oltre la laguna ( COMPLETO)

49. Ruben, Venerdì 24 Ottobre h. 9:00

Oggi Alba verrà dimessa dall'ospedale e sono qui, all'ingresso con un mazzo di fiori in mano come un coglione.

Percorro i corridoi che ci separano.

Le ho detto di aspettarmi.

Le cose sono cambiate e ormai la Valle d'Aosta non è più un posto sicuro, tanto vale far ritorno a Venezia ed attendere il processo.

Voglio che stia in casa mia, non voglio più lasciarla un attimo, non le ho ancora detto nulla delle mie intenzioni, ma so di avere l'appoggio di Giacomo in questo.

Voglio recuperare il tempo perso e perdermi in lei.

Il mio corpo la reclama prepotentemente e il pensiero di averla costantemente sotto il mio tetto mi riempie di ...

Cosa?

Felicità?

E c'è quella strana paura che si fa strada se ha rifiutato...

Non devo pensarci!

Busso a quella che so essere la porta della sua camera ed entro.

E' bellissima fasciata in un paio di jeans, una t-shirt bianca e una felpa grigia tenuta in mano.

Ha un foulard con una fantasia floreale al collo, il viso ha ripreso colore, si è truccata un po' gli occhi ei capelli hanno ripreso i loro riflessi ramati, sono sciolti e le cadono sulle spalle in modo naturale.

Ha le braccia nude ei sono polsi e quei maledetti segni, diventati giallognoli sono più evidenti che mai sulla pelle bianca.

Dimentico le buone maniere e appoggio i fiori sopra il tavolo della stanza, le afferro le mani e comincio a baciarle i, come se in qualche modo la mia bocca potesse cancellarli.

Lei non dice nulla ma mi guarda da quei meravigliosi occhi colore dell'ambra

-Ho la felpa per coprirli solo che ... faceva caldo -

Annuisco

-Sei pronta? -

Trattiene un attimo il respiro poi mi fa cenno di si con il capo.

Afferro il borsone che contiene le cose che le sono servite in ospedale, mentre il resto ce l'ho già in macchina. Con la mano che mi resta libera afferro la sua e sento affiorare quell'istinto primordiale di uomo delle caverne che è ormai divenuto familiare quando le sto vicino.

Non vedo l'ora di uscire da qui.

Una volta alla macchina, carico il carico e le apro la portiera, lei sorride, non ha ancora detto una parola.

-Che c'è? -

Chiedo ansioso mentre si sistema in macchina.

La risposta arriva quando a mia volta sono al volante.

-Ecco, tutto questo in realtà mi ricorda quando siamo arrivati ​​fin qui e ho paura che da un momento all'altro tu non sarai più lo stesso e inizierai a trattarmi male. -

-Alba, ti prego perdonami, sono stato un coglione ma voglio che stiamo insieme e che, una volta a Venezia ti trasferisci a casa mia, ho bisogno di sapere che sei sotto il mio tetto. -

Mi guarda con i suoi occhioni sinceri ma non dice una parola.

-Voglio che tu viva con me, a casa mia! -

La sua bocca si apre in un'espressione di sorpresa, credo che non se lo aspettasse!

-Mamma... -

Incalzo.

-Sappi che non puoi rifiutare, Giacomo è già informato del tuo nuovo indirizzo ea quello la questura farà riferimento per qualsiasi notifica! -

Deglutisco.

-Ma Ruben! In questo modo ti metto in pericolo! Non voglio metterti in mezzo a questa storia!

Non resisto, prendo il suo viso tra le mani e la bacio, a lungo, beandomi del fatto che mi ricambia con la stessa passione.

-Non l'hai capito? Io VOGLIO farmi coinvolgere! Voglio condividere con la mia vita e ti ho lasciata libera anche troppo per i gusti. Ci andrò di mezzo? Mi minacceranno? Bene! Troveranno pane per i loro denti! Non mi fanno paura quei pezzi di merda e dopo quello che ti hanno fatto mi preoccuperò che hanno la pena più aspra possibile per scontare i loro crimini!-

Mi ascolta richiesta poi annuisce con il capo.

-Allora... A quanto pare sarò tua ospite... -

Puoi contarci cazzo! Sarai più che un'ospite, sarai la nuova compagna di Ruben Miniati!

Vorrei gridaglielo ma aspetterò ... di essere a casa.

Il viaggio verso Venezia si rivela infinito e più volte mi ritrovo a pigiare un po' troppo sull' acceleratore, lei è impaurita, mi chiede di andare piano, ma io non vedo l'ora cazzo!

Non vedo l'ora di fare l'amore con lei!