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Lydia's pov

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Lydia's pov.

Quattro giorni dopo...


<< Non voglio andare a lavoro, domani. >> disse Julie, mentre ripose l'ultimo bicchiere nella lavastoviglie. Si passò una mano sulla fronte e sospirò rumorosamente mentre si girò verso di me con il broncio.
<< Non puoi prenderti altri giorni liberi, Juls. >> affermai, afferrando il calice di vino bianco. Lo portai alle labbra e in lungo sorso, finì Il campanello suonò, e svogliata, mi alzai dalla poltrona e mi avviai verso la porta. Una volta aperta, trovai davanti a me Daniel. Con la fronte corrugata, mi misi di lato per farlo entrare ed una volta aver chiuso la porta, mi voltai e lo seguii.
<< Perché sei qui? >> domandai, ma la mia voce uscì più dura di quanto pensassi. Le sue sopracciglia si incrinano e i suoi occhi neri mi studiavano attentamente.
<< Perché dobbiamo parlare. >> disse, mentre una strana sensazione di angoscia si propagò in me. Incrociai le braccia al petto e dopo avergli lanciato una lunga occhiata, gli feci un cenno. Camminammo lungo il corridoio e dopo averlo percorso, svoltammo a destra. Aprii la porta della mia camera da letto e lo feci entrare. Si guardò intorno e dopo avermi lanciato una lunga un'occhiata, si accomodò sul bordo del letto ed io feci lo stesso.
<< Avanti, sputa il rospo. >> dissi, con la voce bassa. Deglutì più volte e ad un tratto afferrò le mie mani, facendomi scorrere un brivido lungo la schiena.
<< Mi prometti che se te lo dico poi non scapperai via? >> domandò, questa volta con uno sguardo pieno di angoscia. Annuì titubante e presi un respiro profondo quando iniziò a parlare.
<< Vedi, Lydia. Non so neanche come dirtelo, così ho deciso di farlo nella maniera più semplice e diretta possibile. Ti ricordi quando spacciavo e rubavo? >> domandò, mentre i suoi occhi neri presero a scavare nei miei. Annuii ancora una volta incapace di parlare.
<< Ti ho detto tante volte che noi non potevamo stare insieme, ricordi? >>
Annuii mentre i miei occhi si riempirono di lacrime, che però non feci uscire. Strinsi con forza le sue mani e lui a quel contatto fece un sorriso, rapido.
<< Continua, ti prego. >> mormorai, e presi a mordere il labbro inferiore per evitare di scoppiare a piangere. Lui annuì e poi riprese il discorso, stringendo la mascella.
<< Vedi Lydia, io facevo parte di una gang. Ogni gang che si rispetti, viene comandata da un capo. >>
Questa volta corrugai la fronte non sapendo dove volesse andare a parare. Annuii comunque, anche se intontita dal suo discorso e dal fatto che fosse seduto sul mio letto. Mille pensieri decisamente non consoni mi fecero affluire il sangue sulle guance.
<< Tu hai mai conosciuto tuo padre? >> chiese, mentre i miei occhi si spalancarono per la domanda.
<< No, mai. I miei genitori biologici mi hanno lasciata in orfanotrofio quando avevo solamente due mesi, te l'avevo detto già un paio di volte. Ma perchè questa domanda?. >> chiesi. Fece un po' male dirlo, ma inghiottii comunque il groppo che mi si era formato in gola. Nel suo viso apparve un'ombra piena di odio e rabbia, ma subito dopo aver stretto la mascella e le mie mani, scomparve.
<< Lydia.. >>
<< Credimi non c'è un modo semplice per dirtelo. >>
I nostri occhi si incrociarono e prima che potessi continuare il discorso, capii. I miei occhi si spalancarono e lasciai immediatamente le sue mani, come se avessero preso fuoco. Mi alzai in piedi e portai istintivamente una mano davanti alla mia bocca. Anche lui si alzò e fece un paio di passi in avanti, ma io lo bloccai.
<< Non ti avvicinare. >> sibilai furiosa, mentre alcune lacrime minacciavano di scendere sul mio viso. Lui ignorò ciò che avevo appena detto e contro ogni mia aspettativa asciugò ogni mia lacrima mentre i suoi occhi neri perforavano la mia pelle.
<< È mio padre il capo della gang di cui facevi parte, vero? >> chiesi, mentre le sue mani afferrarono il mio viso piccolo e pieno di lacrime. Piano annuii e solo in quel momento capii quanto facesse male. Le sue mani finirono a coppa sul mio viso, mentre le sue labbra sfioravano la mia fronte. Un singhiozzo strozzato uscì dalle mie labbra, e così, un po' perchè ne avevo bisogno, un po' perchè lo volevo mi lanciai tra le sue braccia grandi e possenti.
E si, piansi e stritolai in un pugno la sua camicia, mentre alcuni bottoni saltarono via. Passarono minuti, forse ore, ma lui rimase comunque lì, mi tenne stretta a sé, ricucendo il mio cuore ormai a pezzi. Piano, alzai il viso e le nostre labbra si sfiorarono. La sua mano finì sul mio viso e sotto il suo tocco mi irrigidii. Un piccolo sorriso, amaro, spuntò sulle mie labbra. I suoi occhi si incastrarono perfettamente con i miei e dopo aver tracciato tutti i contorni del mio viso, il suo sguardo si posò sulle mia labbra. E sorrise, un sorriso vero che credevo di aver visto solo un paio di volte. E fu allora che lo fece.
Mi baciò, con tutto l'amore
e la forza che aveva in corpo.

***

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Ciao amori.

Cosa ne pensate? Ve lo aspettavate?
Io spero che per voi sia stata una sorpresa. ❣️

love u.

- Ronnie.

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