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Un pezzo di merda. Ecco cos'era.
Un fottuto pezzo di merda.
Per fortuna ero importante.
In meno di 24 ore si era scordato di me.
E lo aveva dimostrato chiaramente dato che avevo chiuso la porta del magazzino alle mie spalle mentre ci si infilava con una ragazza più importante di me evidentemente.
Wow, anche una appena conosciuta era più importante di me.
Era strano, non era il solito Davon, non che lo conoscessi, avevo capito chiaramente che la persona che pensavo di conoscere non era il vero Davon, era una maschera, il vero Davon era quello da una botta e via che si scopava gente nel magazzino del mio fottuto bar.
Era ufficiale, avevo bisogno di una pausa, e non me ne fotteva un cazzo se il bar era pieno di gente, un senso di nausea mi opprimeva lo stomaco, o uscivo o vomitavo.
"Sharon posso"
"Ho visto la scena, vai, ti copro io" non mi aveva nemmeno fatto finire di parlare. Lei era lei. Il mio angelo custode.

Non appena fui travolta dall'aria invernale il senso di nausea si fermò e fu sostituito dalla realtà. Il mio cuore era fottutamente lacerato in due, la nausea aveva dato spazio a un dolore interiore che forse non avevo mai provato prima. Riuscivo solo a vedere le mani di Davon sul corpo della ragazza e questa cosa faceva male, male davvero.
Dio come ero stata stupida. Pensavo di essere qualcosa, di valere qualcosa, e i miei occhi iniziarono a diventare lucidi.
Patetica, piangevo per un ragazzo, tanto per cambiare.
"Ehi zucchero filato, va tutto bene?" Disse Matt porgendomi un accendino visto che stavo cercando di accendere una sigaretta ma senza risultato. Le mie mani tremavano.

"Si Matt, tutto alla grande, non vedi?"

"Pensavo fosse cambiato davvero, con te era diverso"

"Sembrava. Sembrava diverso, ma non lo era. Chissà quante ragazze si è scopato mentre lo faceva con me"

"No Hope. No. Lui, non lo so."

"Già, beh grazie per la chiacchierata ma ora devo rientrare. Il lavoro mi aspetta." E dopo un paio di tiri di sigaretta lo liquidai.

Birre su birre. Giuro, non avevo mai spillato così tante birre in una serata come questa sera, ma nonostante questo, nonostante tutti i viscidi ragazzi che ci stessero provando con me riuscivo solo a tenere gli occhi fissi su quella fottuta porta del magazzino, perché nella mia mente c'era solo lui.

Ero stesa, sul letto di Sharon, come le notti precedenti che ascoltavo con gli auricolari musica deprimente per deprimermi ancora di più.
Era il turno di only love can't hurt like this. E devo ammettere che Sharon, forse ne aveva le palle leggermente piene di sentirmi cantare mentre affogavo tra le mie stesse lacrime cantando canzoni depresse.

"Hope basta. Ne ho i coglioni pieni non puoi andare avanti così. Stai male? Ok hai avuto quattro giorni per piangere. Ora basta. Non funziona così. Non mi interessa quanto tu possa essere triste. Devi reagire. Al primo posto nella tua vita ci sei tu! Te sei al primo posto! Reagisci cazzo. Puoi stare qui quanto vuoi,  non mi interessa ma non ti permetto di buttare la tua vita per un altro coglione. Domani mattina TU alzi il culo da questo letto e vai ad allenarti. Poi IO ti passo a prendere, andiamo a fare una seduta terapeutica di shopping, poi andremo a lavoro e poi andremo a ballare. Non è una domanda. Faremo così. Devi reagire e prendere in mano la tua vita! Devi! E smettila con questa musica depressa."

"No, in palestra c'è Davon". Dissi tirandomi su il naso.

"Non me ne fotto un cazzo. Può anche esserci Lady Gaga. Non mi interessa. Non costringermi a trascinarti a calci in culo fin lì. Riprendi in mano la tua vita."

"Ok" che cazzo dovevo dire? Forse non aveva tutti i torti. Forse dovevo provare a riprendere in mano la mia vita, avevo superato cose ben peggiori di un cuore spezzato.
Cazzo. Si.
Domani sarei andata in palestra.
Ma adesso volevo finire di deprimermi con la mia musica deprimente.

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