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Ormai ero qui da una settimana e i lividi nel mio corpo iniziavano a sparire.
Ilan mi aveva raccontato che era proprietario di diversi bar nel paese, di cui uno abbastanza vicino a casa, così presi l'iniziativa è gli proposi di assumermi dato che mi ero licenziata dalla vecchia scuola dato che era a più di un ora di metro di distanza.
Avrei iniziato a breve ed era proprio quello che mi ci voleva, dare una svolta alla mia vita.

Era la cosa giusta? Certo da qualche parte dovevo pur ricominciare ma questa cosa mi agitava parecchio, o forse era solo emozione per il cambiamento.
Jason aveva provato a chiamarmi un paio di volte ma avevo mai risposto ed era stato meno diffuse del previsto.
Forse non ero veramente così innamorata di lui, nel senso, ovvio che provavo un grandissimo affetto nei suoi confronti e sicuramente in un primo momento lo avevo amato, ma poi nell'ultimo anno questo sentimento forse si era affievolito.
Magari lo vedevo come un ancora di salvezza, come la persona che mi aveva portato via dall'istituto aiutandomi a cambiare vita.
Si perché io dall' istituto ero scappata insieme a Daisy. Eravamo ancora minorenni quando andammo a vivere da Jason e se non fosse stato per lui una volta diventate maggiorenni saremmo finite sotto un ponte non avendo un posto dove stare.
Fortunatamente l'istituto non sporse mai denuncia, le persone erano lì di passaggio e credo che nessuna delle istitutrici se così possiamo definirle avesse imparato il mio nome in tutti quegli anni.
Quindi forse il mio non era proprio amore ma un senso di gratitudine per avermi dato un tetto sopra la testa e effettivamente non avrei mai potuto lasciarlo nemmeno dopo le prime litigate perchè non avevo un posto in cui andare.
I miei genitori erano morti, Ilan era partito per un tour che lo aveva tenuto lontano da casa per quasi un anno e io anche se avevo dei soldi da parte ero minorenne e nessuno mi avrebbe mai affittato una stanza senza un tutore legale.

Questi pensieri non mi facevano bene, mi creavano angoscia così per distrarmi avviai una replica di grey's anatomy e ovviamente partì la puntata 8x24.

Ecco, se prima ero sconfortata dai miei pensieri ora a fine puntata ero in una valle di lacrime e singhiozzi, nonostante fosse la millesima volta che guardavo quella puntata, si probabilmente mi piaceva farmi del male da sola, mi disperavo ogni singola volta come se fosse la prima.

Per forza che nonostante tutto io credessi all'amore, Mark e Lexie, Joe e Alex erano solo alcuni degli esempi in cui anni e anni di film e serie tv avevano fatto cambiare il mio punto di vista sull'amore. Io non volevo un principe azzurro. Io volevo essere una semplice Lexie grey e trovare il suo Mark Sloan, che ammettiamolo, è anche un grandissimo pezzo di manzo.
Il rumore della serratura che si apriva mi ridestò dai miei pensieri, Davon era appena entrato in casa con un enorme borsone e mi guardava perplesso.

Come biasimarlo. Ero rannicchiata sul divano con una copertina nonostante ci fossero 28º all'esterno, con i capelli disordinati raccolti in una specie di treccia, gli occhiali, dei bellissimo calzino con gli orsetti, una busta di biscotti finita al mio fianco e circondata da una miriade di fazzoletti che stavo usando per ricompormi dopo questo finale di stagione.

"Oh Gesù Hope, sei qui da una settimana e ti ho solamente vista piangere per ogni cosa che danno in tv. Inizierai mai a guardare qualcosa di più allegro?"

"Ma questo è allegro ogni tanto" dissi asciugandomi le lacrime e soffiandomi il naso.

"No no, non ci siamo proprio. Sono le cinque del pomeriggio e sembri Bridget Jones, alza il culo e vai a lavarti, usciamo."

"Non ho voglia di uscire"

"Ragazzina, non te lo ripeterò una seconda volta, alzati subito"

"E io non ti ripeterò che non ho voglia di uscire, il mio cuore è in lutto"

Con due falcate Davon mi raggiunse e mi caricò in spalla a sacco di patate, certo in questa settimana avevamo parlato diverse volte dato che mio fratello era sempre fuori per lavoro e noi rimanevamo da soli ore e ore, ma non mi immaginavo una tale confidenza da permettergli di mettermi le mani sul sedere per trasportarmi non so dove, non che mi dispiacesse sia chiaro.

HoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora