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Lydia

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Lydia.

<< Col cazzo. >> sbottò Daniel, mentre continuava ad impugnare con forza la pistola alla sua testa. Non riuscivo a credere a ciò che le mie orecchie avevano sentito, eppure quelle parole rimbombavano nelle mie orecchie e nel mio cuore. Lanciai uno sguardo a Daniel e subito dopo lo distolsi per il dolore al petto che provo.
<< È la verità, Lydia. Non ho nessun motivo per mentire. >> affermò invece mio padre. I miei occhi, man mano che passano i minuti, si appannavano ed il cuore batteva sempre più forte.
Cugini? Io e Daniel eravamo cugini?
Ad un tratto tutte quelle sensazioni, tutte quelle emozioni provate si tramutarono in disgusto, odio e dolore.
<< Tu lo sapevi? >> domandai singhiozzando, rivolgendomi a Daniel. Abbassò la pistola e si voltò verso di me con gli occhi sgranati. Mi girai, consapevole che il dolore al petto, invece che diminuire, potesse aumentare.
I nostri occhi si incrociarono e scossi la testa, mentre la rabbia e la furia si accese in me e prese posto alla tristezza e al dolore. Provai a mettere da parte le mie emozioni, le mie sensazioni e strinsi i pugni, mentre con le mani eliminavo le poche lacrime cascate sul mio volto.
<< Come hai potuto? >> urlai, mentre invece lui indietreggiava di qualche passo. Non era possibile, tutto quello non poteva essere possibile. Ditemi che stavo sognando, ditemi che non era vero.
<< I-io non... >> provò a dire, ma la mia rabbia cieca prese nuovamente il sopravvento e distrusse il malessere che provavo.
<< Tu niente! >> sbottai, mentre la mia mano partì e si scaraventò contro la sua guancia.
<< Tu mi hai illusa. >> sibilai incontrollata.
<< Hai rovinato tutto. Mi hai baciata pur sapendo di essere mio cugino, il mio sangue. Come hai potuto, eh? C-come hai fatto a non...>> mi bloccai distogliendo lo sguardo da lui, chiudendo gli occhi.
<< Come ho potuto fare cosa? >> domandò invece lui, con la voce apparentemente calma. Mi domandavo come facesse ad essere così tranquillo, calmo e controllato. Mi domandavo come facesse a non provare... disgusto. Tutto quello che mi stava succedendo era assolutamente surreale. Mi sembrava di stare dentro ad un film, oppure ad un libro. Sembrava una di quelle soap-opera dove i due innamorati scoprivano di essere fratelli. Era così, incestuoso.
<< Lo capisci che per me non cambia proprio niente, Lydia? >> chiese, mentre avanzava di qualche passo.
<< Voi vi amate. >> disse mio padre. Scossi la testa ed indietreggiai portandomi le mani ai capelli.
<< Sta zitto, se non vuoi morire. >> sbottai, alzando di un' ottava la voce. A stento faticavo a riconoscere la mia stessa voce per quanto era gelida. Sembravo una pazza, ma scoprire che l'uomo che amavo era mio cugino, che era sangue del mio sangue, non era affatto piacevole, anzi.
<< Occupati tu di lui, i-io non ce la faccio, non adesso e non con... te. >> mormorai ormai sfinita mentre rivolgevo un ultimo sguardo a Daniel.
<< Tu stai scappando da me. >> sbottò invece lui, avanzando verso di me e non calcolando minimamente la distanza di sicurezza che ci doveva essere tra due cugini.
Giusto?
Cioè, non dovevamo essere così vicini da poter sentire l'uno il respiro dell'altro. Eppure le sue labbra mi sembravano sempre invitanti ed i suoi occhi mi trasmettevano sempre le stesse sensazioni.
Dio, cos'avevo di così sbagliato?
<< Sto vedendo gli ingranaggi del tuo cervello. Smettila di pensare, sono sempre io Lydia. Sono il tuo Daniel, sempre lo stesso ragazzo che metterebbe in pericolo la sua vita per salvare la tua. Lo stesso ragazzo che la prima volta che ti ha guardata negli occhi si è sentito vivo ed ha lasciato affogare i suoi assurdi problemi. Sono sempre lo stesso ragazzo che da sempre ti ha amata incondizionatamente, nonostante condivida il tuo stesso sangue. >> ammise, perforando il mio cuore. In quel momento, quando le sue parole scivolarono dentro il mio cuore, la parte migliore di me non pensò a quell'assurda situazione. Eppure la parte razionale si, ed aveva avuto paura.
<< I-io non posso, Daniel. >> mormorai, chiudendo gli occhi. Le mie labbra presero a tremare e le mani vagavano incontrollate sui capelli. Alcuni singhiozzi strozzati uscirono dalle mie labbra e quel senso di niente, arrivò nuovamente più prepotente di prima.
<< Tu puoi, devi solo volerlo. >> mormorò, accarezzandomi la guancia. Per un secondo, rimasi lì, ferma. Mi lasciai accarezzare e mi lasciai confortare da lui. Mi abbandonai tra le sue mani e mi sentii a casa. Subito dopo, come se mi fossi risvegliata da uno stato di trance, di scatto, mi allontanai da lui.
Nei suoi occhi vidi la delusione e il dolore. Sapevo di averlo deluso, di averlo ferito nel profondo e per quello mi sento una vera merda.
<< Non credevo fossi così. >> mormorò affranto. Si allontanò da me e fu proprio in quell'istante che volevo continuasse ad insistere, per magari, farmi cambiare idea.
Qualche secondo dopo, Daniel aveva la pistola puntata in testa. I miei sensi si attivarono e subito dopo strinsi tra le mani la pistola, pronta a far fuori chiunque si mettesse nel mio cammino.
<< Fai un passo ed è morto. >> ringhiò mio padre, facendo un piccolo sorriso maligno. Deglutii e la rabbia che avevo provato prima, tornò, più forte di prima. La parte razionale di me, mi disse di aspettare, mentre il cuore, il mio istinto, mi disse di agire. Strinsi con più forza la pistola e la puntai verso di lui. Sorrisi ed inarcai un sopracciglio quando vidi la sua espressione seria vacillare. Veloce come un fulmine, lo colpii alla mascella, facendogli saltare qualche dente. Sorrisi trionfante nonostante avessi le nocche sbucciate, e qualche goccia di sangue uscì.
<< Non te l'aspettavi, vero papà? >> domandai, avanzando di qualche passo. Prima che potesse rispondere e che io potessi fare qualcosa, Daniel lo disarmò e con un calcio rotante lo spedì a terra. Afferrò la sua pistola e la puntò verso di lui.
<< Ho giurato che chiunque si fosse messo contro di lei, non avrebbe vissuto a lungo. Mi dispiace, ma sei morto. >> sibilò Daniel. Uno sparo assordante mi arrivò dritto alle orecchie. Mio padre barcollò, lottando per rimanere in piedi, ma dopo qualche istante cadde per terra.
Del sangue uscì dalla ferita.

Mi avvicinai al suo corpo ed ascoltai le ultime parole che uscirono dalle sue labbra:
<< Cura ut valeas, et matrem tuam.>> mormorò, per poi chiudere gli occhi ed emettere l'ultimo respiro. Daniel lo aveva ucciso, ed una domanda mi nacque spontanea: conoscevo davvero Daniel Parker?

Spazio Autrice:

Rieccomi con un nuovo aggiornamento.💗
Spero vi piaccia, tanto quanto piace a me.

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