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I giorni passarono velocemente anche se sembravano tutti uguali. Soprattutto da quando Rose cercava di evitare tutti i miei metodi di approccio.
Ogni volta che mi avvicinavo tendeva a scappare via come se non potesse trattenersi. Sapevo di piacerle ma non capivo perché continuasse a non ammetterlo a sé stessa. D'altronde, Collins la ignorava sempre più spesso e dubito che si sia accorta delle sue innumerevoli amanti...
Giunse Dicembre e il signor Collins era sempre più impegnato con gli affari da non mettere piede in ufficio.
Quel'8 dicembre entrai nel palazzo e notai subito Rose intenta a fare l'albero nell'hall.
Sorrisi, posai la mia borsa sul pavimento e mi avvicinai a lei afferrandola per la vita da dietro.
Rose «Amore, dai.» si girò verso di me «Ah, sei tu...»
«Ti aspettavi  veramente Collins?»
Rose «Di certo non mi aspettavo fossi tu.»
«Da quando sono qui, lui non ha mai fatto una cosa del genere con te.»
Rose «Ora ti metti a spiare la mia vita sentimentale?»
«Non ho bisogno di spiare la tua vita sentimentale se la spiattelli davanti a tutti.»
Rose «Non sto facendo assolutamente nulla. Mi dici perché sei venuto proprio qui?»
«Ci lavoro?» sorrisi.
Rose «Venire qui e importunarmi non vuol dire lavorare.»
«Importunarti?» lasciai la presa.
Rose «Si, hai capito bene.»
«Se avessi pensato realmente questo di me, a quest'ora avresti detto tutto al tuo amato fidanzato.»
Rose «Ho già detto che è stato uno sbaglio e non ricapiterà più. Evitiamo di riprendere il discorso.»
«Va bene.» presi la mia borsa e salì nel mio ufficio.
Qualche ora più tardi mi chiamò l'agente Revenge.
«Come stanno andando le indagini?»
«Sono a lavoro. È meglio parlarne dopo...»
Revenge «Voglio risultati agente Miller.»
«Lo so, lo so. Le assicuro che è tutto sotto controllo...»
Revenge «E con la ragazza? Ha detto qualcosa? Sono settimane che mi fa aspettare e tutto ciò che è riuscito a ricavare sono solo un paio di nomi.»
«Quella donna è insopportabile. Non ho intenzione di continuare.»
Revenge «Se non ha intenzione di continuare la farò congedare.»
«Faró del mio meglio...»
Revenge mi chiuse la telefonata.
Quella donna è odiosa.
E adesso come risolvo con Rose?...
Riflettei su come potevo farmi perdonare e l'unica soluzione era provare con dei regalini.
Uscì dall'ufficio e andai a comprare un'orchidea e dei cioccolatini, poi andai da lei, ancora stava completando l'albero di Natale.
Non ebbi il tempo di avvicinarmi e mi nascosi vedendo delle persone attorno a lei.
Non potevo farmi vedere mentre filtravo con la ragazza del mio capo.
Soprattutto quando questo era un criminale.
Salì nel mio ufficio e aspettai che venisse lei, perché sarebbe venuta sicuramente. Lo faceva sempre. O per portarmi delle pratiche da sistemare o semplicemente perché avevamo la sala bar in comune, quindi non aveva scelta.
Nel frattempo continuai a sbrigare le mie meravigliose pratiche.

Ore 19:06.
Nessuna traccia di Rose...ed il mio turno era già finito.
Cominciai a sistemare le mie cose, chiusi il pc e mi avviai verso l'ascensore.
Quando si aprirono le porte vidi Rose, anche lei era sorpresa di vedermi.
«Ciao.»
Rose «Ah, ciao. Credevo fossi già andato via.»
«Ed invece eccomi qua. Contenta?» bloccai la porta dell'ascensore con la mano.
Rose «Dai, entra. Devo tornare a casa.»
Presi i fiori che le avevo preso ed entrai sull'ascensore, poi le porte si chiusero dietro di me.
«Questi sono per te. Per scusarmi.»
Rose «Per me? Ma non c'era bisogno, davvero...»
«Dovevo...»
Rose «Tranquillo, ti perdono. Mi dispiace per la discussione che abbiamo avuto. Spero non riaccadrà.»
«Lo spero anch'io.»
L'ascensore arrivò al suo piano «Ah, sei arrivata.»
Rose «Già, vado. Ci vediamo domani.»
«Aspetta...» la presi per mano.
Rose «Dimmi.»
Ci ripensai e dissi solamente «Niente...buonanotte.»
Rose «Buonanotte anche a te.»
Tornai a casa mia.

Il giorno dopo tornai in ufficio e feci finta di nulla.
Non capivo cosa mi stesse prendendo eppure c'era in gioco la mia carriera.
Il mio futuro. Ogni cosa.
Avrei perso tutto in un istante se non mi fossi portato a letto quella maledetta donna.
Dovevo restare concentrato.
Niente mi impedirà di persuaderla, non importa cosa accadrá a lei.
È l'unica via di uscita da questo casino in cui mi sono cacciato.
Collins mi fece visita strappandomi ai miei pensieri «Tutto bene?»
«Si, signor Collins.»
Collins «Bene. Ho saputo dalla mia amata Rose che svolgi un ottimo lavoro. Impeccabile oserei dire, infatti sono qui per invitarti ad un gala il 24 sera, la vigilia di Natale.»
«Oh, grazie, ma non credo che possa....»
Collins «Hai di meglio da fare?»
«No, no assolutamente Semplicemente non vorrei disturbare.»
Collins «Sciocchezze. Verrai. Ti farò conoscere un po' di gente importante.»
«Grazie signor Collins...»
Uscì dalla sala e subito dopo entrò Rose.
Strano che non fosse entrata con lui.
Rose «Ehy, disturbo?»
«No...»
Rose «Menomale. Volevo sapere se potevi darmi una mano con i regali. Stasera c'è la fiera di Natale e volevo un consiglio su cosa comprare al mio ragazzo.»
«Ah, e perché proprio da me? »
Rose «Un consiglio maschile...ovviamente se per te non è un problema.»
Cercai di trattenere il mio lato antipatico «Certo che no.»
Rose «Perfetto!»
«Dove sarà questa fiera?»
Rose «Si terrà in centro città. Che dici di vederci per le nove?»
«Va benissimo. Ci dobbiamo vedere qui?»
Rose «Si, ci vediamo all'ingresso.»
«D'accordo.»

Tutto ciò che non sai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora