Raoul Bellanova

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Sì, le partite di calcio mi hanno sempre messo una certa ansia, ma ora la mia ansia è praticamente raddoppiata, se non triplicata. Prima sentivo la tensione che qualsiasi tifoso sente per 90 minuti, ma ora sento quasi un pizzico di terrore appena l'arbitro fischia per decretare l'inizio della partita.

Ogni qualvolta che vedo il mio fidanzato cadere a terra penso che il mio cuore si fermi e rinizi a battere solamente nel momento in cui mi rendo conto che sta bene e può continuare. Ogni volta ho sempre paura che abbia preso un brutto colpo e che l'infortunio sia grave. Sono letteralmente terrorizzata dall'idea che gli succeda qualcosa. E forse sono paranoica e troppo apprensiva, ma davvero non riesco a restare calma.

Lo osservo correre intensamente per tutto il match e ogni santa volta mi chiedo come faccia a fare avanti e indietro in questo modo. Raoul fa sembrare la corsa una cosa così semplice, a vedere lui è come se non stesse facendo nulla di che. Corre per tutta la fascia senza stancarsi mai, penso abbia delle batterie inesauribili.

Appena l'arbitro fischia la fine della partita, rilascio un sospiro di sollievo perché anche questa volta è andata bene e perché il Cagliari, finalmente, è riuscito a strappare altri tre importantissimi punti per la salvezza.
Osservo la squadra fare il giro dello stadio per ringraziare tutti i tifosi e quasi mi commuovo nel vederli così uniti e felici. È così bello vedere la propria squadra del cuore raggiungere bei traguardi. Sono veramente fiera di loro.

Piano piano tornano tutti negli spogliatoi e io punto il mio sguardo su Raoul che mi sta cercando. Muovo appena la mano nella sua direzione e lui mi fa un cenno, invitandomi ad avvicinarmi al parapetto della tribuna. Sorrido come un'ebete e faccio come mi ha detto, trovandomi così più vicino a lui.

Sporgo la mano e gli accarezzo i capelli spettinati e bagnati dal sudore, mentre lui mi sorride. "Ciao piccola. Mi faccio una doccia e andiamo, ok?"

Annuisco completamente rapita da lui, mentre penso che non vedo l'ora di potergli dare un bacio. Lo desidero da appena l'ho visto iniziare i riscaldamenti pre partita. È così carino quando corre in modo concentrato con la palla tra i piedi. "Va bene, ti aspetto nei parcheggi."

Lui annuisce e, prima di sparire negli spogliatoi, si leva la maglia e me la dà, scatenando delle polemiche e commenti poco carini da delle ragazzine che, evidentemente, volevano la desse a loro. Dopodiché mi manda un bacio volante e lo guardo sparire nel tunnel.

Scuoto la testa, mentre sorrido, poi mi giro verso le due tipe che hanno avuto il coraggio di lamentarsi del fatto il mio fidanzato abbia preferito dare a me la sua maglia. Faccio spallucce nella loro direzione, con finto rammarico, per far capire loro che i commenti che hanno fatto non hanno nessun peso, poi torno al mio posto per prendere la borsa e raggiungere i parcheggi per aspettare Raoul.

Al momento nulla potrebbe rovinare la mia felicità. Sono al settimo cielo.

*****

Sentendomi leggermente annoiata, inizio a fare avanti e indietro, in attesa che Raoul mi raggiunga.

Qualche tifoso mi saluta, evidentemente riconoscendomi, e io ricambio in modo piuttosto imbarazzato. Avanti, è una cosa abbastanza strana, fino a poco tempo fa ero io quella dietro la sbarra che aspettava per ore di poter fare una foto con i propri idoli, fino a che una sera ho avuto la fortuna di parlare con Raoul e, non so nemmeno come sia potuto succedere, ci siamo ritrovati ad avere un primo appuntamento... siamo entrati subito in sintonia, come se ci conoscessimo da una vita, e ora eccoci qua.

La mia attenzione viene catturata proprio da lui che esce dallo stadio e viene acclamato dalla folla. Sorride in direzione dei tifosi e poi, notandomi, mi lancia un'occhiata come per farmi capire che mi raggiungerà dopo aver scattato qualche foto e firmato qualche autografo. Naturalmente annuisco e mi perdo a osservarlo. È così bello vedere la gente che lo ama. Se lo merita tantissimo e sono sempre più fiera di lui. Sia per ciò che fa sul campo, sia per il ragazzo speciale che è nella vita di tutti i giorni.

I miei occhi si posano nuovamente sulle ragazze che prima si sono lamentate della maglia e alzo gli occhi al cielo rendendomi conto che lo stanno fissando e stanno starnazzando come due oche mentre aspettano che si avvicini. Lo so, non dovrei essere gelosa delle tifose, e solitamente non lo sono... ma queste due sembra che stiano sbavando alla sola idea che tra poco gli saranno accanto.

Inizio a battere il piede a terra nervosamente, ma senza dare nell'occhio, mentre aspetto che faccia le foto anche con quelle due, in modo tale che questa tortura finisca in fretta. Per qualche secondo vengo distratta dalla moglie di Marin, che mi passa accanto con la loro piccola e mi saluta dolcemente, ma poi lei si dirige verso la sua auto e io riporto la mia attenzione sul mio fidanzato.

Mi mordo nervosamente il labbro quando lo vedo avvicinarsi alle due che, immediatamente, si posano a lui per fare la foto come se fossero delle sanguisughe. Cerco di trattenere l'istinto di andare là e portarlo via, soprattutto perché vedo il modo in cui lui sembra a disagio e per nulla contento del fatto che siano così invadenti. Infatti, per fortuna le liquida subito e ammetto che mi scappa una piccola risata quando le vedo deluse dal trattamento che hanno ricevuto.

Beh, pensavano che facendo le cretine e non avendo nemmeno rispetto per me, avrebbero ottenuto qualcosa? Mi dispiace che si siano illuse, mi dispiace che abbiano avuto chissà quale convinzione.

Raoul finisce di scattare altre foto e poi, finalmente, mi raggiunge. Quando mi è vicino, il mio cuore accelera notevolmente, mentre lui posa le mani sui miei fianchi e poi si abbassa appena per poter essere alla mia altezza. "Eccomi, piccola. Scusa se ti ho fatto aspettare."

Sfioro le sue labbra con le mie, sorridendo, mentre scuoto la testa "Non devi scusarti, è il tuo lavoro, e poi ora sei qua." Lui annuisce e poi mi regala un bacio a fior di labbra, per poi stringermi a sé. "Hai fatto una partita fantastica, sono fiera di te."

"È sempre così quando ci sei tu. Inizio a pensare che mi porti fortuna." aggancia i miei occhi mentre dice queste parole, per poi stamparmi un dolce bacio sulla fronte "Ora andiamo, ho una fame da morire."

Io annuisco trovandomi d'accordo con lui, ma il cuore non accenna a calmarsi per ciò che mi ha detto. Io gli porto fortuna. "Andiamo, Raoul. Ho fame anche io. Pizza?"

Scoppia a ridere sentendo la mia proposta, ormai è a conoscenza della mia ossessione "E va bene, che pizza sia." fa intrecciare le nostre dita e poi mi conduce verso la sua macchina, mentre io mi sento quasi come se fossi in orbita e, in questo momento, scordo tutto il fastidio che ho provato a causa di quelle due.

Quando sono con lui, ogni problema sparisce. Quando sono con lui mi sento come se caminassi su una nuvola. Penso che non potrei chiedere più di questo. È tutto così perfetto.

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