40. Alba, sabato 20 Settembre h.18:00

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Il resto del viaggio è più o meno tranquillo e verso le diciotto ci troviamo davanti all'Hotel des Alpes .

E' un grande albergo in puro stile alpino in legno con un grande tetto spiovente e, più in là, nel piazzale che funge da parcheggio, noto l'ingresso agli impianti di risalita.

Di fronte a noi sorgono le Alpi, maestose ed immobili con il Monte Bianco fermo e imponente che sembra voler mettere un freno ai discorsi sul continuo divenire che sono usciti a pranzo .

Ruben parcheggia l'auto e finalmente scendiamo.

La zaffata di aria pulita e frizzante che raggiunge le mie narici, mi desta dal semitorpore in cui ero caduta in macchina.

Accanto a lui...

In viaggio.

Come una qualsiasi coppia che va in vacanza ...

La radio accesa e il suo volto attento alla strada.

Le sue mani sul volante.

L'aria frizzante mi trascina via da tutto questo obbligandomi a la compilare i polmoni e ad accettare realtà: lui non mi vuole, mi sta aiutando perché lo perdente come dovere ma probabilmente dopo tutto quello che ha visto in quel maledetto filmino non vuole mai più a che fare con me, penso mi trovi ributtante.

Mi scuoto di forza dal corso dei miei pensieri e mi sposto il verso il bagagliaio per prendere la mia valigia ma noto che lui non lo ha aperto e che anzi, sta camminando liberamente verso l'entrata dell'hotel.

-Ruben!-

Lo chiamo, il suo nome mi avvolge, lui si volta verso di me e intuisce quale sia la mia richiesta.

-Lascia stare i bagagli, manderemo qualcuno a prenderli! -

Sorride, è divertito.

Non sono abituata ai trattamenti raffinati e questo lo fa ridere, devo sembrargli una goffa contadinotta.

Mio Dio...

Non voglio più uomini nella mia vita, non voglio più soffrire come ho fatto negli ultimi mesi: prima con Max ei suoi vizi e ora...

Quest'uomo affascinante che mi conta poco più di una pezza da piedi.

Lo raggiungo trotterellando come un cane, l'albergo è di un'ampia porta girevole dotato che si apre sulla hall arredata con gusto: ampi tappeti, poltrone imbottite color verde bosco, pareti rivestite in legno scuro e lampadari in ferro battuto che danno insieme un effetto sontuoso ed intimo, sono così rapita dal profumo di legno e di resina che non mi accorgo della donna bionda che ci raggiunge.

-Alba questa è mia madre, mamma, questa è Alba Argenton la ragazza di cui ti ho parlato.-

Le ha parlato di me ...Cosa si saranno detti ?

-Piacere Alba, io sono Marie Ortens e le do il benvenuto all'Hotel des Alpes, Ruben mi ha raccontato cosa le è successo e vorrei che qui si considerasse a casa sua per tutto il tempo che ne avrà bisogno.-

Ha gli occhi occhi azzurri identici a quelli di Ruben e mi sorride in modo benevolo.

Mi fa sentire immediatamente a mio agio e la ringrazio per la sua gentilezza.

-Mio figlio Samuel ha preso i vostri bagagli dalla macchina e la accompagnerà nella sua camera così potrà rilassarsi un po' prima di cena.-

Mi volto e quasi sbatto contro il petto di un ragazzo alto e dalle spalle larghe e dal sorriso simpatico.

Samuel mi sorride e presala mia valigia mi indica un ascensore con un cenno del capo.

Saliamo, schiaccia il bottone del secondo piano.

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