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"Cazzo, porca puttana" imprecai quando aprii gli occhi e guardai il telefono.
Era tardissimo, tra mezz'ora avrei iniziato il turno di lavoro ed ero ancora sotto le coperte.
Un momento. Ero sotto le coperte con Davon che dormiva al mio fianco. Era tutto reale, non mi ero immaginata nulla, era successo tutto per davvero.
Per quanto avessi voluto fantasticare su la notte di fuoco trascorsa il dovere mi chiamava così alla velocità della luce corsi in bagno e in dieci minuti mi preparai e, in imbarazzo fissavo il ragazzo più bello che avessi mai visto mentre dormiva sul mio letto.
Dargli un bacio forse era troppo, ma non potevo nemmeno andare via senza fare finta di niente.
"Ehi, ciao dormiglione, io scappo che sono in ritardo per il lavoro" sussurrai al suo orecchio

"Mmmmh" mugugno girandosi dall'altro lato. Ottimo.

"Davon. Davon!" Urlai per provare a svegliarlo.

"Che cazzo ti urli?" Sbiascicò. Ah certo, colpa mia che urlavo, non sua che dormiva come un sasso.

"Vado a lavoro, ciao"

"Ah vai via così senza darmi un bacio? Vieni qui" disse prendendomi per il braccio e trascinandomi sul letto mentre iniziava a lasciare una serie di baci su tutto il mio collo.
"Penso che tu abbia troppi vestiti addosso" continuò infilando le mani sotto la mia felpa.

"Davon, vorrei, ma devo andare, Ilan mi ammazza" dissi soffocando un gemito.

"Senti quanto ti voglio io" e mi fece scivolare con il sedere all'altezza della sua erezione mattutina che dovevo dire era bella presente.
Cazzo. In tutti i sensi.

"Devo andare, mi aspetti sta sera?" Chiesi alzandomi a malincuore da lui.

"Si, ho le prove con il gruppo, non so per che ora finisco ma alla peggio se stai dormendo mi infilo sotto le coperte con te, sai, nonostante il fatto che russi e sbavi non mi dispiace averti al mio fianco"

"Io non russo, e tantomeno sbavo!" Feci offesa. Impossibile, non russavo. E non sbavavo. Cioè mi era successa solo una volta credo, ma era un eccezione.
"Vuoi che dormiamo insieme sta notte?"

"Te l'ho già detto."

"Dipende, te vorresti una ragazza nel tuo letto che russa e sbava?"

"Hai ragione, meglio che dormiamo nel tuo." Stronzo.

Lo salutai con un bacio e me ne andai di corsa verso il bar. L'aria fredda mi graffiava il volto e nonostante distasse solo quindici minuti scarsi a piedi, forse avrei iniziato a prendere la metro. Morire assiderata non era mia intenzione.

"Sei in ritardo" la voce squillante di Sharon mi risvegliò dai miei pensieri mentre entravo nel locale. "e mi devi aggiornare." Continuò.
Ma come faceva? Ieri sera era ubriaca marcia e adesso, otto ore dopo era fresca come una rosa. Ma lei il dopo sbornia non lo sentiva? Comunque aveva ragione, ero in mega ritardo e dovevo giusto aggiornarla su un paio di cose.

"Dal tuo sorriso deduco sia andata bene" per fortuna la mattina era molto tranquilla, e tranne per un paio di caffè che stavo preparando non c'era altro da fare, quindi nell'attesa che fossero pronti Sharon poteva rimanere qui a tartassarmi di domande.

"Mmm forse" feci facendo l'indifferente.

"Che stronza, dai aggiornami" e così le raccontai della nostra nottata, nella quale avevamo fatto la pace.

"Ma toglimi una curiosità, il ragazzo del bar? Quello che ti aveva invitato ad uscire?"

Oh giusto. Ecco lui era un tasto dolente, e con tutto quello che era successo non l'avevo più aggiornata. "Si ecco, sai, ci ero uscita, poi Davon mi era venuto a prendere, baci e poi il casino. Ok comunque il giorno dopo della nostra uscita mi aveva scritto che era stato benissimo e voleva uscire ancora" dissi abbassando lo sguardo consapevole della sua prossima domanda.

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