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"Davon" sussurrai combattendo tra ragione e desiderio.
Avevamo parlato pochi giorni fa ed eravamo stati chiari, fare sesso era stato un errore, ma perché quell'errore sembrava piacerci così tanto?

"Sssh" sussurrò al mio orecchio mentre con una mano afferrava i miei capelli per farmi inclinare ulteriormente il collo in modo da dargli più spazio libero, e io glielo stavo permettendo. Gli stavo permettendo questa pessima idea.
Le sue mani erano salite da sotto la mia maglia fino ai miei seni, percorrendo la mia pelle nuda e facendovi vestire di brividi che solo lui sapeva creare.
Dio quanto lo desideravo.
Se avevo imparato una cosa era che ogni lasciata era persa, così istintivamente mi girai e mi ritrovai a cavalcioni su di lui.
Stessa scena di una settimana fa. Volevamo starci lontano ma i nostri ormoni avevano il sopravvento ogni volta che restavamo soli.
Le mie labbra erano poggiare sulle sue, ci assaporavamo, mordevamo in un loop senza fine. Il suo sapore per me era droga. Ne volevo sempre di più.
Avevo il cuore in gola, batteva all'impazzata, le sue mani stringevano la mia carne all'altezza dei fianchi con una forza tale da farmi male, ma, in quel momento mi piaceva. Sentire il calore delle sue mani che bruciava la mia pelle era tutto quello che volevo.
Con un gesto rapido mi sfilò la felpa e io feci lo stesso con lui, i muscoli del suo petto guizzavano sotto il tocco delle mie mani, i suoi occhi verdi, persi nei miei erano carichi di desiderio, ci volevamo reciprocamente. Ne avevamo bisogno.
Le sue labbra si spostarono dalle mie fino alla curva dei miei seni, costringendomi ad inarcare istintivamente la schiena all'indietro, creando maggior contatto tra i nostri bacini suscitandomi un formicolio nella mia intimità fino a quando con una mano mi permette ancora più verso di lui. Adesso nonostante entrambi avessimo i pantaloni potevo sentire la sua erezione premere contro di me.
"Davon" ansiami mentre le sue labbra giocavano con i miei seni. "Cosa stiamo facendo? Siamo amici" dissi mentre un verso di piacere uscii dalla mia bocca.

I suoi occhi si posarono su di me inchiodandomi al tempo. Era come se tutto fosse fermo, esistevano solo i nostri respiri affannosi.
"Certo che siamo amici, amici a cui piace fare questo."
E se un istante fa il tempo sembrava essersi fermato adesso scorreva al doppio della velocità. Era come se quella sua frase avesse spostato la velocità del mondo a X2, i baci che prima erano passionali adesso erano diventati voraci, era come se fossimo due sommozzatori e le nostre bocche fossere ossigeno puro.
Ero finita io con la schiena sul divano e lui troneggiava su di me, mentre con uno sguardo pieno di desiderio rimuoveva quegli ultimi strati di vestiti che ci dividevano.
Le sue dita giocavano con il mio corpo,soffermandosi sulle mie cicatrici, sul mio addome, fino a raggiungere la mia intimità e mettendo a dura prova il mio autocontrollo.
Ansiami sotto il suo tocco esperto,il mio corpo si contorceva e il mio bacino seguiva ogni movimento delle sue dita che davano piacere alla mia intimità con movimenti veloci ma delicati, fino a quando fece scivolare due dita dentro di me facendomi ansimare.
Lui era questo. Un tornando nel luogo più calmo del mondo. Ecco come mi sentivo in sua presenza, ecco come mi sentivo ora.
Le sue dita entravano e uscivano, facendo dei piccoli movimenti circolari dentro di me, una serie di brividi iniziarono ad impossessarsi del mio corpo, ero come una pentola a pressione pronta ad esplodere, anzi, volevo esplodere, ecco ero pronta, lo volevo, ma prima volevo dare a lui un briciolo delle emozioni che mi stavo facendo provare.
Lo scansai e lo costrinsi e sedersi su quel divano mentre io dopo essermi legata i capelli scesi e mi inginocchiai davanti a lui.
Sui suoi occhi si accese una luce che non avevo mai visto, aveva capito chiaramente cosa volessi fare, leggevo il desidero nei suoi occhi, e così lo accontentai.
Avvicinai la mia bocca alla sua erezione, e con estrema delicatezza l'accolsi facendolo gemere mentre gettava la testa all'indietro.
Mi sentivo potente, mi faceva impazzire sentirlo ansimare sotto il mio tocco, sapere che era quello che gli facevo a scatenare quelle sensazioni. Agitavo il polso in movimenti piccoli rapidi dall'alto al basso mentre con la lingua mi aiutavo a fargli raggiungere il piacere.
I suoi muscoli erano contratti, i suoi addominali, la V che aveva all'altezza dell'inguine, la sua pelle era coperta di brividi e io non avevo intenzione di smetterla di fargli provare quelle sensazioni.
"Vieni qui" disse sollevandomi a portandomi a cavalcioni su di lui.
Dal portafoglio estrasse un preservativo e così,entrò in me, con una maestria degna di nota, come se fosse routine, come se lo facessimo insieme da anni.
E come la prima volta, anche questa fu magnifica.

HoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora