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Ore 21:00.
Inizio a vestirmi con giacca e cravatta per confondermi con la gente del luogo.
Una spruzzata di profumo, anche due, tre...
Magari riesco anche a conquistare qualche bella ragazza. Due piccioni con una fava!
Prendo la mia pistola e la infilo nella fondina vicino la tasca del pantalone.
Poi recupero il casco e mi reco al pub.
Entrai nel locale e presi posto vicino la finestra così avevo un'ampia visuale di ciò che mi circondava, poi aspettai Bryan.
Neanche cinque minuti che ero dentro e una cameriera si avvicinó.
«Ehy, hai bisogno di qualcosa? Vedo che sei venuto da solo.»
«Sto aspettando un amico.»
«Siccome non è ancora arrivato il tuo amico...che ne dici di andare in un posto più appartato?»
«Grazie ma oggi non posso. Un'altra volta, magari.»
La cameriera mi guardó seccata ma fortunatamente arrivó Bryan e lei andò via.
«Sei in ritardo.»
Bryan «Scusa, ho avuto un imprevisto. Hai notato qualcosa stando qua?»
«Non ancora.»
Bryan «Giriamo un po' il locale? Per dare un occhiata.»
«Non so. Meglio non farci notare.»
Bryan «Va bene, okay. Se noti qualcosa di strano mi avvisi.»
«Si.»
Mentre aspettavamo, iniziammo a prendere qualcosa da bere.
Passammo due ore ad aspettare e finalmente entró il nostro uomo.
Mike Watson si presentó al locale con indosso un abito firmato.
Avvertì Bryan dell'arrivo del nostro sospettato.
«Senti, io vado a parlargli. Tu guardami le spalle.»
Bryan «Si, resterò nei paraggi.»
Mi alzai per avvicinarmi a Watson ma all'improvviso si sentirono degli spari. Poi fu il caos. Gente che urlava e scappava.
Altri spari.
Mi abbassai di scatto e tirai fuori la mia pistola.
Quando mi alzai, vidi due persone uscire velocemente e  scappare con una ducati rossa.
La gente attorno a me era ancora spaventata per l'accaduto.
Mi voltai verso il mio sospettato ma era a terra in una pozza di sangue.
«Dannazione!»
Andai a controllare il battito sul polso: nulla da fare, era morto.
Però notai un tatuaggio ben evidente: un pugnale sguainato con delle gocce di sangue.
Mi rivolsi a Bryan che veniva verso di me «Li hai visti?»
Bryan «Purtroppo no, erano incappucciati.»
«Chiama i RIS per il cadavere.»
Bryan «Si, un attimo.»
Aspettammo i nostri che fecero sgomberare il locale.
Arnold «Perché quando ci sono guai, trovo sempre voi due?»
«Sono i guai che trovano noi» risi.
Arnold si acciglió «Avete risolto il caso assegnatovi?»
«In realtà no. Hanno appena fatto fuori il nostro unico indiziato.»
Arnold «Non avete una pista, quindi, il caso è chiuso.»
«Chiuso? Non abbiamo trovato i colpevoli.»
Arnold «Archivia il caso Miller e passa al prossimo. Non abbiamo tempo per andare dietro a cause perse.»
«Va bene, capo...»
Guardai Bryan sconsolato «Non abbiamo risolto un bel niente.»
Sbuffai ancora una volta e andai verso la mia moto per tornare in ufficio.
Rovistai ancora tra i pochi fascicoli del caso.
In testa mi tornava in mente sempre quel tatuaggio.
Era come se l'avessi già visto.
O forse, l'avevo realmente visto.
Sgattaiolai nell'ufficio del capo Mcbride, approfittando della sua assenza, e cominciai a cercare tra i documenti finché non lo trovai.
Lo stesso tatuaggio era sul braccio dell'uomo della fotografia, probabilmente scattata di nascosto. Presi tutto ciò che potesse riguardarlo e lo portai a casa con me.
Dovevo sapere di più su questo tizio.
Chi fosse, cosa stesse facendo e perché uccidere una ragazzina innocente.

Tutto ciò che non sai di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora