20. Ruben, Venerdì 12 Settembre h. 9:30

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Sto respirando violentemente e sto faticando contro me stesso per non scagliarmi al collo della mia ex moglie e strozzarla.

– In fin dei conti devi sentirti lusingato da questa richiesta, significa che i tuoi geni sono a posto –

Sono le parole di Erica che hanno scatenato la mia furia, senza nemmeno rendermene conto sono andato verso di lei con il braccio alzato e l'avrei di certo colpita se Giusy non avesse urlato. 

- Forza! Perché non lo fai?-

Mi ha intimato Giusy con voce carica di disprezzo

–Così Ruben Miniati vedremo perdere il controllo finalmente! –  

Che mi sta succedendo? Non è da me reagire in questo modo. Non ho mai alzato le mani su una donna e non ho certo intenzione di iniziare ora! Odio la violenza e credo di aver fatto a botte pochissime volte in vita mia, forse da bambino, ma sempre per difendermi e mai di mia iniziativa, ma quando ho visualizzato un bambino tra le braccia di Giusy. . . Crudelia De Mon con le meches rosa! Quanto di meno materno offra oggi il mercato! Il mio sguardo ai suoi capelli color platino intercalati da ciocche rosa shocking deve essere eloquente perchè quello che mi rimanda è uno sguardo carico d'odio. 

Bene! Il sentimento è reciproco! Dovrei osare loro il mio sperma? Vorrebbero crescere il mio bambino?

Lentamente, torno in me, respirorica profonda e mi giro verso E. 

- Ascoltami bene: non farò una cosa del genere. Né! Ora! Né! Mai! Non la farò per te né per qualsiasi donna! Per quanto mi riguarda la donna che meriterebbe di concepire mio figlio non è ancora nata! -

Ha gli occhi lucidi, serrale labbra ma non piange, l'ho offesa e l'ho fatto di proposito. Non mi pento nemmeno di una parola. Quando avrei voluto diventare padre lei me lo ha negato e ora io lo nego a lei. Che trovino qualcun altro disposto ad inseminarle!

Giusy le prende il trolley e fa per uscire ma Erica mi salta al collo strusciandosi come una gatta morta. Sento la porta richiudersi mentre sento la mano di Erica accarezzarmi il pacco.

- Facciamo così. . . -

La sua lingua lambisce il mio orecchio e decido che mi interessa sapere dove vuole andare a parare.

- Facciamo. . . cosa? -

Mi passa l'altra mano sui capelli e scende sul collo fino al bottone della camicia con cui inizia ad armeggiare.

- Mandiamo a fanculo la clinica in Svizzera, io e te non abbiamo mai avuto problemi con i meccanismi di riproduzione della specie. -

La stronza vuole concepire nel modo classico, penso che le darò del filo da torcere.

- Ah si? Cosa devo fare? Correre da te ogni volta che hai l'ovulazione? -

In questo momento farei sesso con lei in modo sporco e violento per farle capire quanto la disprezzo, ma, nonostante tutto cerco di controllarmi e tenere a bada l'erezione perchè non voglio darle soddisfazione.

- Ti prego Ruben! Una volta ti piace! Cosa ti costa? Fai finta che sia una delle tue "unabottaevia"-

Faccio un passo indietro cercando di scrollarmela di dosso e razionalizzare quanto sta accadendo. Giusy se n'è andata, le ha lasciato campo libero, perciò erano d'accordo che se mi fossi mostrato titubante Erica doveva  percorrere un'altra via, quella del mio uccello!

- Con   le mie partner occasionali indosso sempre il preservativo cara ! Non corro il rischio di diventare padre e di non avere nessun diritto su un ipotetico figlio. -

Scuote la testa e vedo spuntare due lacrime dagli occhi e rigarle pian piano le guance . . . Si aspetterà di essere consolata?

- Ti prego Ruben! Scopami! Evitami il trambusto delle cliniche! Voglio concepire un figlio e voglio farlo nel modo più naturale possibile! -

Allora è di questo che si tratta! Erica non ha mai sopportato visite e dottori, la sua è quasi una fobia, non si fa nemmeno i normali check up di routine! In una clinica della fertilità la rivolterebbero come un calzino.

- È un po' tardi per essere tradizionalista non credi? -

Rigiro il coltello nella piaga crogiolandomi nella sensazione di potere che mi da questa vendetta inaspettata. Lei continua a piangere sommessamente e, in un ultimo atto disperato si toglie la t-shirt, si sfila l'ampia gonna e comincia ad armeggiare con il reggiseno che finisce a terra dopo qualche secondo. Si sta sfilando gli slip quando cerco di fermarla afferrandole il braccio.

- Erica, mi piace fare sesso per un sacco di motivi ma concepire un bambino per  farlo crescere ad altri non è tra questi lo capisci? -

Con la mano rimasta libera accarezza di nuovo il mio pene da sopra i pantaloni e il traditore stavolta si indurisce. Sono pieno di rabbia e perdo il controllo di me stesso: le rigiro il braccio dietro la schiena e la faccio piegare sopra il tavolo della cucina. La scopo con forza, senza nessun riguardo, in questo momento non mi frega un cazzo se gode o no: è lei che mi sta usando! Prima di venire però esco da lei e schizzo lo sperma sul pavimento.

Quando si accorge di quello che ho appena fatto mi aggredisce, prova a picchiarmi, a graffiarmi, urla parole senza senso e piange. Un attacco isterico in piena regola. Reagisco quel tanto che basta a proteggermi, aspetto che si calmi, raccolga le sue cose ed esca.

Cosa si aspettava da me? Sul serio pensa sia una buona idea farsi mettere dal suo ex e crescere il figlio con la sua partner attuale? Cosa diavolo passerà per la testa a questa donna. . . 

- Sei sempre lo zootico venuto dalle montagne, anche se adesso ti dai arie da grand'uomo, io riesco a vedere benissimo quello che sei veramente!-

Dopo questo saluto pieno di affetto si chiude la porta alle spalle sbattendola. 

Sono rimasto solo, devo prepararmi. Arriverò in ufficio con un po' di ritardo, ma sono il capo e nessuno mi rimprovererà. Ringrazio mentalmente il cielo per aver avuto l'idea di tenere quest'incontro a casa mia, non oso a quello che potrebbe succedere nel mio ufficio, i pettegolezzi che potrebbe seguire ad uno scontro similitudine. . .


















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