22. Alba, Sabato 13 Settembre h. 9:00

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Il sabato non c'è scuola e io sono libera.

Devo assolutamente contattare Max per parlargli, ma, prima voglio far sapere anche a sua madre quello che è successo e che ho intenzione di lasciarlo.

Anche stamattina appena sveglia, mi ha mandato il suo immancabile messaggio, stavolta appare la foto di un gattino bianco dal pelo folto con la scritta "Buongiorno".

E' una donna così fragile che ho paura che il suo equilibrio mentale possa vacillare alla notizia che lascerò Max e soprattutto quando verrà a sapere la causa per cui lo lascio.

C'è però un fatto che mi tormenta: non vorrei farlo per telefono, sento di dover andare a casa sua e guardarla negli occhi, così di doverglielo .

Mi alzo dal letto e mi vesto in fretta, un jeans e una t-shirt andranno benissimo, infilo le sneakers e sono pronta! Mi rifaccio il letto e vado in cucina dove il mio caffè è già pronto (vivere in famiglia ha i suoi vantaggi!),afferro la borsa e avviso mia madre di ciò che intendo fare.

Lei sospira

-Quindi sei proprio decisa? Non vuoi dare un'altra possibilità a quel povero ragazzo?-

Chiudo un attimo gli occhi e respiro, ho sempre cercato di accontentarla in tutto proprio per evitare di ascoltare il tono di voce con cui sta parlando ora.

-Si mamma!-

Taglio corto cercando di usare un tono che non ammette repliche.

-Ma . . . Cerca di riflettere, magari gli basterebbe parlare con uno psicologo per risolvere il problema, perchè ti incaponisci su un'unica soluzione? -

Sono veramente esasperata, ma riesco ancora a trattenermi ea risponderle in modo civile

-E' la cosa migliore da fare, mamma, ora andrò da Bianca e tenterò di farle coraggio, poi le farò capire che Max è arrivato ad uno stadio avanzato abbastanza del suo disturbo -

-Io non ti riconosco più! Sei sempre stata una brava ragazza, ma ora mi stai deludendo. Cosa credi? Tutti gli uomini hanno dei difetti ma bisogna imparare a gestirli! -

Non ce la faccio più, vado fuori dai gangheri e sferzo la mia risposta contro di lei.

-Certo! Come gestisci papà non è vero? Sono anni che vi sopportate a malapena e che trascinate il vostro rapporto . . . In nome di cosa? -

Lascio questa domanda sospesa e prendo la porta mentre mia madre diventa terrea.

Scendo in strada ancora tremante di rabbia.

Il fatto che mia madre non riesca mai a porsi dal punto di vista di un'altra persona mi manda fuori di testa. Cerco di calmarmi e fare mente locale.

Per fare ciò che ho in mente devo trovare la signora Bianca da sola, perciò devo accertarmi  che Max non sia in casa.

Sono quasi certa che non appena aprirà gli occhi, si fionderà nel suo bar preferito, davanti a quelle dannate slot, ma devo esserne sicura, perciò, prima di avviarmi verso casa sua, passo davanti al locale in questione e sbircio dentro. Non si vede nulla, le slot sono dietro un paravento e non riesco a capire se Max è lì.

Entro con la scusa di comprare delle caramelle, dietro il bancone c'è una ragazza e non il tipo dell'altra sera.

Per fortuna!

Così non potrà conoscermi!

Prendo il pacchetto, pago e mi avvicino al paravento fingendo di essere coinvolto al giornale che sta su un tavolino attiguo alla zona slot.

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