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Ero ancora sul divano quando Davon rientrò dalla serata con la ragazza e mi sorpresi vederlo rientrare così presto.
Era lì, sull' uscio della porta mentre si toglieva il giubbino era così sexy, ma perché mi faceva questo effetto! Risvegliava ogni mio singolo ormone.

"Allora come è andata la serata?" Dissi cercando con ogni fibra del mio corpo di essere più indifferente possibile.

"Bene, abbiamo mangiato e poi siamo stati a casa sua"
E come un proiettile quelle parole mi trapassarono. Me l'ero cercata, ecco cosa succede a giocare con il fuoco. Si sa che c'è il rischio di bruciarsi ma non per questo quando succede rimaniamo impassibili.
Non serviva che me lo dicesse, era palese il motivo per il quale era andato a casa di lei.
Era ufficiale, almeno per me la situazione con Davon non era più sotto controllo, forse iniziavo a sperare in un qualcosa in più, ma evidentemente per lui non era così, non che potessi fargliene una colpa, lui era stato sempre sincero, ero io che forse credevo di gestirla meglio.

"Oh buon per voi, io domani esco con il ragazzo del bar" dissi dopo un paio di secondi di silenzio, nei quali si era avvicinato a me in quel momento le mie parole mi sembravano sbagliate, un errore, come se il mondo mi volesse far capire di non uscire con questo ragazzo, ma io non potevo ascoltarlo, non volevo, dovevo fare un tentativo.

"Ok" rispose lui prima di fiondarsi sulle mie labbra.
Eccolo il sapore dolce amaro della vita.
Fuoco e acqua.
Ogni mia cellula lo desiderava ma ognuna di loro sapeva quanto fosse sbagliato quello che stava per succedere.
Ricambiai il bacio trascinandolo su di me in modo che mi sovrastasse.
Faceva male, era diventata una droga, ne ero dipendente. Sarebbe stata la mia ultima dose.
Me lo ero ripetuta tante volte dentro di me, ed era inevitabile, prima o poi sarebbe arrivato questo momento, questa sarebbe stata l'ultima volta.

Certo che posso, ieri sera lui è uscito ed è andato a casa di una ragazza, perché io non posso andare ad un appuntamento?
Ecco la frase che come un mantra mi ripetevo in mente.
Ok, era vero, al suo ritorno avevamo fatto sesso, era colpa mia che gliel'avevo data, però poco importa, insomma lui prima era andato con un altra, per quale motivo io non potevo uscire con un ragazzo che sembrava essere molto simpatico?

Ci eravamo dati appuntamento ad un bar poco distante da casa, così mi ero preparata e incamminata verso la destinazione dove, con mia sorpresa c'era già Steven che mi aspettava all'ingresso.

Non appena entrammo iniziammo subito a chiacchierare e il tempo sembrò volare.
Era davvero un ragazzo simpatico, studiava giornalismo ed era all'ultimo anno,il suo sogno era trasferirsi in America e lavorare per qualche testata giornalistica tipo il the post o il Times, insomma, sognava in grande e gli avrei augurato di raggiungere tutti i suoi obiettivi, però nella mia testa continuava ad apparirmi Davon, la persona con la quale anche questa mattina, mi ero svegliata. La persona che mi aveva tenuta stretta tutta la notte, che mi aveva riempito di carezze.
Sentivo lo stomaco contorcersi, quasi come se fossi nel torto. Mi sentivo tremendamente in colpa ad essere lì, eppure non ne avevo motivo.

        Davon
        procede bene il tuo appuntamento?

Il mio occhio cadde sullo schermo del telefono che si era illuminato per l'arrivo di un messaggio, e come una bambina mi era spuntato il sorriso.

"Ehm tutto bene?" chiese Steven vedendomi distratta.

"Si, era solo, il coinquilino di mio fratello che si è chiuso fuori, scusa, gli rispondo un attimo" ed eccola. L'ennesima bugia, ma di certo non potevo dirgli che era il ragazzo a cui non facevo altro a cui pensare.

                                                                                                cosa sei? Geloso per caso?

HoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora