-Ehi Soph...- Paulo entra nella stanza, guardandosi intorno come se stesse cercando qualcosa che non riesce a trovare, ma poi si blocca in mezzo alla camera, fissando me che sono davanti allo specchio e indosso gli orecchini - Mio Dio, ma quanto sei bella?!-Sorrido leggermente imbarazzata e mi rendo conto di amare sempre di più il suo forte accento argentino. Incredibile ciò che questo ragazzo mi fa provare. Ma nonostante le migliaia di emozioni che si stanno scatenando nel mio stomaco, scuoto la testa come se non mi avesse minimamente scalfita - Grazie, comunque cercavi qualcosa?-
-Sì, ma non mi ricordo più cosa.- mi continua ad osservare con un sorriso dolce e incantato, poi fa qualche passo verso di me e posa le mani sui miei fianchi coperti da una salopette nera - Sei davvero splendida.-
Si posiziona dietro di me, abbracciandomi ora da dietro, e io guardo il suo riflesso attraverso lo specchio. Ha addosso la divisa elegante della Juve, visto che siamo diretti alla cena di Natale organizzata dalla squadra per i calciatori e le famiglie, ed è semplicemente bellissimo. Poi mi chiedo mentalmente quando mai non lo sia, è sempre perfetto con ogni cosa che indossa.
-Paulo, dobbiamo andare.- lo riprendo dolcemente, sapendo che lui rischierà di farci arrivare tardi. - Elettra mi ha già mandato un messaggio per sapere dove siamo, è super ansiosa-
- Elettra?- chiede confuso, continuando ad accarezzarmi la pancia con le dita, in modo leggero - Cosa ci fa alla cena, scusa?-
Faccio spallucce davanti alla sua domanda - Luca l'ha invitata e ha accettato. Sai quanto sono amici, no? Non sapeva chi portare e l'ha chiesto a lei, ma figurati quanta ansia ha sapendo che incontrerà Chiesa.-
Lui sorride appena e annuisce comprensivo -Buon per lei, è divertente partecipare a queste cene. Ma tu lo sai bene, vero? Ormai fai più comunella tu con i ragazzi di me.-
Scoppio a ridere davanti alle sue parole, sapendo che è la verità, poi mi giro verso di lui, posando le mani sulle sue spalle. Ormai praticamente tutti nella squadra fanno parte della mia vita. Chi più e chi meno. Anche coloro che non sono più alla Juve per una questione di mercato, come per esempio Pjanić e il piccolo Edin. Quanto mi manca quel bambino!
-Mi dispiace Paulo, ormai ti ho spodestato. Amano più me che te.- lo derido scherzosamente, poi gli stampo un casto bacio sulle labbra - Dobbiamo andare davvero ora.-
Lui mugugna contrariato e posa il suo viso sul mio collo, lasciandomi un piccolo bacio -Stiamo così ancora un po', solo noi. Cosa accadrebbe se lo facessimo?-
Sembra quasi un bambino lamentoso, ma amo anche questa parte di lui. Amo ogni sua singola sfaccettatura. Da prima di essere la sua ragazza ufficialmente, ho imparato a conoscerlo e comprenderlo e non è stato per nulla difficile permettergli di entrare nella mia vita e farlo diventare una delle persone più importanti.
-La Juve odia i ritardatari- gli ricordo, anche se so che non ne ha bisogno per davvero -E, in più, ti ricordo di Elettra, sai che quando è in ansia diventa irascibile-
-Va bene.- si arrende e mi lascia un bacio sul naso prima di mollare la presa su di me -Ma andiamo via a un orario moderato e recuperiamo il tempo perso, ok?-
Acconsento, annuendo appena, poi gli lascio una carezza sul viso appena depilato. È bellissimo con gli occhi che brillano e il sorriso sulle labbra. Vorrei vederlo sempre così felice e spensierato, farei di tutto per far sì che resti così sempre.
-Va benissimo. Comunque ora prendo la borsa e sono pronta-
-Va bene, ti aspetto di là.- mi regala un occhiolino, poi esce dalla stanza senza aggiungere ulteriori parole. Nel frattempo io metto le ultime cose nella borsa e do un'occhiata al cellulare, vedendo così ben quattro messaggi di Elettra che mi chiede che fine abbiamo fatto, le rispondo un semplice "arriviamo tra non molto", poi butto il cellulare in borsa ed esco pure io dalla stanza, spegnendo la luce alle mie spalle.
Raggiungo Paulo nel soggiorno e gli comunico che possiamo andare, così lui afferra le chiavi della macchina e poi mi porge la mano, che io prontamente afferro.
Usciamo dall'appartamento in silenzio e io mi perdo a osservarlo, rendendomi conto di quanto il sentimento che nutro per lui cresca a dismisura giorno per giorno e quanto mi senta fortunata ad averlo.