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Lydia's pov

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Lydia's pov.

Aprii gli occhi ancora impastati dal sonno e mi alzai dal letto meravigliandomi del fatto che Julie fosse già sveglia. Feci una doccia veloce e scelsi i vestiti da indossare. Afferrai un pantalone, una camicia e ci affiancai dei tacchi neri. Arricciai i capelli con la piastra e sospirai guardandomi intorno. Il cellulare squillò e quasi sobbalzai sentendo il suono riempirsi nella stanza. Senza guardare chi fosse la persona in questione, risposi con voce annoiata.
<< Pronto? >> dissi.
<< Lydia, sono sotto. Sei pronta? >> strabuzzai gli occhi e sbattei leggermente la mano destra sulla mia fronte. Era Lucas, ed io mi ero completamente dimenticata che doveva accompagnarci lui a lavoro.
<< Si, certamente. Sono prontissima. >> mentii alzando gli occhi al cielo e mordendo le labbra. Attaccai ed in fretta mi preparai. Infilai i vestiti, applicai un po' di mascara, feci una linea di eyeliner sottile ed ero pronta.
<< Julie, dobbiamo andare. >> urlacchiai aprendo la porta di casa. Si precipitò di fianco a me con l'affanno e borbottò qualche parolaccia sbuffando di continuo.
<< Dobbiamo andare per forza con quel tipo? >> disse.
Nel suo viso si dipinse una smorfia, ed io mi limitai semplicemente a scuotere le spalle. Ormai eravamo quasi fuori dall'appartamento ed era del tutto inutile discuterci sopra. Il sole era alto, come ogni mattina, ed era leggermente contornato da alcune nuvole bianche. Alcuni uccelli svolazzavano in aria canticchiando e sorrisi alla vista di quel cielo così azzurro e limpido. Cercai con lo sguardo la Porsche di Lucas, ed una volta localizzata, mi ci fiondai dentro tentando di non ascoltare il solito borbottio di Julie.
<< Ciao, Lydia. >> mi salutò raggiante Lucas stampando un bacio a fior di labbra, sulla mia fronte. Ricambiai a stento e gli rivolsi un timido sorriso, mentre Julie alzava gli occhi al cielo.
<< Ciao anche a te, Julie. >> disse Lucas.
Julie si limitò a salutarlo con un cenno distratto e poi si girò a fissare la strada pensierosa, mentre di tanto in tanto canticchiava qualche canzone.
<< Oggi ho un incontro molto importante. >> annunciò Lucas, mentre continuava a fissare la strada e le sue mani erano strette sul volante con forza.
<< Che genere di incontro? >> domandai curiosa sorridendo appena.
<< Devo trattare con un'azienda molto importante, voglio fare una bella figura. >> affermò lanciandomi uno sguardo magnetico, mentre annuivo pensierosa. Dopo una serie di minuti, arrivammo in ufficio con dieci minuti di ritardo. Beh, Lucas non superava neanche i 50/km h. Con il cuore in gola dopo aver salito una rampa di scale, mi avviai in ufficio e prima di entrare andai a sbattere contro qualcuno. Cascai a terra e con una smorfia passai la mano davanti agli occhi.
Ero davvero sfortunata, avevo fatto ritardo ed in più ero andata a sbattere contro qualcuno: di bene in meglio.
Un profumo apparentemente familiare mi investii, offuscando ciò che rimaneva della mia vista.
Arricciai il naso confusa.
Poco dopo, aprii gli occhi senza guardare la persona in questione e mi alzai. Lisciai i pantaloni passando le mani su di essi, per poi ricompormi.
Fu allora che lo vidi.
I nostri occhi si incrociarono ed una scarica elettrica mi pervase facendomi mancare l'aria e la terra sotto i piedi, mentre la sua stazza mi sovrastava come sempre. Daniel era sempre lo stesso, solo più grande e più maturo. Indossava una camicia ed una giacca molto elegante e la prima cosa che notai furono i suoi tatuaggi che sbucavano fuori dal colletto della camicia e dai polsi. Mi fissò come se non avesse mai visto una donna in vita sua, il che mi sembrò molto improbabile. Le sue labbra, precedentemente strette in una linea tesa, mutarono.
Fece un sorriso.
Era impercettibile: solo io lo notai ma d'altronde come potevo non notarlo? Tutti pensavano che l'avessi dimenticato, che ormai non mi tornasse in mente neanche per sbaglio, ma in realtà erano loro a sbagliare.
Passavano i mesi e lui era ancora lì: nella mente, nel cuore e tra i mille ricordi. Ricordavo per filo e per segno tutti i suoi modi di fare, la sua risata, le sue braccia che stringevano la mia vita.
Lo pensavo, sempre.
Daniel era una costante nella mia vita.
Era qualcosa del tipo: non ti posso avere con me, ma ti tengo lo stesso nel cuore.
Eh no, cazzo! Lasciare andare qualcuno non significa non amarlo, ma comprendere che alcuni amori non sono arrivati per durare in eterno, ma per migliorare la tua vita.
Avevo provato a cancellare quella fottuta luce che aleggiava nei suoi occhi, ma non ci ero riuscita.
Eh no, non avevo provato neanche a sostituirlo con Lucas, perchè non era una cosa possibile: era come fotografare il sole e sperare che di notte ci potesse scaldare l'anima. Ciò che credevo di aver eliminato dalla mia mente, tornò più forte di prima.
L'amavo, c'era poco da fare.
L'amavo arrogante, stanco e in pigiama
Amavo ogni suo dettaglio, e forse era proprio quello il vero amore.
Tutti i ricordi di noi, tornarono con più forza e veemenza. Il suo viso, che tanto mi era familiare, adesso non mi sembrava più lo fosse, come se l'avessi messo in un angolino e fossi semplicemente andata avanti. Una mano si posò sulla mia spalla e sussultai visibilmente. Il mio sussulto fu così visibile, che anche lui lo notò.
<< Tutto okay, amore? >>
La voce di Lucas sembrava lontana mille miglia da me, mentre mi sembrava che lui fosse terribilmente vicino, troppo vicino. Annuii ancora stordita e feci un finto sorriso. Lo guardai ancora una volta e afferrai la mano di Lucas intrecciandola alla mia.
Lo sguardo di Daniel si indurì all'istante e nel suo collo una vena prese a gonfiarsi. Lo superai stando molto attenta a non sfiorare la sua pelle neanche per sbaglio e mi chiusi in ufficio, sbattendo praticamente la porta in faccia a Lucas.
Non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma il mio cuore sembrava impazzito. Batteva così violentemente contro la cassa toracica che mi sembrava che stesse per scoppiare in mille pezzi. Julie entrò sorridente nel mio ufficio e non appena mi vide, si avvicinò stranita a me. Una lacrima scese solitaria nel mio viso fino ad arrivare alle mie labbra tremanti.
Non servì raccontarle ciò che era successo, perché lo capì. Mi abbracciò e proprio tra le sue braccia mi lasciai andare.

Feci un urlo soffocato e milioni di lacrime scesero ininterrottamente fino a bagnare il maglioncino rosa antico di Julie.
Stavo crollando, lo sapevo, solo speravo di non farlo a causa sua.
<< Non posso farcela Julie, non adesso! >> urlai, mentre le sue mani mi tenevano stretta a lei. Era lui la mia cura, e lei lo sapeva bene.
Non era una sola cotta adolescenziale, perchè diamine nessuno lo riusciva a capire?
Era stato lui ad avermi riportata a galla, sin dal nostro primo incontro. Lui era stato un vero e proprio colpo al cuore, mi aveva liberata da tanta angoscia, paura, rabbia e solitudine e nessuno lo capiva. Quando ero morta dentro, era stato lui a tirare quella cordicella, a farmi risalire nonostante neanche io lo volessi veramente.
Lui mi aveva salvata, e non se n'era neppure reso conto. Avevo un disperato bisogno di lui, quasi viscerale, perché lui era l'unica persona che volevo con me.
E mi dispiacqui a pensare ciò, ma era la verità ed io volevo smettere di mentire a me stessa. Certe storie, relazioni amorose, con il tempo sbiadiscono, altre invece posseggono colori fin troppo sgargianti per mutare con il tempo.
Ebbene, lui era una di quelle storie: tenace, forte, coinvolgente. Era il sole dopo la tempesta e nessuno, nessuno mai avrebbe potuto prendere quel posto, perché era suo. Per un periodo dopo la sua partenza per Londra, non riuscivo a dormire la notte. Ci provavo e ci riprovavo ancora una volta. Mi rigiravo tra le lenzuola del mio letto presente alla struttura, quando stavo ancora lì, quando ancora tutto era ''normale''. Mi giravo su di un fianco, poi sull'altro ed era così per tutta la notte.
Poi però, sorgeva il sole e facevo finta di niente: mentivo alla Morrison, a Thomas e persino a Julie.
Dicevo di stare bene, che ero ormai andata avanti, che alla fine quella cotta io l'avessi superata, ma poi il sole tramontava, il mondo rallentava ed il dolore tornava, più forte di prima.

***

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Grazie per tutto il vostro supporto.

Vi amo., 🌼❤️

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