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•Ethan•
Prima che potesse uscire la afferrai per l'altra mano «Non ti costringerò a fare qualcosa che non vuoi. Ricordalo.»
Rose «Va bene.»
La lasciai andare e poi uscì anch'io.
Non sapevo perché avevo detto quelle parole ma le pensavo veramente.
Era inaccettabile costringere Rose a venire a letto con me per il mio stupido lavoro.

L'indomani.
Oggi sarebbe stato l'ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze di Natale.
Restai al mio posto e, alla prima occasione che restai solo con Rose, mi avvicinai a lei.
Nel mio ufficio eravamo soli e nessuno ci avrebbe disturbato.
«Ho disattivato le telecamere. Possiamo parlare.»
Rose «Menomale. Quel ripostiglio non era affatto comodo.»
Le spostai i capelli dal collo e iniziai a baciarla «Hai ragione.»
Rose «E credo anche che sia meglio chiudere la porta. Potrebbe entrare qualcuno e vederci.»
«Giusto» andai a chiudere la porta e poi ritornai da lei.
Rose «Ora va meglio.»
Sorrisi e la baciai «Sei bellissima.»
Rose «Oh, grazie.»
«Dico sul serio. E voglio sapere tutto su di te.»
Rose «Ne parleremo un altro giorno in caso. Non c'è molto da dire.»
«A me basta quel poco.»
Rose «Te ne parlerò quando avremo un po' più di tempo, va bene?»
«Va bene.» non insistei.
Lei continuò a baciarmi con foga ed anch'io mi feci trasportare infilando una mano sotto la sua maglietta.
Mi spostò la mano verso il suo fianco ma io la portai fino al suo seno.
Poi mi spostai sul suo collo e le lascia un succhiotto prima che il mio cellulare suonasse.
Presi un respiro profondo «Scusami, ho dimenticato il cellulare acceso.»
Revenge. Mi venne un nodo in gola.
Bloccai la chiamata.
«Perdonami, pubblicità.»
Rose «Va bene, tranquillo.»
Mi accorsi del succhiotto sul suo collo «Sono un'idiota...Pensi che se ne accorgerà?»
Se Collins avesse saputo di noi, qui sarebbe finita male per entrambi.
Rose «Cercherò di nasconderlo il più possibile...»
Si sciolse lo chignon dei capelli per coprirlo
«Meglio se ci vediamo dopo...»
Rose «Direi di sì. Ci vediamo più tardi se riesco a venire.»
«Facciamo stasera?»
Rose «Va bene.»
«Perfetto, ti vengo a prendere alle otto.»
La lasciai andare via dall'ufficio e riavviai le telecamere
Questa sera avrei dovuto farle più domande e sapere tutto o l'agente Revenge avrebbe continuato a torturarmi.

Alle 19:00 uscì dall'ufficio e andai subito a casa.
Mi vestì velocemente e ritornai a prendere Rose con mezz'ora di ritardo.
Le mandai un messaggio e aspettai giù finché non arrivò.
La vidi uscire dall'edificio con una camicia di seta bianca, pantaloni eleganti color panna e infine dei tacchi a spillo dello stesso colore.
«Buonasera.»
Rose «Ehy, finalmente sei arrivato.»
«Meglio se andiamo via da qui.» le passai il casco.
Rose «Si, andiamo.» una volta preso mise il casco.
La portai vicino la spiaggia, dove avevano appena costruito la ruota panoramica per il periodo natalizio.
Comprai due biglietti e salimmo.
«Non sapevo se ti sarebbe piaciuto qui...» ed era anche l'unico posto romantico che conoscevo.
Rose «È bellissimo. È la prima volta che ci vengo.»
«Mi fa piacere.» strinsi la sua mano tra le mie.
Rose «Credo sia il momento adatto di parlarti di me. Spero davvero non mi giudicherai...» prese un respiro e continuò a parlare «Sono rimasta orfana quando ero davvero piccola e ho trascorso tutta la mia infanzia in una casa famiglia. All'età di 17 anni  me ne andai ma non sapevo cosa fare e soprattutto dove andare quindi decisi, purtroppo, di prostituirmi per strada per ricavare qualche soldo. Ero disperata....»
«Davvero?...» rimasi sconvolto dalla sua storia.
Rose «Già. Avevo molti clienti e tra questi c'era Collins. Infatti, dopo anni, decise di portarmi con sé a casa sua e da allora non ci lasciammo più. Mi ha aiutata...senza di lui sarei rimasta ancora lì.»
«E lui cosa fa adesso?»
Rose «Lavora in azienda e dirige anche tutte le catene di negozi e ristoranti a suo nome. Ha sempre fatto questo.»
«Oh andiamo...andava a prostitute. Ci deve essere dell'altro.»
Rose «Credevo avessi un po' di delicatezza a riguardo. Non so altro.»
«Certo, scusami.»
Il giro sulla ruota finí e scendemmo.
Impossibile che non sapeva altro.
Mi nascondeva qualcosa
«Ti va dopo di andare in spiaggia?»
Annuì e, dopo che finimmo il giro sulla ruota, ci sedemmo sulla sabbia lontano da tutti.
Io inizia subito a baciarla facendola sdraiare e mettendomi sopra di lei.
Avrei dovuto lasciarmi andare eppure qualcosa mi bloccava. I suoi occhi pieni di desiderio volevano che continuassi, anzi volevano che Adam continuasse però come potevo trattarla in questo modo.
Si meritava di più...
«Non qui.» le sussurrai.
Rose «Va bene...»
«Penso che la mia famiglia mi odi.» dissi di punto in bianco.
Probabilmente non avrei dovuto prendere questo argomento, anche perché ero sotto copertura.
Invece mi sentivo al sicuro con lei.
Rose «Come mai pensi questo? È successo qualcosa?»
«Non sono il figlio che avrebbero voluto. Sicuramente non così impulsivo e audace.»
Rose «Non conosco i tuoi genitori ma non penso ti odino. Sono sicura che, anche se hai questo carattere, ti vogliano bene lo stesso.»
«Lo dici solo perché non mi conosci...Non sai come sono, come sia il vero me. Vedi solo Adam in ufficio.»
Rose «Che dici allora di farmi conoscere il vero te al di fuori del lavoro? Non credo proprio sia così male come pensi tu.»
Il mio cuore iniziò ad aumentare i battiti.
La tipica reazione che mi provocava sempre più spesso.
«Siamo usciti, è già qualcosa.»
Rose «Potremmo anche andare a mangiare fuori o uscire un po' di più, se ti va.»
«Potremmo, sì.»

Tutto ciò che non sai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora