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"Dove pensi di andare? Non ho ancora finito con te" disse non appena entrammo in casa mentre mi dirigevo verso la scala per raggiungere il piano di sopra.
Avevamo appena finito di farlo in macchina e poi eravamo corsi in appartamento.
Sapevo benissimo cosa intendeva. Ilan sarebbe rimasto da Matt per la notte, questo significava solo una cosa, casa libera. E visto che nonostante la scopata di poco fa, la sua erezione non voleva scendere non ci voleva un genio a capire cosa sarebbe successo da qui a poco.
Avevo ancora le guancia arrossate per l'orgasmo di poco fa e le gambe non avevano ancora smesso di tremare, ma questo non mi impedì di tornare nella sua direzione e di mettergli le mani attorno al collo, in modo da far scontrare i nostri corpi.
"In che senso?" Chiesi con aria da finta innocente.
Nonostante tutto avevo ancora voglia di lui, e non avevo intenzione di rinunciarci.
Le sue iridi erano fisse su di mentre le mie mani prendevano a scendere verso il suo petto, fino ad arrivare alla linea degli addominali.

"Honey" ringhiò al mio orecchio mentre con le mani stringeva i miei glutei. "Se non ti fermi ti giuro, ti scoperò fino a farti dimenticare il tuo nome"
Quelle parole mi accesero come un fuoco d'artificio. Era tutto quello che volevo. E lo avrei istigato fino al limite. Con lui ogni inibizione cadeva, adesso finalmente capivo il piacere del sesso, e non volevo privarmene.

"Oh scusami Davon" sussurrai distanziandomi pochi centimetri da lui. "Ma qui fa davvero caldo, sarà meglio che vada a darmi una rinfrescata." dissi sfilandomi il vestito e dirigendomi verso camera di mio fratello dove si trovava la vasca da bagno.
Voleva giocare sporco? Aveva trovato pane per i suoi denti.
Prima in macchina era stato bello, ma iniziarmi a fare un dito mentre guidava era stato un colpo basso, come il bacio inaspettato davanti la macchina. Adesso mi sarei divertita io.

"Non te lo ripeterò una seconda volta, non vuoi conoscere questo lato di me" ringhiò nuovamente dopo avermi recuperata.
Adesso ero in intimo, a pochi centimetri da lui. Il suo sguardo percorse famelico ogni centimetro del mio corpo, mi guardava con desiderio, come un leone quando vede la sua preda, e io ero pronta a conoscere quel lato di lui.
La sua mano era poggiata sulla mia mascella, mentre con il pollice carezzava il contorno delle mie labbra, e con un gesto sensuale e improvviso, che lui non si aspettava minimamente chiusi gli occhi accolsi il suo dito nella mia bocca e lo succhiai, facendogli emettere un pesante sospiro.
Non feci nemmeno in tempo a riaprirli che mi sollevò e mi trascinò nel bagno situato nella camera di Ilan, dove dopo aver chiuso la porta aprii l'acqua della vasca e in pochi istanti restò solo in boxer.
"Ora ti faccio vedere io" queste furono le sue ultime parole prima di sollevarmi nuovamente e poggiarmi sul marmo freddo del mobile del lavandino.
Con un gesto secco strappò via le mie mutandine e si fece largo con le mani tra le mie cosce.
"Vedi" disse solleticando la mia intimità con un dito. " ora capirai cosa dignifica avere a che fare con me, quando avrò finito con te non avrei nemmeno le energie per camminare."
Quello che non sapeva era che in realtà la mia soglia dell' attenzione era scesa nel momento in cui le sue dita fredde so erano scontrate con il mio calore. E con un gesto rude mi apri le gambe e infilò la testa tra di esse.

"Cazzo" ansiami non appena iniziò a succhiare e mordere le mie cosce mentre con una mano mi passava da sotto la coppa del reggiseno per stringermi un capezzolo, mandando centinaia di scosse elettriche lì dove le sue labbra stavano per arrivare.
Al contatto con la mia pelle calda le sue labbra fresche mi fecero sussultare e istintivamente portai una mano tra i suoi capelli facendolo gemere.
Quel mio gesto di possessione gli aveva fatto stringere ulteriormente la presa sul mio capezzolo travolgendomi con una scarica di eccitazione che mi fece mandare indietro la testa automaticamente, facendo avvicinare il mio bacino al suo viso.
Senza rendermene conto dalla mia bocca iniziarono ad uscire dei piccoli gemiti mentre il mio respiro ormai incostante mi faceva alzare ad abbassare il petto velocemente.
"Davon io" io cosa? Cosa volevo dire? Il mio cervello era totalmente sconnesso, dicevo parole a caso, il mio corpo si contorceva, la sua lingua si muoveva con maestria, nei punti giusti, con movimenti circolari, facendomi gemere rumorosamente, sentivo un calore crescere sempre di più dal mio passo ventre. Un qualcosa pronto ad esplodere, e io volevo esplodere su di lui, fargli capire l'effetto che mi faceva, ottenere il mio secondo orgasmo della serata, ma sul più bello si staccò da me.

HoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora