30.

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Il mattino seguente, mi sveglio senza cuffie e coperta con il lenzuolo. Ma io non mi ero addormentata coperta dal lenzuolo. Dev' essere stato qualcuno. Mhhhhhh. Rifletti Gaia. Mi è difficile riflettere appena sveglia. È già tanto dove sono!
Mi alzo, e vado in bagno a sistemarmi: una doccia non me la nega nessuno. Anche i miei capelli hanno bisogno di una rinfrescatina.

Dopo aver sguazzato come una paperella di gomma,credo che sia ora di dare un'asciugatina ai miei capelli gingiahhhh. Dov'è il phon ??? Cazzo ho perso la cosa più importante dopo i libri e il cellulare. Mi si increspano i capelli madognaaaaa! Non voglio assomigliare a disco stù. No. No? No! Non voglio. Fanculo. Dopo averlo cercato disperatamente, ne trovo uno nel secondo cassetto del bagno. È il phon più grande che abbia visto. Spero che riesca a tenerlo nelle mie manine da fata. Mentre, asciugo i capelli, mi guardo allo specchio. Ho un viso ovale, la pelle color latte, occhi grandi, azzurri, e naturalmente, i miei capelli Gingiahhhh! Che in questo momento assomigliano a spaghetti.  Forse, se li asciughi... non assomiglieranno più a del cibo....... non pensare..... che poi ti viene fame!!!!!!!! Ok... la deve smettere il mio cervello da Divergente di rompere il Moganoooooo!  Molto velocemente mi do una sistemata, per apparire abbastanza presentabile. Sarei il tipo da pantofole e pigiama caldo, ma oggi proprio, non ne ho voglia. Non so il perchè. Prima di uscire dalla stanza, coperta da una camicia e da un paio di jeans, piego il mio bel pigiamino e lo saluto.
-fate i bravi micetti- dico guardando la mia felpona, con un'enorme sagoma di un gatto. Chiudo la porta, e saltellando, come una che si è appena sparata una canna, mi avvio verso le scale. 

-buongiorno- dico canticchiando mentre mi avvio per riempire il mio stomaco. -Vedo che sei felice... meglio così.. comunque ciao- dice Ed, che si trova già in cucina. Sta scrivendo su un blocco di fogli.  Mmmmmmmmmmmmmmmmhhhhhh.... che sta a fa'??? -hai dormito???- chiede, staccando la stilo dal blocco degli schizzi.
- si.. ho dormito molto bene....- dico tralasciando la parte in cui mi sveglio coperta, e con il libro chiuso tra le mani. Rovisto nel frigo, per trovare qualcosa da ettere sotto i denti. Mi basterà anche una mela. Sempre se la trovo. Per un momento smetto di fare quello che stavo facendo, mi giro, e lui mi fissa.
-che c'è??- chiedo incuriosita. -i tuoi capelli... hanno qualcosa di diverso- aveva ragione. Sotto questa luce mattutina, il loro colore naturale, risalta ancora di più, facendoli scintillare. Amo l'Irlanda. Enormemente poi. -anche tu... trovi??- dico affascinata, dalla magia che i miei capelli ginger irradiano.
-non mangi??-  mi richiama Ed, portandomi al presente.
-si.... cavolo ho una fame- dico senza filtri. Non mi capita spesso, con persone nuove. Mi capita solo con i miei amici, durante dei noiosi pomeriggi, passati al parco, oppure a casa, a giocare, o a cazzeggiare, o che so.... a guardare un film. Mi capitava spesso, con i miei amici. Mi ricordo, che quando io e Alexja, avevamo quindici anni circa, abbiamo passato un pomeriggio splendido, giocando a Just Dance con la Wii. Quella si che era vita. Ma questa, lo è molto di più.  Come mi mancano...... i miei BabbaniEsclusiCapitoliniMondani cazzo! Vorrei averli sempre qui con me. Always. Ora c'è solo il presente. I miei amici, ora, staranno viaggiando per raggiungere i loro posti da favola. Giorgia, con il suo intramontabile sogno, di poter andare a Sydney, Andrea, che a tutti i costi, vuole raggiungere Los Angeles, ed infine Alexja, che vorrà, sicuramente passare il resto della sua esistenza a New York. Magari, un giorno, potremo incontrarci. Chi lo sa. Tutto è possibile. Tutto. Tormentata, da i miei insormontabili pensieri, dimentico, che il mio stomaco reclama. 
                                  ♡♡♡

-sei pronta??- mi chiede Edward, mentre salgo in macchina.
-quasi.... devo prendere la borsa, che è sopra il tavolo...- dico.
-sali... vado io a prenderla- dice dolcemente. Mentre, aspetto che Ron mi avda a recuperare la borsa, mi guardo attorno. La sua macchina è splendida. Come lui. Il suo veicolo, è una Mini Countryman. Color nero. A vederla, deve avere al massimo..... uno/ due anni...  credo.... è una macchina incredibilmente affascinante.  I cerchi in lega, sono strepitosi. Mi sembra, di sbavare, dietro quella cazzo di macchina. Per tutta la strada, che ci separa al centro della città alla mia birra. Giusto un goccio. Cacchio! La voglio!!! Il mio tessssssssoooooooooooorrrrrrrrroooooooo. Solo mio! E di nessun altro. Ne voglio un pochina. Quando si parla di birra, riesco a tirare più discorsi possibili su essa. La sua lavorazone, il luppolo.... oppure al processo di imbottigliazione. Sono una lagna in questo tipo di cose. Ma ci tengo. Ed, invece, sembra catapultato in un altra dimensione, senza via d' uscita.
-allora- ha un espressione concentrata. Ti credo!!! sta guidando!  -oggi avrai l'onore che io ti faccia da guida- dice, strappandomi un piccolo sorriso.
-mmmmmmmhhh... okay..... quindi.... mi porterai anche davanti alla fabbrica della Guinness vero???- ok... sono proprio fissata. Ma non ci faccio caso.
-può essere.... ma prima è meglio che ti porti a visitare luoghi.... come qualche museo o cose del genere- ribatte.
- anche quello della birra??-
-Va bene! basta che la pianti!-  -grazie- dico, scoccando un bacio sulla guancia di Ron. Lui non ci fa caso.        (nota autrice: i due hano fatto una meravigliosa gita, dove, hanno visitato tanti luoghi remoti della zona)

Dopo aver fatto tutto il giro turistico di Dublino, finalmente, guardo il mio telefono, dove ci sono una marea di notifiche. E guardo anche l'ora. Otto e mezza. Mhhhhh. Ora di cena. Ho un leggero appetito, dato che a pranzo, non ho mangiato niente, e neanche a colazione. Sono un fottuto genio! Evvai! Ma aspetta.... ora tocca alla parte più bella della gita, se si può definire così, cioè alla mia birra!!!! Beer!!! My love!  Quando entriamo, nel locale, mi fiondo sul banco dei panini, e ne prendo uno. Quando la fame chiama, non puoi controllarla. Come i Divergenti. Come da promesso, Ed, mi ha preso un bella birra. Il suo colore. Mi manda in Paradiso. A questo punto, mando al diavolo il pane, farcito da una fetta di prosciutto, e mi fiondo sulla birra. Adoro il suo profumo. Non dovrei bere alcolici, quando ho lo stomaco vuoto, ma ormai, l'alcool, lo posso reggere benissimo. Il primo sorso, manda tutti i cinque sensi alle stelle. Letteralmente.
-allora?- chiede Ron con un sopracciglio inarcato.
-allora che? è la cosa più buona del mondo- confermo finendo il bicchiere.
-vacci piano con quella roba...  so  cosa vuol dire..-
-non ne dubito- dico sorridendo - posso un'altra?-
-va bene.. se proprio insisti- 

Dopo circa, tre bicchieri, il mio corpo, è più pesante. Lo sento molliccio. Sono sbronza. Lo sapevo che finiva così. Quindi, prima che il bar chiudesse, Ed ed il mio corpo... o quel che resta... torniamo alla mega casa. 

Una volta, parcheggiata l'auto all' interno del cancello casalingo, non riesco più a reggermi in piedi... anche se sono seduta, e quindi, lui mi prende in braccio per non farmi strascicare a morte fino all'entrata. Solo che... non so come o cosa.... prima che desse il giro finale per aprire la porta, le mie labbra si appoggiano sopra le sue. Ed è finita.

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