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"Cosa cazzo sta succedendo ?" Chiese Davon aprendo la porta.

"Cosa cazzo ci fai tu a casa di Matt" ribattei scocciata.

"Da quando ti interessa cosa faccio?"

"Infatti non mi interessa, ora se non ti dispiace mi toglieresti il tuo amico di dosso?" Chiesi innervosita.
Insomma poteva anche aiutarmi invece che stare qui a conversare.

Chiusi la porta con un calcio e buttammo Matt sul letto di camera sua ancora tutto vestito. Bene. Adesso dovevo solo tornare a casa.
"Bene, missione compiuta, buona serata" feci dirigendomi verso la porta. Non mi era andato giù il fatto che alla festa Davon mi avesse ignorato, insomma aveva venticinque anni non dieci.

" Come pensi di tornare a casa?" Chiese lui sedendosi sul divano e accendendosi una sigaretta.
Indossava dei pantaloni della tuta grigia e una t-shirt bianca, era parecchio caldo dentro casa di Matt, infatti mi sorpresi nel vederlo vestito e non a dorso nudo come era solito fare.

"Come sono venuta, o a piedi visto che dista solo quindici minuti." Dissi aprendo la porta. Ma che cazzo voleva.

"Si a piedi alle 2.30 di notte mezza nuda e con quei trampoli ai piedi, vorrei evitare di dover picchiare di nuovo qualcuno." Rispose venendo verso di me e chiudendo la porta.
Ok non ci avevo pensato, a piedi non sarebbe stata una buona idea, però potevo tornare a casa in taxi.

"Chiamo un Uber." Dissi prendendo il telefono dalla borsa.

" Hope che cazzo, dove vuoi andare a queste ore. Puoi dormire qui" fece indicando il mega divano angolare a seduta larga. Giuro, era più largo di un letto singolo. Non avevo mai visto una cosa così.

"Ehm ok, tu dormi con Matt?"

"Col cazzo che dormo con uno che rischia di vomitarmi addosso. Dormo per terra. L'ho gia fatto quindi non rompere. Vado a farmi una doccia" disse prima di chiudersi in bagno.
Ok qualcuno qui era di cattivo umore.

Erano passiti diversi minuti e il rumore dell'acqua era cessato da un po'. Che palle ma quanto cazzo ci metteva? Volevo struccarmi e visto che lui non aveva intenzione di uscire andai a bussare alla sua porta e subito l'aprì mettendosi davanti a me con solo un paio di boxer.
Le goccioline d'acqua bagnavano ancora il suo corpo e mettevano in risalto la linea dei pettorali, degli addominali e della V.
In quel momento il mio corpo venne percosso da una scarica elettrica  che raggiunse il mio basso ventre.

" ehm, io dovrei struccarmi" feci entrando in bagno e avvicinandomi al lavandino.

"Prego, ormai sei entrata" fece lui lasciando libero il passaggio.
Lui era di fianco a me che si sistemava i capelli allo specchio mentre io iniziavo a togliermi il rossetto con acqua sapone e tanta pazienza.

" ahia!" Esclamai quando quell'imbecille di Davon mi colpì con una fiancata.

" stavi occupando tutto lo specchio per te, vai più in la."
Ed eccolo. Un sorriso che fino a poco fa era totalmente spento adesso stata sbucando sul suo viso lasciando intravedere quella fossetta nascosta tra la barba, e per vendetta gli schizzai l'acqua del rubinetto addosso e scoppiai a ridere.

"Oh questo non dovevi farlo" disse lui sollevandomi e buttandomi dentro la vasca da bagno e prendendo il doccino in mano.

" no no no ti prego no" supplicai. Non poteva farlo. Ero vestita, indossavo ancora le scarpe. Lo avrei ucciso. " ti supplico non farlo" continuai.
Ero stesa dentro la vasca e lui era bittato sopra di me con la mano gia posizionata sul rubinetto dell'acqua.
Non mi ero accorta della vicinanza dei nostri visi e dell'intensità con la quale i suoi occhi erano dentro i miei. Improvvisamente la temperatura nella stanza sembrava aumentata di cento gradi.
Non so perché mi faceva questo effetto. Sapevo solo che in questo momento avrei voluto baciarlo.

HoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora