Mateo Retegui

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"Non ci posso credere..." le parole mi escono da sole dalla bocca, mentre guardo il biondo davanti a me con elevato stupore. "Non è assolutamente possibile."

"Che ti prende?" Giulia, la mia migliore amica, mi dà una gomitata per attirare la mia attenzione, ma la osservo solo per due nano secondi, poi rinizio a osservare il ragazzo davanti a me. "Oh, mi rispondi? Mi stai mettendo ansia!"

"Lui, lo conosco. Eravamo amici anni fa... andavamo nella stessa scuola per due anni, poi si è trasferito."

"Retegui? Ma ne sei sicura? È argentino..." Le lancio un'occhiata malefica sentendola mettere in dubbio le mie parole e lei alza le mani in segno di resa "Okay, mettiamo il caso che sia lui, va a parlarci."

"Cosa?" quasi trasalisco e salto in aria, scuotendo freneticamente la testa "Sei pazza? Assolutamente no. Magari nemmeno si ricorda di me, e non sarebbe strano, eravamo dei bambini... sono passati più di quindici anni. Assolutamente no."

Lei alza gli occhi al cielo e richiama l'attenzione di Verratti, il suo ragazzo, unica ragione per cui siamo invitate a questa festa che al momento maledico con tutta me stessa. Non sarei dovuta venire perché so che la mia amica farà qualcosa che mi metterà in imbarazzo.

Appena si avvicina a noi, Marco le stampa un dolce bacio sulle labbra e poi ci invita a parlare, capendo che qualcosa bolle in pentola. Ormai stanno insieme quasi due anni, penso abbia imparato a conoscere ogni sfaccettatura di noi. Lui per me è diventato quasi un fratello, proprio come Giulia è quasi una sorella da molto tempo. Nessuno mi conosce e capisce meglio di loro.

"Erika conosce Retegui, a quanto pare andavano a scuola insieme, ma non ha il coraggio di andare a pagargli, fai tu?" parla con naturalezza, come se io non fossi accanto a lei e stessi progettando il suo omicidio proprio in questo momento.

"Giulia, dannazione, no. È passata una vita, cosa dovrei dirgli?" Provo a farla ragionare, anche se so già che sarà inutile.

"Che lo conosci? Avanti, smettila di nasconderti per paura, meriti di uscire dall'ombra." mi sorride dolcemente e so che si riferisce al fatto che da quando ho chiuso con il mio ex tendo a non fare nuove conoscenze e stringere rapporti troppo stretti per paura che poi tutto finisca e io ci soffrirò.

Sospiro debolmente, ma prima che abbia la possibilità di accettare o rifiutare, Marco alza la mano e richiama così l'attenzione di Retegui. Trattengo il fiato quando lo vedo congedarsi da Donnarumma, con il quale stava chiacchierando, e avvicinarsi a noi. Mio Dio, potrei scappare a gambe levate, no? Non penso che qualcuno mi noterebbe...

Appena Mateo è vicino a noi, i due si scambiano una pacca sulla spalla, poi Marco indica Giulia e subito me, facendo così le presentazioni. L'attaccante argentino saluta la mia migliore in modo educato, poi mi stringe la mano, ma si blocca e per un instante spalanca la bocca.

"Ma noi ci conosciamo..." Il suo accento argentino mentre cerca di parlare italiano, mi vergogno a dirlo, lo fa sembrare ancora più sexy di quel che è. Inutile negarlo, è davvero un bel ragazzo con i capelli biondi e gli occhi ipnotici. "Tu sei Erika... vero? Andavamo a scuola insieme?"

Le nostre mani restano unite, nel classico segno che si usa per presentarsi, e restiamo a fissarci per quelle che sembrano ore e minuti allo stesso tempo. "Sono io... ti ho riconosciuto subito anche io, ma non pensavo ti ricordassi di me. Insomma... sono passati molti anni ormai."

Lui annuisce e molla lentamente la mia mano, cosa che mi causa uno stupido e strano brivido. "Certo che mi ricordo, eravamo molto uniti, e poi negli album ho ancora alcune foto di noi insieme."

"Anche io..." sussurro appena e lui mi sorride in modo cordiale "È una strana coincidenza rincontrarci qua."

"Oppure era destino che succedesse no? Non credo tanto alle coincidenze quanto al fato." sorride ancora e poi indica il tavolo delle bibite "Ti va se beviamo qualcosa e ci aggiorniamo su come sono completamente cambiate le nostre vite?"

"Sì, certo. Con molto piacere." salutiamo Marco e Giulia, dicendo loro che ci vedremo più tardi, e insieme ci allontaniamo.
Non mi sento per nulla a disagio a camminargli vicino e il silenzio non è imbarazzante, mi sembra tutto al posto giusto.

"A che pensi?" Mateo mi bacia una spalla nuda e poi mette le mani sulla mia schiena, facendomi un massaggio. "Sembri piuttosto immersa."

"Stavo pensando al giorno che ci siamo rincontrati dopo anni. Non avrei mai immaginato, quella sera, che saresti tornato a far parte della mia vita e, soprattutto, in queste vesti." lo indico visto che abbiamo appena finito di fare l'amore e lui ride "Sono così fortunata."

Mi inizia a baciare la pelle sentendo le mie parole e rabbrividisco quando le sue labbra si posano sul mio collo. Mi sposta i capelli tutti da una parte per essere libero di lambire la mia pelle, ma dopo qualche secondo lo faccio smettere e mi giro verso di lui.

Allungo la mano verso il suo viso e lo accarezzo dolcemente, per poi baciare le sue labbra con la stessa dolcezza. I nostri occhi continuano a sostenersi l'un l'altro e quasi il cuore mi esce dal petto per questo contatto visivo tra noi che rende tutto più magico e speciale. Mi sento come la prima volta che siamo stati insieme, nonostante siano passati quasi due anni, lui continua a darmi le stesse emozioni.

"Sei speciale, te l'avevo detto che il destino aveva tutto già in serbo per noi." me lo dice con espressione completamente rapita, facendomi sentire amata ed essenziale come non mai. "Dovevamo rientrare l'uno nella vita dell'altro, non potevamo fare altrimenti."

"Ti amo, Mateo." e non ho mai pronunciato delle parole con tanta verità "Come non ho mai amato. Hai risanato le mie ferite, mi hai salvata letteralmente da tutto."

Poggia l'indice sulle mie labbra e mi obbliga così a smettere di ringraziarlo, poi afferra il mio viso e mi lascia un bacio sulla fronte, facendomi quasi sciogliere come se fossi neve al sole. "Ti amo anche io, lo farò sempre. E non pensare che invece tu non mi abbia salvato, mi hai donato una felicità che senza te non avrei mai e poi mai conosciuto."

Il cuore mi sospira e mi butto tra le sue braccia. Mi stringe prontamente a sé e io mi sento a casa, sentendo il calore del suo corpo e il profumo della sua pelle, mentre ringrazio chiunque abbia fatto in modo che andassi a quella festa di anni fa e ritrovassi un pezzo di me.

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