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Daniel's pov

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Daniel's pov.

Un rumore assordante mi svegliò immediatamente. Era la sveglia, che tra l'altro avevo impostato con il suono della tromba da stadio. Avevo il sonno abbastanza pesante, quindi facevo piuttosto fatica a svegliarmi la mattina.
Mi alzai a fatica dal letto e mi avviai verso il bagno. Feci una doccia veloce e mi vestii prendendo, dalla mia cabina armadio, una camicia bianca con una giacca nera e dei pantaloni eleganti per la riunione con l'avvocato. Speravo di riuscire a comprare le azioni dell'Avards, un'altra azienda però di New York. Misi la cravatta facendo facilmente il nodo ed infilai le scarpe nere. Mi guardai allo specchio e quasi non mi riconobbi. Ero cambiato tanto, ero passato dalla giacca di pelle e fare rapine, al comandare una delle aziende più importanti di Londra. Sorrisi impercettibilmente e subito dopo mi venne in mente Lydia. Volevo vedere com'era, se fosse cambiata oppure no. Scossi la testa e sorrisi falsamente tentando di eliminare dalla mia testa il suo ricordo che viveva in me da sempre. Afferrai le chiavi della macchina e in un lampo arrivai davanti al mio ufficio. Prima di entrare notai con la coda dell'occhio Jaiden fare l'occhiolino con la mia stagista. Alzai gli occhi al cielo e subito dopo mi notò. Si avvicinò a me con passo veloce e mi diede una pacca sulla spalla. Vedete, Jaiden era il classico bulletto, ma con il cuore tenero. Aveva gli occhi di un verde smeraldo, che si mischiava con il suo contorno bluastro. I suoi capelli erano biondi, lunghi e allo stesso tempo molto sottili. Sembrava uscito da un film romantico.
<< Come te la passi amico? >> domandò Jaiden sorridente come non mai. Alzai le spalle per rispondere 'normale' che per me equivaleva a 'una merda', ma la stagista ci interruppe prima che io potessi anche solo pronunciare una sola sillaba.
<< Sign. Parker, c'è una visita per lei. >> mi informò. Annuii, con il viso leggermente contratto. Subito dopo salutai con un cenno Jaiden e mi avviai dentro il mio ufficio. Mi guardai intorno e notai subito dopo un uomo appoggiato sul davanzale della finestra, con una vista mozzafiato.. La postura mi ricordava vagamente qualcuno, ma non ricordavo esattamente la persona in questione. Lasciai le domande per dopo, ed avanzai lentamente.
<< Thomas... >> mormorai, non credendo a chi io avessi davanti. Era proprio Thom, solo più cresciuto e più uomo. Si avvicinò a me con passo svelto e mi abbracciò con forza. I miei occhi diventarono lucidi in meno di un secondo e li nascosi dietro le palpebre. Ricambiai l'abbraccio immediatamente e mi lasciai trasportare dalla sua solita risata contagiosa.
<< Cosa ci fai qui? >> riuscii dire tra le risate. Si staccò leggermente lasciandomi due pacche sulle spalle.
<< Passavo da queste parti ed ho pensato di fare un salto a vedere come stavi. >> pronunciò sorridendo. Annuii distrattamente e prima che io potessi rispondere, la porta venne spalancata.
Chiusi gli occhi sapendo già chi fosse.
<< DANIEL, AMICO MIO. >> urlacchiò Jaiden sorridendo a trentadue denti. Prima di venire da me, e rompermi le palle, si bloccò e fece una smorfia, di pura gelosia.
<< Chi è questo? >> mormorò sottovoce. Risi silenziosamente quando vidi la faccia di Thomas scioccata e subito dopo mi schiarii la voce, mentre lottavo contro quel sorriso che voleva a tutti i costi avere la meglio su di me.
<< Jaiden lui è Thomas, il mio migliore amico. Thomas, lui è Jaiden, un avvocato straordinario, che lavora nella mia azienda, e un grande amico. >> annunciai lasciando due pacche nella spalla di Jaiden che mi sorrise subito dopo. Thomas annuì e fece un sorriso tirato al mio amico, che stava di fianco a me.
<< Di cosa volevi parlarmi? >> domandai a Thom, che abbozzò un sorriso nervoso. Era una cosa privata, afferrato. Feci un cenno a Jaiden che recepì il messaggio e andò via. Mi schiarii la gola e tossii leggermente cercando di eliminare il groppo in gola.
<< Come stai? >> domandò sedendosi sulla poltrona di fianco alla mia. Bevve un po' di caffè presente nella mia scrivania e dopo un paio di secondi continuò a parlare.
<< Io sto bene e va tutto alla grande. >> continuò, mentre prese un altro sorso di caffè per poi girarsi verso di me, incrociando i miei occhi socchiusi.
<< Tu Daniel, come stai? >> riprovò, notando la mia mancata risposta.
Come sto?
A primo impatto mi veniva da dire 'bene' perché non si poteva dire che stessi male, ma prima di parlare pensai. Pensai a quello che stavo passando e a quello che volevo davvero.
<< Mi manca... >> ammisi storcendo il naso. Un sorriso si aprì nelle sue labbra e qualche secondo dopo annuì.
<< Lei è fidanzata. >> asserii e lui annuì distrattamente, mentre il mio cuore era in subbuglio. L'avevo capito, ma ammetterlo a se stessi era un conto, dirlo ad alta voce era un altro.
<< Si, è fidanzata. >> rincarò la dose, facendomi sospirare pesantemente.
<< Sono davvero felice per lei. Almeno lei è riuscita ad andare avanti. >> annunciai scuotendo la testa e guardandolo negli occhi. Fece molto male dirlo ad alta voce, ma dovevo farlo.
<< E tu?... >> chiese con gli occhi tristi. Capii immediatamente dove volesse andare a parare, ma lo lasciai fare.
<< Io cosa? >>
<< Sei andato avanti? >>
Morsi con forza il labbro inferiore fino a sentire un sapore metallico sulle labbra. Avevo provato a smettere di pensare a lei, ci avevo provato più di una volta. Ma quando una persona lascia il suo marchio su qualcuno, era davvero difficile liberarsene .
<< Ho dovuto. >> mormorai chiudendo gli occhi. Non avevo più voglia di parlare ed una volta rimasti in silenzio, aprii gli occhi ancora un po' lucidi. Mi guardai intorno e mi ritrovai solo. Era andato via e finalmente ero solo.
Solo, come sempre.
Chiusi gli occhi e ritornai a scavare dentro me per poterla vedere ancora una volta, forse l'ultima.

***

queenofpikes

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