37. Alba, Giovedì 18 Settembre h. 18:00

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E' successo tutto così in fretta...

La polizia che irrompe nella stanza, il tipo che si butta a terra e inizia a piangere e un agente che mi ordina di rivestirmi.

L'ho fatto.

Come un automa.

Mi mettono un paio di manette ai polsi e mi infilano nell'ascensore.

Mi tengo per un gomito.

Non c'è più coscienza nel mio corpo e le immagini mi arrivano sfocate, come in un sogno che al mattino si fa fatica a ricordare.

Mi fanno salire in macchina, sul posteriore, a fianco dell'uomo che piange.

Su un'altra macchina che si mette in colonna davanti alla nostra, Mangiafuoco che urla al conducente, ma non posso sentire cosa dice, e mentre partiamo, dentro un'altra macchina vedo chiaramente il maresciallo Flamina e Ruben accanto a lui.

Comincio a piangere anch'io, che accadrà ora nella mia vita?

Tutto dovrà essere reso pubblico se voglio che questi criminali serviti messi in prigione.

Come reagiranno le persone che mi conoscono?

Cosa penseranno di me?

Ho fatto la scelta giusta? Non potrei continuare a nascondermi!

Perché mi preoccupo costantemente del giudizio degli altri? Forse qualcuno si preoccupa mai del mio?

Ma soprattutto...Riuscirò mai più ad avere un po' di normalità?

Al comando di polizia un'agente donna mi fa molte domande e io rispondo. Racconto tutto, perfino la mia storia con Max dal primo appuntamento, è liberatorio parlare davanti a questa sconosciuta che mi fissa e annuisce di tanto intanto e che a volte mi ferma per chiedermi chiarimenti.

Ho smesso di tremare e le lacrime non scendono più, dopo tanto tempo mi sento di nuovo intera. Quindi posso che affrontare tutte le conseguenze, basta che non debba più tornare in quell'hotel.

Certo, tutta questa storia avrà ripercussioni non leggere sul mio lavoro e così già che Ruben non dovrà vedermi mai più ...

Lo ringrazio silenziosamente dentro di me per l'aiuto che mi ha dato, senza di lui chissà per quanto sarei rimasto invischiata in una doppia vita così degradante che mi avrebbe consumato fino all'osso.

Finita la deposizione la poliziotta mi lascia sola, non so quanto tempo passa perché nella stanza non c'è neanche l'orologio ...Ne finestre ...Ne quadri appesi alle pareti grigiastre ...Solo un tavolo al centro con due sedie poste una di fronte all'altra e la porta, verso la quale mi volto di tanto in tanto .

E' scuro, grigio antracite, con un'apertura rettangolare di vetro smerigliato che fa passare la luce del corridoio . Unica fonte luminosa se si esclude il neon sopra la mia testa. Dopo un lasso di tempo che mi sembra un'eternità, la porta si apre e il maresciallo Flamina viene a sedersi davanti a me.

Sembra stanco ma i suoi occhi castani esercitano su di me lo stesso effetto rilassante che mi hanno fatto la prima volta.

-Allora, Alba, come ti senti?-

-Abbastanza bene, grazie. -

Ed è vero se teniamo conto di come stavo verso l'ora di pranzo.

-Hai fama? Sono quasi le ventuno... -

Così tardi?

-I miei saranno in pensiero... -

Ma con mia grande sorpresa mi accorgo di non avere più la grave sensazione del senso di colpa legato alla loro immagine.

E' come se non mi importasse più del loro giudizio o di quello che penso!

Ad un tratto, in una lugubre stanza per gli interrogatori mi sento libera come non mai!

Flamina si porta le mani sotto il mento

-Li abbiamo avvisati, tra poco ti verranno a, sono aggiornati di quello che è successo ma ... Naturalmente i dettagli darglieli tu ... Anche perché d'ora in poi saranno sotto controllo ... -

I miei genitori sotto controllo!

-Significa che corrono dei rischi?-

-Tecnicamente, con Scottoni dietro le sbarre no, anche perché grazie alla tua testimonianza tra poco riusciremo a prendere anche i suoi soci. Il tipo che voleva i tuoi servigi ha cantato come un uccellino in cambio di un patto di riservatezza.-

-Mamma...?-

Se il tipo dalla valigetta ha cantato, a cosa serve la mia testimonianza? Credo che Flamina indovini il corso dei miei pensieri perchè mi risponde in spontaneamente.

-Non possiamo tentare che ci siano altri complici di cui ignoriamo l'esistenza-

La testa mi gira per un attimo, altri soci significherebbe che i miei genitori non sono al sicuro ...

-Ma... -

-Ti prego, lascia fare a me. Ci hai aiutato molto ma ora è bene che tu passi qualche tempo fuori città. A tal proposito il signor Miniati si è offerto di trovarti posto presso l'albergo di proprietà dei suoi genitori in Valle d'Aosta... -

-Cosa? Ruben? Vuole aiutarmi ancora, dopo tutto quello ... -

Flamina sorride sardonico

-Pare proprio di si... E io lo conosco bene!-

Il cuore si rianima all'improvviso come se avesse ricevuto una scossa da mille watt e la speranza che credevo persa si riaccende in me, di sicuro avvicinarsi Flamina nota il mio cambio di umore perché il viso e mi dice:

-Si è offerto di accompagnarti e resterà con te circa una settimana! -

Io e lui, una settimana, in Valle d'Aosta per giunta! Non posso crederci!

Per un attimo dimentico tutto quello che è successo e pericoli che corro.

Sento aprire di nuovo la porta ed entra la poliziotta che mi ha interrogato poco prima, ha dei fogli in mano, li posa di fronte a me insieme ad una penna

-Per favore la signora Argenton legga raccomanda la sua deposizione e, se non ha altro da aggiungere la firmi. -

Leggo fogli ciò che è scritto sui sotto lo sguardo dei due rappresentanti delle forze dell'ordine.

-Mi pare che ci sia tutto ... l'unica cosa che mi chiedo è che ne sarà del filmino ... -

A rispondermi è la ragazza

-Abbiamo sequestrato il telefono di Scottoni e in questo momento è in atto un blitz per prendere i suoi due complici, anche i loro telefoni verranno sequestrati, stando a quello che ci ha detto erano gli unici a possederne una copia, naturalmente il giudice dovrà visionarlo per formulare le sue accuse ma possiamo dire che non verrà diffuso.-

Flamina annuisce, poi prende la parola

-Grazie al tuo aiuto quei delinquenti faranno una bella vacanza liberando Venezia dalla loro nauseante presenza ... Ma ora basta chiacchiere!-

E' perentorio

-Vai a casa con i tuoi genitori e inizia a preparare le valigie, includi anche capi invernali, mi raccomando!-

E mentre dice questo fa per alzarsi.

Mi alzo anch'io e gli stringo la mano ringraziandolo.

Trovo miei in attesa lungo il corridoio, mia madre ha gli occhi lucidi, ci abbracciamo, nessuno dice nulla fino a casa.

E' notte fonda e riesco solo a farmi una lunga doccia e andare a letto, domani penserò a tutto.














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