Nicoló Zaniolo

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Venire all'Olimpico è sempre una magia non descrivibile con delle semplici parole. I cori -i più belli in assoluto-, la curva, il giallo e il rosso che colorano l'intero stadio, l'atmosfera di festa e la sensazione di essere in famiglia. Una famiglia tanto allargata, ma pur sempre una famiglia.

Io sono seduta su uno dei posti accanto al campo, nelle tribune, che osservo i riscaldamenti della Roma, la mia squadra del cuore fin da quando ne ho memoria. Penso di aver imparato prima a dire "Roma" che a dire "mamma", ma credo che sia normalità nelle famiglie patite e amanti del calcio.

È uno sport che è come una fede, un'ancora di salvataggio, e non si può spiegare a qualcuno che non ci è dentro e lo vive come noi tifosi. In ogni angolo di Roma si trovano dei bar in onore della Magica e ogni persona la sente davvero come una parte fondamentale della propria esistenza, me compresa.

Da qualche mese, però, ho un legame ancora più forte con la squadra. Un legame che corre avanti e indietro facendo slalom tra i cinesini e ogni tanto solleva la testa per guardarmi, cercando di non dare nell'occhio. Poche persone sanno che ci stiamo frequentando, solo la mia migliore amica e mia madre, e il suo migliore amico. Abbiamo preservato, per ora, la storia dai giornali e dai social, in attesa che fosse un rapporto più solido per quando sarebbe venuto allo scoperto.

"Erm..." La mia migliore amica mi dà una leggera gomitata sul fianco e attira così la mia attenzione "oggi state attirando l'attenzione più del dovuto, lo sai vero? Nicolò non smette di guardarti e sorridere."

Annuisco consapevole, rendendomi conto che ho il suo sguardo addosso più di quanto sia mai successo fino a ora. "Lo so, è strano, però capitano alcuni giorni in cui non riusciamo a stare lontani, figurati che non ci siamo visti nulla in questi giorni di ritiro, perciò penso sia normale che almeno mi guardi."

"Le ragazze dietro continuano a pensare che stia guardando loro." Smetto di guardare il mio ragazzo appena sento le sue parole e mi rendo conto di non averle minimamente sentite. Ero così presa dal guardare Nicolò che le mie orecchie si sono sconnesse dai discorsi fatti intorno a me.

Lancio un'occhiata stranita alla mia migliore amica e lei fa segno di ascoltare, evidentemente perché stanno parlando di questo proprio ora. Io muovo appena il capo e poi tendo le orecchie per sentire meglio.

"Vedi che sta guardando anche ora." strilla quasi una di loro, emozionata come non mai. "Sono sicura che dopo la partita possiamo intercettarlo fuori dallo stadio e magari riusciamo a invitarlo a bere qualcosa."

"Riesci, caso mai." la corregge quella che credo sia l'amica "È te che sta guardando, non me, perciò vorrà portare te fuori."

"Dici? Ma ti immagini che bello postare su Instagram la foto in cui sei a fare serata con Nicolò Zaniolo." L'amica ride sentendo queste parole e le dà ragione, mentre io sento salire in me un fastidioso nervoso e una sensazione, ancora più fastidiosa, di gelosia.

Lo so, non dovrei essere gelosa visto che quello che dicono non sta né in cielo né in terra. Visto che lui è sta con me, ma non riesco a restare calma.

Mi schiarisco la gola e poi faccio a Nicolò cenno di avvicinarsi. Lui mi lancia un'occhiata confusa e poi, però, cammina verso di me. Tutto lo stadio esplode in un boato quando è accanto ai tifosi.

Mi avvicino immediatamente alla sbarra e lui mi bacia all'istante sulle labbra, in modo dolce, (ma il mio cuore accelera comunque notevolmente in un solo attimo) arrampicandosi poi per essermi più vicino possibile. "Piccola ciao, che succede?"

"Nulla, solo che tutte qua pensano che tu sia un piccolo trofeo da conquistare e ho deciso che è arrivato il momento di far capire che sei una essere umano e hai già qualcuna."

Lui ride leggermente e io mi incanto a guardarlo. È davvero bellissimo con quest'aria felice e i capelli leggermente sudati che gli cadono sulla fronte in modo disordinato. "Erm, sei gelosa? Sei l'unica donna che voglio, Erminia. L'unica che mi fa battere il cuore davvero e mi fa sentire fortunato. Non mi manca più nulla da quando ti ho incontrato. Le altre possono pensare e dire quello che vogliono, ma io amo te."

Sussulto sentendo le sue parole, perché non ci eravamo ancora confessati i nostri sentimenti in modo così aperto, sento le farfalle nello stomaco che iniziano a fare i triplici salti mortali. Non riesco a credere che davvero sia riuscita a trovare una persona speciale come lui.

"Ti amo anche io, Nicolò."

Mi ruba un bacio a fior di labbra e poi incastra un ciuffo di capelli dietro il mio orecchio. "Ora torno dagli altri o il mister mi uccide." ride e io lo seguo a ruota, completamente rapita da lui, dai suoi modi di fare.

"Ciao Nico..." Gli accarezzo il viso e poi lo lascio andare.
Per qualche secondo resto immobile a fissarlo mentre raggiunge di nuovo i suoi compagni di squadra e continua il riscaldamento, dopodiché torno a sedermi al mio posto.

Non riesco a smettere di sorridere come una bambina e la mia amica, prontamente, mi cinge le spalle con un braccio, tenendomi stretta. "Sono felice di vederti così sorridente, Erm. Te lo meriti davvero tantissimo."

"Grazie, tesoro." Le stampo un bacio sulla guancia e rinizio a prestare attenzione ai riscaldamenti, dimenticandomi persino delle ragazze dietro di me e dei loro commenti.

Ora mi interessa di nulla, niente può rovinare il mio umore. Sono completamente al settimo cielo, come non lo sono mai stata.

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