Sento la porta di casa aprirsi e poi chiudersi subito dopo, perciò mi alzo immediatamente in piedi e corro, letteralmente, all'ingresso. Il mio fidanzato mi appare davanti e sospiro debolmente quando vedo i suoi occhi chiari colmi di tristezza.
Posa il borsone da calcio e la valigia accanto al mobile, poi concentra tutta la sua attenzione su di me, costringendomi a sorridere. Sembra voglia rassicurarmi, peccato che non funzioni, visto che capisco bene quando mente. Ha lo sguardo così triste che sarebbe impossibile non notarlo, e mi sento terribilmente dispiaciuta per non poter risolvere il suo problema.
Era così felice di partire per il ritiro con la nazionale. Nonostante mi ripeteva che gli sarei mancata terribilmente, vedevo chiaramente quanto fosse fiero di essere stato convocato e di poter rappresentare la propria nazione... ma il suo sogno è durato veramente poco, visto che a pochi giorni dall'inizio del ritiro, è stato costretto a tornare a casa a causa di un infortunio.
"Ciao piccola..." Mi saluta con un fil di voce, schiarendola subito dopo. Capisco subito che deve aver passato ore completamente in silenzio. Tende sempre a smettere di parlare e rifugiarsi nei suoi pensieri quando qualcosa non va... all'inizio che ci siamo messi insieme, tendeva a farlo anche con me, finché gli ho fatto capire che potrà sempre dirmi tutto ciò che vuole, non deve tenersi dentro le preoccupazioni o i problemi, io sono qua per aiutarlo, così come lui aiuta me.
"Ben..." mi avvicino a lui e gli accarezzo il viso ricoperto da un accenno di barba "come ti senti?" so che probabilmente è una domanda sciocca, ma davvero non so come iniziare il discorso.
"Sono un po' giù... speravo che stavolta potesse essere la giusta occasione per giocare e dimostrare chi sono." sbuffa rumorosamente, passandosi le mani tra i capelli in modo nervoso e infastidito "Non so perché mi vada tutto male ultimamente, cazzo." sferra un pugno alla porta dietro di sé e io sussulto per il suo gesto, visto che non me lo aspettavo.
Rendendosi conto di aver, in qualche modo, esagerato, si porta nuovamente le mani sui capelli e il suo sguardo si colora di un forte senso di colpa. "Scusami. Scusami... non volevo reagire così. Sono solo molto nervoso. Non ho praticamente giocato tutta la fine del campionato e ora che mi ero ripreso, e avevo la possibilità di giocare in nazionale, vengo rispedito a casa perché fondamentalmente non servo a nulla in queste condizioni."Mi fa male il petto nel sentirlo dire queste cose, nel sentire la delusione e la tristezza nella sua voce, vorrei potergli togliere un po' di questo peso di dosso, sarei abbastanza forte per sostenerne un po'. Purtroppo per lui, nelle ultime settimane, è stata dura. È stato lontano dal campo per diverse partite, e so che vedeva questa opportunità come un modo per ricominciare. "Ben, non devi scusarti, lo sai che puoi sfogarti e parlare di tutto quando stai male. Tira fuori ogni emozione negative. Però, sappi che non finisce qua. È andata così? Ok, posso capire che ti faccia male e che non fosse quello che volevi, ma avrei così tante occasioni che al momento nemmeno puoi immaginare. Al momento, hai un'altissima probabilità di giocare il mondiale, ti sembra poco? Non hai potuto vestire la maglia dell'Inghilterra oggi? Sì, dispiace, ma puoi stare certo che alla prossima tu ci sarai, Benjamin White."
"Davvero? Perché ne sei così convinta?" sorrido debolmente sentendo le sue parole e vorrei potergli far leggere ciò che penso di lui, ciò che provo dentro me per lui. Ho così tanta fiducia in lui, provo così tanto orgoglio per lui, io sono più che certa che succederà. Avrà un posto dove merita e si prenderà tutti i complimenti di cui è stato privato ora.
"Ne sono convinta perché ti vedo giocare da tempo, ne sono convinta perché vedo quanto ti impegni, quanto amore metti in quello che fai. So quanto ami il calcio, so quanto il tuo lavoro per te è importante, per questo so che ce la farai. Hai una tenacia non indifferente, e riuscirai ad arrivare dove hai sempre sognato." gli accarezzo i capelli e lui posa le sue mani sui miei fianchi, facendomi venire i brividi nonostante la mia pelle sia coperta da una maglia lunga "Pensa che il posto ti è stato assegnato, non sei tornato a casa perché non vali, ma perché stai poco bene. Ecco, la prossima volta ti verrà assegnato davvero e starai benissimo, dimostrerai a tutti chi sei."
Sorride appena, in modo molto più rilassato rispetto a quando è entrato, e posa la sua bocca sulla mia, senza ribattere, e baciandomi con foga e impeto. Le sue labbra accarezzano fameliche le mie, facendomi aumentare i battiti a dismisura, poi mi bacia la mandibola e infine il collo, mentre le sue mani scendono verso il mio fondoschiena.
In una mossa rapida mi fa allacciare le gambe intorno al suo bacino, poi mi fa sedere sul mobile dell'ingresso accanto a noi. Ora riesco a baciarlo con più facilità, visto che la differenza di altezza tra noi è un po' diminuita. "Quanto ti amo, Dio. Sei capace di calmarmi. E devo dire che mi eri mancata davvero tanto, nonostante sia rimasto lontano da te per poco tempo."
Le sue parole mi fanno sorridere con sincerità, mentre incastro le mani tra i suoi capelli e poi lo costringo ad avvicinarsi nuovamente a me. "Anche tu, White. Ma ora sei qua, cercherò di farti distrarre dai tuoi pensieri, e ti ricorderò ogni secondo che presto avrai il tuo posto in nazionale. Ti amo anche io."
Mi ruba un altro bacio, senza chiudere gli occhi, come se non volesse perdersi nessuna emozione che provo mentre le nostre labbra entrano in contatto. Sono così persa per lui, non sono mai stata così per nessuno. Anche quando mi guarda solamente mi sento come se fossi sospesa in cielo. Senza forza di gravità.
E sono pronta a sostenerlo, perché sono certa che presto le cose per lui andranno meglio e riuscirà a tenersi stretto quel posto nell'Inghilterra che tanto sogna, dimostrando finalmente di essere fantastico, sia in campo che fuori.