Daniel's pov.
<< Che cazzo stai facendo? >> urlò, una volta caduto per terra come un sacco di patate. Questa ragazza mi avrebbe fatto uscire pazzo, me lo sentivo.
<< A te cosa sembra? >> chiese lei, inarcando un sopracciglio. Tolse, lentamente, il coltello dalla mia gola e allentò la presa alzandosi. Si sistemò il vestito, che era salito a causa della nostra posizione e posò il coltello in una taschina laterale. Dopo di che, tornò a guardami negli occhi.
<< So solo che mi hai puntato un coltello in gola, ti sembra una cosa normale? >> domandai, alzandomi da terra. La guardai negli occhi e notai uno scintillio che non credevo di aver mai visto in lei.
<< Credevo fossi un maniaco. >> affermò, sbarrando gli occhi. Alzai gli occhi al cielo e sbuffai sonoramente. Non ci potevo credere, ditemi che non era vero.
<< E tu lo avresti affrontato? >> quasi urlai quando lo domandai. Quando incastrò i suoi occhi nei miei, e non fosse niente , capii che lo avrebbe fatto. Questo mi fece accelerare il cuore, e quasi mi tremavano le mani per la rabbia.
Dovevo calmarmi.
<< Dimmi che non è vero, Lydia! >> sbottai, alzando le mani al cielo con fare teatrale. Alzò le spalle e portò le mani al petto. Mi stava sfidando, sapeva quanto odiassi quando lo faceva eppure lo faceva lo stesso.
<< Certo che lo avresti fatto. >> sibilai, parlando più a me che a lei. Questa situazione era assurda ed era ancora più assurdo il fatto che avesse con sé un coltello.
<< Senti, sono una donna, non sono più una ragazzina. So badare a me stessa. >> esplose, ed io rimasi a fissarla come se fossi rimasto folgorato dalle sue parole. Mi ripresi dopo poco e strinsi i pugni.
<< Non puoi combattere contro qualcuno senza essere ferita anche tu! >> ribadii ancora una volta. I suoi occhi si spalancano increduli ed avanzò di un passo.
<< Non mi sembra che io sia ferita, eppure ti ho mandato al tappeto con poco. >> disse, alzando un sopracciglio. Subito dopo, nelle sue labbra si dipinse in ghigno.
Dio, quanto mi faceva infuriare.
Rimanemmo in silenzio per un paio di secondi, forse minuti ed il primo a parlare fui io.
<< Ti sei divertita con quel tipo? >> domandai, cogliendola di sorpresa. Probabilmente non si aspettava una domanda del genere, ma io volevo sapere se stesse cambiando pagina.
<< Si chiama Lucas. >> mi informò, scuotendo la testa. Alzai le spalle con aria indifferente.
Lucas, ma dai che nome aveva?
Sinceramente il mio era più bello del suo.<< Fa lo stesso. Allora? Ti sei divertita?>> insistetti, non calcolando minimamente la sua risposta. Mi stavo facendo del male da solo, ne ero consapevole. Prima di rispondere, mi guardò a lungo negli occhi e prese un grosso respiro. Mi sembrò di vederla tentennare, soprattutto quando fissai i suoi occhi verdi, che d'un tratto, per un solo secondo, diventarono malinconici.
<< Si, molto. >> ammise, per poi distogliere lo sguardo infastidita dalla mia domanda. Mi accigliai leggermente e scossi la testa. Che cosa mi aspettavo? Era una bella ragazza e non poteva stare con me. Era normale che si volesse rifare una vita, lontana da me. Soprattutto dopo tutti i problemi che le avevo causato.
<< Anche tu ti sei divertito a quanto pare. >> mormorò, per poi alzare gli occhi al cielo e gonfiare le guancie come una bimba infastidita. Un piccolo sorriso apparve nelle mie labbra, così mi sforzai di farlo sparire.
<< In realtà no. Ero troppo occupato a fissare le vostre mani intrecciate per godermi la serata e stare con la mia accompagnatrice. >>
Ero consapevole di star minando la sua pazienza, ma adoravo vederla perdere le staffe e arrossire.
<< Sembrava ti divertissi.>> disse, facendo una piccola smorfia di fastidio. Una piccola speranza si accese in me ed un sorriso apparve nel mio volto. I suoi occhi si illuminarono alla vista delle mie adorabili fossette e, senza rendersene conto si avvicinò a me, mentre continuava a guardarle. Le sue dita finirono su di esse ed io non feci altro che fissarla come se fosse una dea. Rimasi lì, fermo a guardarla. Un fulmine illuminò il suo viso, leggermente oscurato e mi avvicinai a lei. Le scostai una ciocca di capelli e mi sembrò di vederla fremere quando sfiorai la pelle del suo viso.
<< Cosa stiamo facendo? >> sussurrò, per poi guardarmi negli occhi. Il verde dei suoi occhi sprofondò nel nero dei miei e proprio lì, in quell'esatto istante lasciai annegare tutte le mie paure, i problemi che cercavano di mangiarmi e tutta l'oscurità che non faceva altro che appropriarsi del mio cuore. Lasciai da parte tutta la rabbia che da sempre mi contraddistingueva e per un solo istante mi sembrò di tornare a respirare. Mi sembrò di aver messo da parte tutta la cattiveria e le azioni che avevo commesso per salvare chi amavo. Poi però, Lydia riprese il comando per prima e arretrò di qualche passo, distogliendo lo sguardo dal mio. Proprio quando credevo di aver ripreso a respirare e a vivere, tutto tornò indietro, con più forza e veemenza trafiggendomi il cuore.
E fece più male.
L'ustione che avevo nel cuore mi toglieva il fiato. Rimanemmo a fissarci per minuti interi, sotto la pioggia che ormai bagnava i nostri volti stanchi. Ad un tratto però, mi voltò le spalle e andò via, lasciandomi solo con me stesso. Così dopo averla fissata, per qualche minuto o forse ore, andare via, decisi di farlo anch'io. Camminai senza meta e con una sigaretta in bocca in preda al dolore straziante che mi stava lacerato il cuore, ancora una volta.
Ma sarebbe andato bene Daniel.
Sarebbe dovuto andare per forza bene.
***
Questo caputolo è diverso dal solito. Trovate un Daniel perso e amareggiato. Trovate non solo un Daniel maledettamente incazzato, geloso e fuoribordo, trovate un Daniel a pezzi che finalmente dopo tempo, accetta le sue emozioni e ne esce distrutto.
Voi cosa ne pensate?
Vi amo.
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Darkness
ChickLit(SEQUEL DI CHEMISTRY) Sei disposto a morire per salvare chi ami? << Hai qualche problema? >> <<Tu, sei il mio problema! >> *** Sono passati cinque anni dall'ultima volta che Lydia ha visto Daniel. E lei è andata avanti. Ha...