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•Ethan•
Domenica.
Andai a trovare i miei genitori all'ora di pranzo.
Quando entrai a casa loro cominciarono a farmi tantissime domande.
Mike «Figliolo, è da tanto che non ti sentiamo.»
«Ho avuto da fare con un nuovo caso, papà. È importante.»
Camille «Ancora questi casi...di che si tratta stavolta?»
«Un caso importante, mamma. Infatti non sarò qui la vigilia di Natale.»
Mike «Lavori anche per Natale, figliolo?»
«Si, sono sotto copertura. Se risolvo questo caso, potrò essere un detective a tutti gli effetti. Un agente dell'FBI mi ha scelto.»
Mike «Sono quelli che muoiono sempre in tv...»
«Papà, non siamo in televisione.»
Camille «Non siamo in televisione ma è sempre pericoloso. Lo diciamo per il tuo bene, lo sai.»
«È il mio lavoro, accettatelo.»
Mike «Su chi stai indagando?.»
«Collins.»
Mike «È un uomo importante...»
«Lo so e lo incastreró. È sfuggito alla legge per troppo tempo.»
Camille «Vado a prendere da mangiare...credo sia meglio.» si allontanò andando in cucina.
Mike «E se non risolvessi il caso?»
«Sarei licenziato in tronco...»
Mike «Ah.»
«Non ho scelta.»
Mike «Certo, lo capisco. Ci riuscirai, ne sono sicuro. Adesso non ci pensare.»
Mia madre apparecchiò la tavola e ci serví delle costolette, le Barbecue Ribs ed anche un dolce, la torta apple pie.
Ero decisamente contento di come stava andando la giornata con i miei.
Di solito finivamo con il litigare.
Camille «Ah, tesoro ma la fidanzata? Ancora nulla?»
«Mamma ancora? Non ho tredici anni.»
Mike «Siamo solo preoccupati per te.»
«Non c'è bisogno. Sono abbastanza grande da cavarmela da solo.»
Mike «Lo sappiamo però lavorare anche per Natale...» ritornò al discorso di prima.
«Me l'hanno imposto.»
Camille «E non potevi fare a cambio con qualche tuo collega? È natale...dovremmo stare in famiglia.»
«Non posso fare un semplice cambio, mamma. Sto avendo a che fare con un criminale. Mi sono dovuto inventare anche un nome finto e un sacco di fandonie per lavorare con questo tipo. Non manderò tutto a rotoli per una stupida festa.»
Camille «È una pazzia. Ethan, tesoro, pensaci bene...»
«Ci sono già dentro, mamma. Non posso rinunciare. Non lo capite? È il mio lavoro.»
Camille «È se ti dovesse accadere qualcosa?»
«I pericoli del mestiere.»
Camille «Che potresti evitare.»
«Non voglio evitarli.»
Mike «Perché?»
«Perché lo voglio.»
Mike «Mi stai dicendo che vuoi farti ammazzare,figliolo?!»
«No! A me piace correre rischi.»
Mike «Non siamo in un film di fantascienza, Ethan.»
Camille «È da incoscienti.»
«Questo sono io che vi piaccia o no.»
Mike «Che ti succede figliolo?» disse a voce bassa.
Mi alzai dalla tavola «Grazie del pranzo ma devo andare.» presi il giubbotto.
Mike «Ethan, dove stai andando. Non abbiamo neanche mangiato.»
«Devo...devo sbrigare delle cose. Non mi chiamate perché ho un cellulare d'azienda quindi non vi potrò rispondere.»
Mike «Ethan, aspetta un attimo!»
«Ciao e buon Natale.» uscì velocemente dalla porta di casa.
Tornai nella mia casa temporanea.
I miei genitori avevano rovinato anche questo ultimo pranzo facendomi la ramanzina.
Per diamine, sono adulto.
Decido io cosa è giusto.
Se risolverò questo caso, magari, si ricrederanno su di me.
Cucinai dei fagioli in scatola e poi mi sedetti a ricercare gli amici di Collins.
Non erano bei tipi, alcuni erano perfino ex carcerati, spacciatori, trafficanti di droga e prostitute. Insomma non erano poi così ex visto che probabilmente c'era una collaborazione dietro con Collins.
L'unico modo per averne la certezza è entrare nel suo ufficio e solo Rose mi può aiutare.

Il giorno dopo, ovvero Lunedì, decisi di portare una rosa rossa a Rose.
La comprai da un fioraio vicino il palazzo di Collins e la nascosi sotto la giacca in modo che nessuno potesse vederla.
Da oggi in poi mi dovevo sforzare di più con lei. Non potevo perdere altro tempo.
Anche se la serata passata insieme alla fiera non era stata male. Mi sono divertito e alla fine non si è rivelata così antipatica come credevo.
Ammetto che il bacio tra noi mi è piaciuto più del dovuto e da allora non faccio altro che pensare alle sue labbra.
Sperai di trovarla sola ma in sua compagnia c'era Collins.
Collins «Adam, sei arrivato.»
«Si, c'è qualche problema?»
Collins «No, tutto perfetto. Volevo darti queste altre pratiche e poi avvisarti che per la cena ti aspettiamo alle 20:00 al Collins Mayor.»
«Perfetto, ci sarò senz'altro.»
Mi scambiai un'occhiata veloce con Rose ma nulla più.
Non potevo rischiare con Collins così vicino.
Collins «Bene, ti lascio al tuo lavoro. Andiamo Rose.»
Lei se ne andò con lui e il mio sorriso svanì con loro.
Cercai di non pensarci molto e mi dedicai alle pratiche da archiviare.
Verso tarda mattinata feci una pausa, misi la rosa in un bicchiere con l'acqua per evitare che appassisse, e mangiai i crackers che mi ero portato.
All'improvviso le porte si aprirono e io balzai in aria.
Rose.
Ero così contento di vederla che lasciai i crackers e mi fiondai su di lei.
Mi aspettavo un bacio o uno schiaffo e invece non fece nulla di tutto ciò. Mi fece un segno con gli occhi e giró l'angolo fuori l'ufficio.
Voleva che la seguissi e così feci.
La seguì per un corridoio poco illuminato in cui non ero mai stato, poi si girò verso di me, mi afferro la mano e mi trascinò dentro uno sgabuzzino.
«Okay, sono molto confuso. Che ci facciamo qui?» la osservai chiudere la porta a chiavi.
Rose «Ho bisogno di parlarti e questo è l'unico punto dove non ci sono le telecamere.»
«Allora dimmi.»
In realtà non avrei voluto parlare ma scoparla ovunque fossimo rinchiusi.
Rose «Riguarda noi.» prese un respiro e continuò a parlare «Erick in questo periodo non c'è quasi mai e forse è proprio per questo che mi sto troppo lasciando andare con te...»
«Ed è un problema?»
Rose «Beh si, perché amo Collins e non posso provare qualcosa anche per te.»
«Quindi, che si fa?»
Rose «Sono attrata da te e non voglio allontanarmi perciò potremmo vederci per fare solamente sesso...se sei d'accordo.»
«A me sta bene.»
Adoro questa donna.
Rose «Davvero?»
«Si, possiamo iniziare subito se vuoi.» la afferrai per il bacino e la spinsi verso la mia prominente erezione.
Rose «Non sarebbe una brutta idea...»
Iniziai a baciarla ma subito dopo squillò un cellulare. Il suo.
Mi fermai e aspettai che rispondesse.
Ascoltai la sua conversazione con Erick.
Questo uomo aveva il potere di rovinarmi la vita.
Appena Rose chiuse la telefonata ripresi a baciarla.
Rose indietreggiò e mi disse «Devo andare. Erick vuole che vada da lui.»
«Adesso?!»
Rose «Già, proprio ora. Casomai ci vediamo dopo.»
«Va bene. Aspetterò con ansia quel dopo.» le lascia un bacio sul collo e poi uscimmo da quel posto.
Lei tornò da Erick e io alle noiose pratiche.

Ore 13:00.
Mangiai il panino con il prosciutto durante la pausa pranzo.
Rose non venne più da me per quella giornata, così tornai a casa amareggiato.

Tutto ciò che non sai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora