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•Ethan•
Mi svegliai presto quel giorno.
Collins sarebbe arrivato e io dovevo portare la pendrive a Revenge.
Feci una doccia calda e mi vestì con calma.
Oggi non sarei andato in ufficio da Erick ma mi arrivò una chiamata improvvisa da lui nonostante l'abbia già avvisato.
«Buongiorno Signor Collins.»
Erick «Adam, potresti venire nel mio ufficio?»
«Veramente io-»
Erick «È urgente e so che posso fidarmi di te.»
Revenge dovrà aspettare.
«Arrivo.»
Chiusi la telefonata e mi recai nel suo ufficio. Stranamente non vidi Rose nei paraggi.
Erick «Adam, eccoti qui. Accomodati pure.»
«Grazie.»
Erick «Serviti pure.»
Mi porse un calice di spumante e io lo accettai «A cosa brindiamo?»
Erick «A te, ovvio.»
«A me?» sorrisi.
Erick «Certo che si. Alla tua promozione!»
«Oh, davvero? Sono lusingato...» brindammo e poi bevemmo lo spumante.
Io evitai di esagerare bevendone solo metà bicchiere.
«É molto gentile da parte sua, signor Collins. Che incarico mi assegnerà?»
Erick fece un sorriso che non capì «Non sei contento Adam? O dovrei dire...Agente Miller.»
Sbiancai di colpo «Come?» iniziò a tremarmi la voce e cominciai a perdere l'equilibrio.
Lui iniziò a ridere e capì solo dopo che aveva messo qualcosa nel bicchiere.
«Che- cosa- mi hai dato?!»
Erick «Sogni d'oro, agente.»
Caddi a terra e tutto divenne buio.

Mi risvegliai intontito dal sonnifero ma non riuscivo a muovermi.
Guardai intorno a me e notai una corda che mi teneva legate mani e piedi ed ero in ginocchio in un posto freddo e poco illuminato.
Due uomini mi tenevano fermo e di fronte a me c'era lui. Collins.
Erick «Davvero credevi che non mi sarei mai accorto di te e di tutto ciò che stavi combinando?!»
Mi fece vedere la mia pendrive.
Erick «Ho bruciato casa tua. A dire il vero ho bruciato il palazzo.» sorrise.
«Sei un folle!»
Erick «Tu non mi conosci, Ethan. Non hai idea di cosa sono capace. Ma stai tranquillo, non morirai adesso. A me piace fare morire lentamente le persone...e in modo cruente. Però se decidi di parlare raccontandomi chi ti ha mandato...farò in modo che tu muoia subito. Garantito.»
«Va all'inferno.»
Erick «Come vuoi. Prima o poi parlano tutti...»
Mi lasciò con i suoi scagnozzi che iniziano a ridacchiare.
Uno dei due si rivolse a me «Adesso ci divertiamo...»
Mi chiusero la bocca con del nastro adesivo e mi usarono come sacco da boxe.
Mi pestarono a sangue rompendomi anche qualche costola e poi mi lasciarono legato al pavimento per non so quanto tempo senza cibo né acqua.

Tutto ciò che non sai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora