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Lydia's pov

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Lydia's pov.

La sveglia suonò alle sei in punto, insieme al mugolio di Julie che alzò la coperta fino al mento. Sorrisi a quella scena e scostai le coperte dal mio corpo per poi andare verso di lei. Mi accomodai nel suo letto e tolsi leggermente la coperta dal suo viso, ancora assonnato.
<< È ora di uscire dal letto>> mormorai e sorrisi quando divenne un tutt'uno con la
coperta. Dopo mille richiami, uscì dal letto e si avviò in bagno, facendo partire la doccia. Avevamo preso questo appartamento circa tre anni fa, con l'aiuto di Mrs. Morrison che veniva sporadicamente a trovarci ogni fine settimana. Una volta essermi lavata, aprii l'armadio e scelsi una semplice blusa bianca, dei jeans chiari ed un paio di tacchi neri, non troppo alti.
Lavoravo in una delle più importanti aziende qui a New York, e alla fine dopo mesi, ero riuscita a convincere il mio capo a far lavorare anche Julie. Lavoravamo insieme a stretto contatto. Me l'aveva procurato Thomas quel lavoro, onestamente non credevo neanche mi avrebbero presa quando mi ero presentata, ma alla fine la fortuna mi aveva dato una grossa mano. Intravidi con la coda dell'occhio una felpa fin troppo familiare, in fondo all'armadio. La afferrai e la portai al petto sospirando pesantemente. Ogni volta la storia era sempre la stessa.

  

Flashback

     

<< Hai freddo? >> mi domandò Daniel. Ero uscita per prendere una boccata d'aria. Ero piuttosto claustrofobica, e lì dentro non circolava molta aria.
<< No. >> risposi portando le braccia al petto nel tentativo di scaldarmi. Qualcosa di caldo e confortevole mi circondò le spalle, ed un profumo inebriante mi fece rilassare sotto la stoffa del giubbino.
<< Sei troppo cocciuta per dire di sì. >> mi disse con un sorrisino. Mi fermai a guardare la sua figura. Era estremamente attraente o forse ero troppo ubriaca per formulare un pensiero di senso compiuto. Forse erano i suoi tatuaggi che mi attraevano. Ero certa che non li avesse fatti a caso, ma che avessero un significato ben preciso.
<< Beh, grazie. >> dissi stringendo le spalle.
<< Non fissarmi Lydia >>  disse. Fece qualche passo avanti, ma io rimasi immobile al mio posto, mentre i nostri occhi erano incastrati e si preparavano a duellare in uno scontro che mai al mondo avrei perso.
<< Chiudi gli occhi Lydia, ed io me ne andrò. Chiudili, per favore. >> mormorò. Io non lo feci e lui fece un ringhio infastidito.
<< Che diavolo ti prende? Perché non fai quello che farebbero tutte?
Perché non hai paura di me? >> urlò. Non gli risposi, semplicemente rimasi a fissarlo per qualche secondo o forse minuto e lui fu il primo a distogliere lo sguardo. Sorrisi vittoriosa.
<<  Non sapevo fosse così. >> sussurrò.
<< Così cosa? >> domandai corrugando la fronte. Non rispose, né mi guardò più. Non ero una tipa alla quale piacevano quel genere di cose, forse ero solo ubriaca.

Fine flashback

Scossi violentemente la testa, come per eliminare dalla mia testa quelle immagini. Piegai la felpa e la riposi in fondo all'armadio, con le braccia tremanti. Chiusi le ante dell'armadio, afferrai il mascara e lo passai delicatamente sulle ciglia superiori ed inferiori per aprire maggiormente il mio sguardo, così che il verde dei miei occhi si accentuasse. Passai un po' di rossetto color carne sulle labbra ed infine afferrai la borsa attaccata sull'attaccapanni.
<< Julie, andiamo? >> urlacchiai aprendo la porta di casa quando annuì alla mia domanda. Presi velocemente le chiavi della macchina ed entrammo dentro dentro l'auto.
<< Hai sentito Stephie in questi giorni? Io ho provato a chiamarla ma scatta sempre la segreteria. >> domandò Julie aggrottando le sopracciglia.
<< È con Damon a Londra. È partita non te lo ha detto? >> distolsi lo sguardo per un secondo dalla strada, lo posizionai su di lei e poi lo riportai nuovamente sulla strada, bagnandomi le labbra con la lingua. Scosse la testa e si limitò a scrollare le spalle. Accesi la radio e partì una canzone, non una semplice canzone ma quella mia e di Julie. Ci guardammo complici e iniziammo a cantare a squarciagola fin quando non arrivammo in ufficio. Salimmo le scale e dopo aver salutato la segretaria rivolgendole un caloroso sorriso, mi voltai verso la mia migliore amica.
<< Ci vediamo in pausa pranzo? >> domandai abbozzando un sorriso sereno. Annuì lasciandomi un bacio sulla guancia.
<< Nel tuo ufficio, okay? A dopo! >> rispose, voltandomi le spalle senza darmi l'opportunità di risponderle. Chiuse la porta alle mie spalle avviandosi nel suo di ufficio. Tolsi la giacca nera e l' appoggiai sulla poltroncina accanto al mio tavolo, per poi fare lo stesso con la borsa in pelle che mi portavo dietro tutti i giorni. Visualizzai qualche e-mail e presi vari appuntamenti per il mio capo.

***

<< Questo pollo al curry è davvero ottimo, Lydia. >> la faccia di Julie era totalmente sporca di sugo e dopo averla fissata per un paio di secondi scoppiò in una fragorosa risata. Finimmo di pranzare e dopo aver fatto le ultime cose chiusi il computer, afferrai la borsa e chiusi a chiave l'ufficio. Presi l'ascensore e salii fino al sedicesimo piano. Bussai prima di entrare e quando rispose entrai dentro.
<< Questa è la cartella con tutti i suoi appuntamenti della settimana. >> dissi, facendo un sorriso gentile. Il mio capo era un tipo particolare. Non sorrideva mai, ed ogni qual volta cercavo di far conversazione mi ignorava prontamente. Ogni qual volta lo incontravo, una strana sensazione si presentava nello stomaco. Aveva un'aria quasi, familiare.
<< Ottimo lavoro, Lydia. Puoi andare. >> disse solamente. Era sempre bello fare una buona impressione al proprio capo, soprattutto quando capitava di rado.
Io e Julie una volta finito tutto, uscimmo e ci avviammo in qualche bar con i nostri rispettivi fidanzati, era una sorta di tradizione. Ogni volta usciti da lavoro, tutti insieme andammo da qualche parte a bere qualcosa, che fosse un succo oppure una semplice birra, era totalmente indifferente. Da lontano vidi Lucas e Thomas venire nelle nostre direzioni e una volta raggiunti Lucas stampò un dolce bacio sulle mie labbra che mi affrettai a ricambiare e Thomas fece lo stesso. Dopo aver salutato Julie, si avvicinò a me e mi diede un caloroso abbraccio con tanto di buffetto sulla guancia. Julie ordinò una cioccolata calda, Thomas e Lucas una birra a testa mentre io un succo semplice all'ace, che adoravo alla follia.
<< Com'è andata a lavoro, tesoro? >> la mano di Lucas sfiorò la mia, intrecciando le nostre dita.
<< Le solite cose, tutto okay. >> mormorai, eliminando il nostro contatto. Afferrai il succo e ne bevetti un generoso sorso sotto il suo sguardo indagatore.
<< Domani ci sarà una sorta di festa, ci andiamo? >> chiese Julie ammiccando nella direzione di Thomas che si irrigidì immediatamente.
<< N-no, domani proprio no. >> mormorò Thomas giocherellando nervosamente con i suoi anelli. Aggrottai le sopracciglia pensierosa, reggendo il capo con la mano posizionata sotto il mento. Thomas non aveva mai saltato una festa se non per problemi di salute, ma lui stava benissimo. In quel bar regnava il silenzio, perlomeno per pochi secondi, finchè dalle mie labbra uscì un sonoro sbadiglio, che fece ridere un po' tutti.

***

Una volta arrivate a casa, eliminai ogni traccia di trucco ed infilai il pigiama. Alzai le coperte e mi ci fiondai dentro alla velocità della luce e lo stesso fece Julie, ma si stese di fianco a me. Ormai non badavamo più a questo genere di cose. Avevamo vissuto insieme sin da quando eravamo due poppanti ed eravamo cresciute insieme, quindi per noi non era mai stato un problema vivere insieme e dormire insieme.
<< Tutto bene? >> mormorò, posizionando la testa sopra la mia spalla.
Annuii sospirando pesantemente e le rivolsi un sorriso rassicurante. Chiusi gli occhi e qualche secondo dopo, comparve immediatamente Daniel, con il solito sorriso da sbruffone ed i capelli scompigliati, che tanto amavo.
Uno stupido sorriso da ebete si formò sul mio viso e al nulla, mormorai :
<< Si, adesso sto bene... >>


***

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