria non può capirlo.
Mentre, sto dando l'ultima "giravolta" con la chiave alla serratura, si avvicina a me, con la testa barcollante per via della sbronza. Le sue labbra. Le mie. Sempre più vicine. Non ci pensare. Non devo pensare. Non posso. Invece devo. Posso e lo farò. In un lampo di tuono, le sue mani sono aggrappate al mio collo e la sua bocca sta "flirtando" con la mia. Non è male questa sensazione. Non deve finire così. Non può.

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