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Daniel's pov

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Daniel's pov.

<< È stato bello fare affari con te. >> disse il mio acquirente. Annuii e strinsi la sua mano, per poi andare via. Uscendo dal mio ufficio, notai Lydia parlottare con Julie. Aveva lo sguardo assonnato e delle occhiaie prorompenti. I suoi capelli erano legati in una coda alta, mentre alcune ciocche uscivano dall'elastico. Sorseggiava svogliatamente il caffè che aveva preso alla macchinetta. Mi domandai come facesse a bere quella robaccia che somigliava vagamente a del caffè mescolato con un po' di acqua. Rimasi lì, fermo a fissarla per qualche minuto, fin quando, come se avesse avvertito la mia presenza, si girò e mi guardò. I nostri occhi si unirono ed una scossa prese a smuovermi dall'interno. Mi appoggiai allo stipite, che portava verso il corridoio, e con le braccia incrociate continuai a guardarla come se fosse la creatura più bella del mondo. Ad un tratto i ricordi dell'altra notte ritornano in mente. Mi irrigidii e socchiusi gli occhi nel tentativo di calmare i miei sentimenti ed i battiti accelerati del mio cuore. Le feci un cenno distratto e le voltai le spalle per poi chiudermi in ufficio con l'idea di non uscire per tutta la mattina e probabilmente anche per tutta la sera.

***

<< Domani è il compleanno di Lydia, e stavamo pensando di andare a festeggiare stanotte. Tu cosa ne pensi? >> mi domandò Thomas. Annuii e distrattamente portai alle labbra una sigaretta. L'accesi, dopo di che aspirai; trattenni il fumo dentro il mio corpo per poi buttarlo via, creando una nube di fumo non indifferente. I pensieri tornarono nuovamente, nonostante cercavo di non farli affiorire. Okay, ero un codardo. Ero consapevole di star scappando da me stesso, ma non potevo fare altro che fuggire dal dolore che mi circondava da sempre.

<<.... regalerai? >>

Tutto risultava ovattato, tant'è che Thomas, fu costretto a schioccarmi le dita davanti al viso. Scossi la testa e cercai di capire dove mi trovassi.

<< Puoi ripetere la domanda? >> domandai, forzando un sorriso. Mi lanciò un'occhiataccia e scosse la testa, per poi serrare la mascella.

<< Che hai per la testa, Daniel? >> mi chiede, puntando lo sguardo su di me. Era come essere occhi dentro occhi. Scossi la testa e come sempre non risposi, anzi, alzai le spalle sminuendo il dolore che provavo al petto.

<< Dimmelo! Infondo sono sempre io, il tuo migliore amico. >> insistette, per poi incrociare le braccia al petto. Alla fine, esausto, raccontai tutto quanto. Mi svuotai, la mente ed il cuore. Era profondamente liberatorio e quasi tremai quando finii di parlare.

<< Non credevo che sarebbe arrivato il momento, ma tu sei proprio cotto a puntino. Sei innamorato Daniel, e non puoi più negarlo. Non puoi più nascondere ciò che senti. >> affermò. Mi passai velocemente la mano tra i capelli neri e risposi subito dopo: << Lo so, Thom. Ma non possiamo neanche stare insieme, ti ricordo che siamo cugini e lei ogni volta che mi vede... >> mi bloccai per riprendere fiato ed una smorfia di dolore nacque sulle mie labbra: << Non mi guarda più come se fossi la cosa alla quale teneva di più al mondo. Io l'ho visto il suo sguardo. Tutto quello che le sta succedendo e tutto quello che le è successo, l'ha rovinata, esattamente come ha rovinato me. >>

<< E poi adesso esce con... Lucas. >> pronunciai il suo nome con disgusto e rabbia allo stesso tempo.

<< È normale essere gelosi Daniel, infondo la ragazza che ami esce con un altro. >> disse Thom, rincarando il concetto.

<< Non sono geloso Thomas. Mi da solo fastidio, okay? Vedere la ragazza che amo e che probabilmente amerò sempre, uscire con un altro, non mi emoziona. Per niente! >> sbottai. Passai le mani sui jeans scuri e sbuffai ancora una volta.

<< Quindi che cosa le regalerai? >> domandò, sorridendo appena. Ecco, vedete quel ragazzo che sgranava  gli occhi e iniziava a sudare come un maiale? Ecco, ero io, proprio io. Non ne avevo la minima idea, ma dovevo farle un regalo che fosse memorabile. Le avrei fatto qualcosa di pazzo e allo stesso tempo bello. Doveva essere qualcosa che potesse amare, per sempre. Senza degnarlo di una risposta, afferrai la giacca ed uscii dal mio ufficio. Erano ormai le sette di sera e in teoria non ci sarebbe dovuto essere nessuno. Peccato che non appena svoltai l'angolo, vidi qualcosa che non avrei mai e dico mai, voluto vedere in tutta la mia miserabile vita. Li, proprio in quel momento sentii il mio cuore che si rompeva in mille pezzi. Sentii il crac, che distrusse l'ultimo pezzo di cuore che mi era rimasto. Se un giorno mi avessero chiesto se avrei mai pianto per una ragazza, avrei solamente riso. Non avrei mai immaginato di farlo, tantomeno di farlo per lei. Non avrei mai pensato di innamorarmi follemente e con ogni parte di me e del mio cuore, eppure adesso ero lì a piangere come un ragazzino. Con le gambe molli e con gli occhi lucidi, uscii fuori dall'azienda, con un battito cardiaco esagerato. Con le mani sudate e la fronte madida afferrai le chiavi della moto e montai sopra. Dimenticai persino di inserire il casco, e partii alla massima velocità. Più camminavo lontano da lei, più le immagini che avevo visto si imprimevano nella mia mente e nel mio cuore. Sforai i centosessanta chilometri orari e non avevo la minima intenzione di rallentare. Ad un tratto però, tutto scomparve. Un camioncino mi investii, facendomi cadere dalla moto. Tutto divenne sfocato e mi lasciai andare a quella bellissima sensazione di vuoto assoluto. Prima di chiudere gli occhi però, rividi lei.
Mi sembrò di riprendere fiato, ma tutto ritornò come prima, quando le immagini che mi avevano scosso al tal punto di rischiare la morte,  ritornano.

E li rividi, nel buio. Mi stavo aggrappando a quella minuscola speranza che c'era ancora in me, quando vidi Lydia baciare Lucas.
Poi smisi di oppormi, smisi di lottare e mi lasciai catturare dal buio più totale.
Era la mia fine, ne ero sicuro; ed io l'avrei accolta a braccia aperte.

***
Angolo autrice:

so che non è quello che vi aspettavate, ma tutto avrà un senso nei capitoli successivi.

TRANQUILLI NE MANCANO ANCORA UNA QUINDICINA.

xoxo.

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