"Caro Martin,
se stai leggendo questa lettera, vuol dire che io non ci sono più. Lo so, probabilmente starai piangendo e ti starai chiedendo 'perché', ma non c'è bisogno che tu ti faccia domande, non voglio che tu stia ancora più male. Io voglio solo che tu ti sieda, faccia un respiro profondo e provi ad ascoltare le mie parole.Immagina che sono lì vicino a te, seduta sul divano come facevo sempre. Mi mettevo in ginocchio accanto a te e passavo le mie dita tra i tuoi capelli chiari. Penso che compiere questa azione mi mancherà davvero tanto. Il tuo profumo mi mancherà davvero tanto. Tu mi mancherai davvero tanto. Ok, forse per alcuni questi sarà sciocco, perché si chiederanno come posso sapere che mi mancherai una volta che non ci sarò più, visto che cesserò di esistere, ma io a questo rispondo che: se la mia anima esisterà altrove, io continuerò ad amare te, e mi mancherai nel modo più assoluto e vero.
Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Pioveva, e io ero fuori dallo stadio, vicino ai parcheggi, ad aspettare che mia madre venisse a prendermi. Ricordo che avevo un ombrello giallo, come quello di 'How I Met Your Mother', ma il vento era talmente forte che era inutile tenerlo aperto. Ricordo un lampo nel cielo e, in quel momento, il messaggio di mia madre che mi avvisava che la sua auto fosse rotta. Ricordo che mi misi istericamente a ridere, feci per attraversare la strada, arresa di dover andare a piedi fino alla fermata più vicina del pullman, senza accorgermi della macchina che stava venendomi incontro.
Ricordo che sobbalzai sentendo le gomme stridere e vidi la carrozzeria fermarsi a pochi centimetri da me. Rimasi paralizzata a osservare la distanza tra il mio corpo e l'auto, finché l'autista scese e mi chiese se fosse tutto ok. Alzai lo sguardo solo in quel momento e i miei occhi si posarono sui tuoi. Tremai. All'istante. Dalla testa ai piedi. Mi convinsi e obbligai a dare la colpa al brutto tempo che mi aveva colpita, ma la realtà era che mi erano bastati quei pochi secondi per innamorarmi di te.
Ti avvicinasti e, spaventato quasi quanto me dall'eventualità di avermi ferito, mi chiedesti ancora una volta se stessi bene. Io annuii all'istante, era difficile parlare. Lo spavento e le emozioni che mi avevano colpito per causa tua, mi avevano completamente paralizzata.
"Posso offrirti un passaggio? Magari vuoi comunque vedere un medico?"
"Sto bene." ti rassicurai e poi starnutii a causa della pioggia che mi aveva già completamente inzuppata "Non c'è bisogno del medico, non mi hai colpito. Scusami, ero distratta... avrei dovuto guardare invece di buttarmi sulla carreggiata."
Tu sorridesti come a dire che avrei dovuto farlo, ma non ribattesti, era come se non volessi farmi pesare ancora di più quella situazione imbarazzante e spiacevole. "Va bene, però posso darti un passaggio comunque? Giuro che non sono un assassino, e non sono nemmeno potenzialmente pericoloso." me lo dicesti ridendo, quasi a nascondere un velo di timidezza, e io accettai senza pensarci troppo su.
Non volevo pensarci, era come se un filo ci stesse tenendo uniti, per quanto cliché e sciocco possa sembrare detto ora, dopo tempo, ma so che era così. Tu non eri più un calciatore della mia squadra del cuore, tu eri un semplice ragazzo con gli occhi chiari e ipnotici che mi aveva stregato, aveva spento i miei pensieri e tormenti di una vita con un solo sguardo. Non mi sono mai saputa spiegare come.
Ci sono persone che conosci da una vita e non ti fanno mai provare emozioni intense, e poi basta un attimo con una persona sconosciuta per stravolgere tutto? Roba da pazzi. Da film. Da romanzo rosa.
Allora salii in macchina e mi chiedesti se avessi piacere di bere una cioccolata calda per riprendermi un po', dicendomi che il tuo bar preferito si trovava non molto lontano da là. Accettai anche quella proposta, dopo aver avvisato mia madre dicendole che avevo trovato passaggio e avrei fatto più tardi del previsto per rientrare.
Ricordo che ti preoccupasti di prestarmi una maglia tua che tenevi nel borsone, e non potei fare a meno di chiedermi perché tutto quell'interesse per me, magari ti dispiaceva e ti sentivi in colpa per il quasi incidente che avevamo avuto. Ma quando tornai al bancone, dopo essermi cambiata in bagno, iniziammo a parlare e ogni cosa cambiò.
Il tempo non girava più nello stesso modo. Le preoccupazioni non esistevano più. Né le paranoie. Né le domande. Eravamo là, uno davanti all'altra, ed era come se ci conoscessimo da una vita intera. Parlammo tanto, di tante cose. Ed eravamo in sintonia e d'accordo in tutto.
Mi riaccompagnasti a casa qualche ora dopo. Quel tempo trascorso insieme ti aveva fatto lo stesso effetto che aveva fatto a me, perciò mi chiedesti di rivedermi. Accettai ancora. E da lì iniziò tutto.
La prima uscita ufficiale. Il primo bacio. La nostra prima volta insieme. Il primo 'ti amo'. Casa tua. Casa mia. Conoscere i nostri rispettivi amici e poi le nostre rispettive famiglie. Era tutto così perfetto. Mi facevi sentire amata, come non mai. Mi facevi sentire speciale. Mi facevi sentire come se, per la prima volta nella vita, qualcosa di bello potesse capitare anche a me.
Finché, quella sera che eravamo a cena fuori, mi sentii male. Ricordo ancora che all'improvviso è come se piano piano le forze mi abbandonarono, ma forse non successe poi così lentamente perché non feci in tempo a chiedere aiuto e svenni.
Quando mi risvegliai ero in ospedale. Tu eri accanto a me, la testa posata sul mio ventre e la mano stretta nella mia. Ti svegliai dolcemente e alzasti il viso, mostrandomi il tuo volto stanco e gli occhi rossi e gonfi segnati dalla lacrime.
Non ci fu bisogno nemmeno che parlassi. Che mi dicessi perché ero svenuta. Lo capii al volo guardandoti negli occhi, gli stessi occhi che quasi un anno prima mi avevano fatto battere il cuore e fatto rinascere.
Ero svenuta perché era tornato. Il male che avevo cercato di combattere anni prima, era tornato.
Da lì le cose sono precipitate, amore mio, e mi dispiace averti fatto soffrire così tanto. Così tante volte ti ho pregato di lasciarmi e non farti male, ma tu sei così testardo che non hai mai voluto lasciarmi sola. "Starei peggio a saperti lottare da sola, io ti amo e il mio posto è qua", era questo che ripetevi sempre e riuscivi a strapparmi un sorriso anche nei giorni no in cui le paranoie erano più forti di me.
La malattia, però, mi ha consumata velocemente, fino a questo punto, altrimenti non saresti mai entrato in possesso della mia lettera. Queste mie parole, vogliono solo esserti di conforto, perché mi si spezza il cuore a saperti piangere senza che io possa stringerti.
Amore mio, quando ero in vita sei stato il mio angelo, hai reso tutto meno duro, e ora io voglio essere il tuo. Voglio proteggerti anche se non ci sarò, e voglio che ricordi che il nostro amore è stato così reale, vero e inteso che ti può aiutare a superare il dolore.
Amo il tuo sorriso. Il tuo modo di scherzare e di approcciare alla vita, e se tu smetterai di fare questo, io avrò fallito. Perciò ti chiedo solo un ultimo desiderio, che tu vada avanti. Prenditi i tuoi tempi, ma fallo. Hai una fantastica carriera davanti e devi realizzare tutti quei sogni di cui mi hai parlato tante volte con gli occhi che brillavano.
Non voglio che ti spegni. Perché sei nato per brillare. Spero che in queste mie parole troverai conforto ogni volta che ne avrai bisogno, spero che ti faccia capire quanto io ami te e quanto la tua presenza nella mia vita sia stata indispensabile. Fino all'ultimo giorno mi hai fatto sorridere ed essere grata di ciò che avevo, hai fatto tutto ciò che potevi, se non di più.
Ogni volta che avrai bisogno di me. Ripensa al momento che i nostri sguardi si sono incrociati, e ricorda come era bello vivere, come per quelle emozioni ne valesse la pena.
Non precluderti la possibilità di essere felice. Ama sempre. Vivi ogni situazione che puoi. Vivi per te e per me. Vivi per tutti i progetti che avevamo in mente. Vivi con il sorriso perché una persona così pura come te non merita altro che questo.
Ti amo, amore mio. E questo non potrà mai cambiare. Né per lo spazio né per la distanza.
Ora chiudi gli occhi per qualche secondo e respira, io sono accanto a te, e ci sarò sempre. Grazie di avermi salvata e avermi regalato una vita migliore di quella che avrei mai potuto anche solo immaginare.
Sarò tua per sempre.
Con affetto, Victoria."