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Ero seduta a gambe incrociate sul divano con una sua felpa, ma solo perché le mie erano a lavare, mentre mangiavo un insalata di pollo.

Era stata una giornata strana, mi ero svegliata presto ed ero andata ad allenarmi, era anche riuscita a fare una figura che tentavo da mesi, poi improvvisamente è entrato Davon, con i pantaloni al rovescio e si è messo a darmi consigli su me e Ilan.
Cioè quel ragazzo era strano forte. Era stato premuroso, e poi appena gli ho chiesto se sta sera sarebbe rimasto a casa e se gli andava di bere qualcosa si è subito irrigidito e mi ha liquidato con una scusa banale.
Uomini, chi li capisce, aveva detto Sharon quando le avevo raccontato l'accaduto.
Tra lei e Nate le cose andavano a gonfie vele, aveva gli occhi a cuoricino ogni volta che mi parlava di lui, però era diventata strana, era come se nascondesse qualcosa, o forse erano mie impressioni.

Mi tornavano spesso alla mente le parole che mi aveva detto la prima sera al the club.
Aveva descritto Davon Nate e Matt come persone poco raccomandabili, e ogni volta che con lei provavo ad aprire l'argomento lo troncava subito dicendo che erano solo voci e si era fatta suggestionare.

Probabilmente era così, insomma, Davon era strano, ma non era pericoloso, non faceva nulla di losco, ne ero sicura.

Basta pensare a Davon.
Dovevo pensare a Travis, che tra l'altro sarebbe arrivato da qui a breve.
Aveva scoperto che ero a casa da sola e voleva venire a trovarmi e dato che eravamo fidanzati mi sembrava brutto dirgli di no, speravo solo rimanesse a dormire, solo l'idea mi metteva a disagio.

Ero consapevole di aver fatto una cazzata.
Non dovevo dirgli che volevo una relazione con lui, non ero pronta.
Certo lui era gentile, premuroso, ci teneva a me, ma io non ci riuscivo.
Lo vedevo come un amico.
E il fatto che non mi masturbassi pensando a lui era la prova.

Tutta colpa di Davon. Se non mi avesse fatto arrabbiare io non mi sarei mai messa con uno dei ragazzi più dolci sulla terra, rischiando di ferire i suoi sentimenti.
Sharon mi aveva chiesto il perché non gli dicessi che non mi sentivo pronta, che ero sotto pressione e quel giorno mi aveva preso alla sprovvista, ma forse le cose sarebbero cambiate. Mi sarei trovata bene.

Non mi sbagliavo. Si era presentato alla porta con un mazzo di fiori per me, rose rosse, un classico che ammettiamolo, non invecchia mai.

Ero in imbarazzo, non ero abituata a ricevere queste attenzioni, ma conoscendolo mi ci sarei dovuta abituare.

Lo salutai posandogli le braccia attorno al collo e lasciandogli un dolce bacio sulle labbra, che lui ricambiò.

"Bella felpa" fece lui.

"Eh si, grazie, è di Ilan." Risposi.
Una bugia. L'ennesima bugia che gli raccontavo.
Ma certamente non potevo dirgli che era di Davon, non so come avrebbe potuto reagire.

Eravamo accoccolati sul divano da un po' che guardavamo un film comico, non il mio genere preferito ma a lui piacevano tanto, quando iniziò ad avvicinarsi a me lasciandomi dei baci lungo il collo.

"Che ne dici se andiamo in camera tua?"

"Ehm si, certo" risposi timidamente.
Sapevo cosa sarebbe successo, e sapevo che quello che stavo per fare non era una buona idea.

Non appena entrammo in camera mia prese subito possesso delle mie labbra, mi desiderava, e a sentire l'erezione che premeva sui suoi pantaloni, mi desiderava tanto.

Eravamo stesi nel mio letto e lui famelico carezzava ogni centimetro del mio corpo.
Ero rigida, bloccata. Ricambiavo i suoi baci che si facevano via via sempre più intensi, fino a quando tentò di sfilarmi la felpa.

" aspetta. Fermo faccio io"  e senza dargli tempo di controbattere gli sfilai pantaloni e boxer, fino a prendere la sua erezione con la bocca.
Non potevo tirarmi indietro e non avevo la minima voglia di avere un rapporto sessuale con lui, così mi limitai a prendere la sua lunghezza tra le mie labbra, assaporandola accompagnandomi con decisi movimenti del polso portandolo in brevissimo tempo a raggiungere l'orgasmo.

HoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora