(SEQUEL DI CHEMISTRY)
Sei disposto a morire per salvare chi ami?
<< Hai qualche problema? >>
<<Tu, sei il mio problema! >>
***
Sono passati cinque anni dall'ultima volta che Lydia ha visto Daniel. E lei è andata avanti. Ha...
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Lydia's pov.
Mi sentivo tremendamente in colpa per aver baciato Lucas; che poi era stato lui a baciarmi ed io a scansarmi due secondi dopo. Mi aveva chiesto scusa ed era scappato via, mentre io ero rimasta in mezzo al corridoio per almeno mezz'ora. Non riuscivo a realizzare quello che era successo. Non sapevo cosa fare né cosa dire; ero pietrificata. Mi sembrava di aver mancato di rispetto a Daniel, ma fondamentalmente noi due non stavamo insieme. Certo, era il sangue a dividerci e a non farci stare insieme, non erano i nostri sentimenti. Mi sentivo legata con ogni particella del mio corpo a lui, e questa cosa mi faceva incazzare; mi dava la nausea. Era come essere innamorati del proprio fratello; terribile. È vero che non scegliamo di chi innamorarci, succede e basta, ma non giustifica il fatto che un fratello e una sorella possano stare insieme, e neanche due cugini. Per quanto l'amore possa essere forte, non la trovo una cosa concepibile! E vorrei davvero far tacere il mio cuore ogni volta che lo incontro, ma urla per lui. E non smette di farlo finché non scompare dalla mia vista. << Ehi, Lydia.>> disse una voce alle mie spalle. << Ciao Thom.>> sorrisi, << Hai per caso visto Julie?>> domandai. << Lydia, Julie è andata via dieci minuti fa, mi aveva detto che stava poco bene e che voleva tornare a casa a riposare. Sai dirmi cosa è successo? Avete litigato?>> disse. Litigato? Io e Julie? << No Thomas, non abbiamo litigato. Noi non litighiamo mai.>> mormorai. Poi mi si accese una lampadina. Forse Julie aveva visto il bacio tra me e Lucas. Oh merda, questo spiegherebbe tutto. Raccattai velocemente tutte le mie cose sparse in giro e dissi: << Ci vediamo domani Thom.>> lasciandogli un bacio sulla guancia.
***
Dopo qualche minuto, arrivai a casa; parcheggiai l'auto e afferrai la mia borsa che pesava almeno venticinque chilogrammi. Cercai alla rinfusa le chiavi di casa, ma la porta si spalancò facendomi sgranare gli occhi. << Julie, cosa sta succedendo?>> domandai afferrandole con dolcezza il polso. Mi voltò le spalle e si sedette sul divano. Scossa, entrai dentro casa e chiusi alle mie spalle la porta. Era strana, era decisamente strana. << Mi stai spaventando, che sta succedendo Julie ? >> dissi. << Tu ti stai spaventando? Io non più che persona sia la mia migliore amica.>> sputò rabbiosa; non l'avevo mai vista così. << Ma che stai dicen..>> non mi lasciò completare la frase. << Che sto dicendo? Ti sei trasformata in una persona che io non riconosco affatto, Lydia! Hai baciato Lucas, quando dici che sei innamorata di Daniel. Sei uscita a cena fuori con Lucas, quando avresti dovuto come minimo parlare con Daniel e non scappare da lui come una codarda! Avresti dovuto parlare perlomeno con me! Non mi racconti più niente, non fai più niente! Che razza di persona sei diventata?>> urlò. Io ero letteralmente sotto shock. Non avevo mai visto Julie così arrabbiata, soprattutto con me. << Stavo cercando di scappare da quello che sento perché è sbagliato Julie!>> dissi. << Eh non sono stata io a baciare Lucas, non lo farei mai. Mi ha baciata lui, io mi sono staccata immediatamente.>> risposi ancora una volta. Julie scoppiò in un pianto, e mi abbracciò. Ricambiai immediatamente. Non era solo la mia migliore amica, o l'amica più cara che avessi. Era tutto per me, e sapevo che io ero tutto anche per lei. << Io dovevo dirti quello che pensavo, dovevo dirtelo!>> disse ancora. << Hai fatto bene Julie. Certo, magari avresti potuto usare altri termini, ma va bene così! Ti perdono.>> sussurrai al suo orecchio. La sentii sorridere attraverso il maglione e le accarezzai dolcemente la testa. << Daniel era veramente sotto shock quando ti ha vista con Lucas.>> disse tirando su con il naso. Come scusa? Daniel ci aveva visti? Quando era successo? Sentii il cuore battere più forte e iniziai a sudare freddo; il panico mi prese per la gola e non mi faceva respirare. « Come? Daniel mi ha vista? Sai come stava? Dov'è andato?>> sputai velocemente una serie di domande come se fossi flash. Julie sgranò gli occhi impaurita. << Non l'hai visto andare via con la moto? Correva come un pazzo>> disse, un po' preoccupata. Dio, quel ragazzo mi stava facendo impazzire, letteralmente. Acciuffai la mia borsa e la scaraventai sul divano, rovesciando tutto. Annaspavo mentre cercavo il mio cellulare e dopo qualche istante lo trovai, tra qualche documento e varie cianfrusaglie. Composi il suo numero, che ormai dopo tutti questi anni sapevo a memoria e lo portai all'orecchio. Partì la segreteria. Avrei preferito ricevere una serie di insulti, anche i peggiori, ma perlomeno avrei saputo che stava bene. Non rispondeva, al suo posto parlava una voce robotica.
« IL NUMERO DA LEI SELEZIONATO È MOMENTANEAMENTE IRRAGGIUNGIBILE. »
<< Non risponde Julie.>> dissi; stavo tremando come una foglia e non sapevo cosa fare. Mi prese le mani che erano piene di spasmi, e le mise sopra le sue cercando di tranquillizzarmi. << Stai tranquilla Lydia. Adesso prendiamo la macchina e andiamo a cercarlo. Chiamo anche Thomas, va bene?>> mi disse con voce pacata e calda. Annuii velocemente mentre cercavo di asciugarmi quelle dannate lacrime. Piangere non serviva a niente, non mi aiutava affatto. Volevo solo trovare Daniel, e avrei pagato oro, avrei pagato anche con la mia vita affinché stesse bene. Non esistevo senza di lui, non sarei mai esistita senza Daniel. Avrei raso al suolo l'intero universo pur di trovarlo e di farlo stare bene. << Ha detto che a casa sua non c'è, ci sta raggiungendo.>> disse Julie. Il panico tornò nuovamente; volevo solo urlare per la disperazione << Non aspetterò Thomas, devo andare adesso! Tu se vuoi aspettalo e mi raggiungere dopo.>> dissi velocemente. Presi il mio giaccone, afferrai la borsa ancora svuotata e presi le chiavi della mia auto. << No, vengo con te Lydia! Non ti lascio da sola. Manderemo la posizione a Thomas, intanto lo avverto che stiamo andando via da qui.>> disse, afferrandomi la mano. Uscimmo di casa e ci precipitammo in macchina; partii senza voltarmi indietro. Speravo che stesse bene, pregavo un dio, qualunque dio, di qualunque religione, che lui stesse bene.
***
Vagavamo per la città da oltre mezz'ora e non c'era traccia di lui. Avevamo setacciato ogni strada, ogni posto in cui lui potesse essere, tranne uno. << Possiamo provare nella strada dove ci fermiamo sempre a bere il caffè dopo lavoro. Da lì non siamo ancora passate.>> propose Julie. Annuii, non dissi una parola. Non avevo smesso di piangere per tutto il tempo, e continuavo a sentire quel maledetto macigno sul petto. Sapete quando si dice che fra gemelli o comunque fra due persone particolarmente legate da un sentimento profondo, si riesce a percepire quando l'altro non sta bene o che ci sia qualcosa che non va? Ecco, mi sentivo in quel modo. Arrivammo al bar, ma non vidimo nessuno. Il bar era chiuso, e non c'era anima viva. Non c'era nessuno. Mi voltai verso Julie e la guardai. << Cosa facciamo Julie? I-io non so più cosa fare.>> dissi singhiozzando. Mi abbracciò, forte; sussurrandomi parole di conforto. Ad un tratto, all'incrocio di quella strada che portava su un ulteriore stradina, vidi una moto nera. Il cuore mi balzò in gola e mi staccai da Julie immediatamente. Uscii dalla macchina, e corsi verso quella moto. Ciò che vidi mi scosse profondamente; mi scosse così tanto che caddi per terra. Daniel era ricoperto di sangue, aveva gli occhi chiusi, e la sua moto era ridotta in brandelli. << AIUTATEMI!>> urlai disperata. lo afferrai dalle braccia e lo portai sotto un lampione così che tutti potessero vederlo, potessero vederci. Julie scese dalla macchina e non appena vide Daniel, si portò una mano davanti alla bocca sgranando gli occhi. Chiamò Thomas e l'ambulanza. << Ti prego Daniel. Ti prego, rimani con me.>> urlai. Aveva iniziato a piovere, e le mie lacrime si confusero con la pioggia. Sembrava che il mondo stesse per implodere su se stesso. << Resta con me Daniel, ti prego!>> mi stava mancando la voce per quanto stavo gridando. Non si muoveva, era immobile ed era ricoperto di sangue. Il mio maglioncino sembrava la scena di un crimine, le mie mani erano imbrattate del suo sangue. Mi tolsi il maglione, rimanendo in canottiera e lo portai sopra il suo fianco, che continuava a perdere sangue. Non mi importava del fatto che potessi prendermi una broncopolmonite, non mi interessava di niente, volevo solo che lui stesse bene. << Io non vivo senza di te, hai capito? >> dissi. La sua mano si mosse ed i suoi occhi si aprirono leggermente. Sentii il cuore più leggero. Era vivo. << Io ti amo Daniel, ti amo! Non puoi lasciarmi capito? N-non puoi lasciarmi anche tu.>> dissi, guardandolo negli occhi. L'unica cosa che fece, fu prendermi la mano, stringerla forte, e mormorare un: << T-tu non sarai mai sola.>> si sforzò a parlare. << Non parlare, risparmia le forze, va bene? Ti prego, resisti ancora un po', okay? Fallo per me.>> dissi. Subito dopo le mie parole, sentii in lontananza la sirena dell'ambulanza; prima ancora che arrivasse, lo vidi socchiudere gli occhi e dire: << Ti amo Lydia Parker.>> Mi aveva chiamata con il suo cognome. Mi venne nuovamente da piangere, e mi sforzai così tanto da non farlo. Mi avvicinai ancora di più a lui, e stampai un bacio sulle sue labbra leggermente schiuse. In quel momento non mi importò più del legame di parentela, non mi importò più di niente. Qualche secondo dopo arrivò l'ambulanza finalmente. Lo tirarono via da me, lo caricarono sulla barella, e salii con lui dentro l'ambulanza. Non gli mollai la mano neppure per un istante. Aveva attaccato l'ossigeno, e stavano cercando di tamponare la ferita in tutti i modi. << Gli hai salvato la vita.>> mi dissero. << Tamponando la ferita con il maglione, gli hai salvato la vita.>> dissero. Non risposi, perché era una bugia. Era lui che mi aveva salvato la vita. Non io.
Angolo scrittrice:
Probabilmente questo è il capitolo più bello che io abbia mai scritto. Sono un fiume di lacrime. Spero vi piaccia.